Un progetto espositivo di due eventi a Roma per riportare il tatuaggio al vecchio splendore. Così è nato The “Last Pirates in Rome” due appuntamenti che hanno voluto dare voce al tatuaggio autentico, con il clima di una convention anni ’80/’90, priva di schermi e ricca di belle presenze.
Nomi di quarant’anni fa che hanno fatto la storia del tatuaggio: Hanky Panky, Dennis Cockell, Gippi Rondinella, Gian Maurizio Fercioni e Marco Pisa, insieme naturalmente a colui che ha desiderato e creato questo progetto, Gabriele Donnini, tatuatore noto della scena italiana dagli anni ’80, erede dello studio Tattooing Demon Studio di Roma (sede dei due appuntamenti) di proprietà un tempo del suo maestro, nonché pilastro del tatuaggio europeo, Gippi Rondinella. Lasciamo a Gabriele la parola per raccontarci questo avvenimento che definisce “Back to the future”.
“Era il 1985 quando a Roma si svolse la prima mostra sul tatuaggio moderno, una mostra di quindici giorni nella mia città, esattamente ai Mercati Traianei. Un luogo che non avrei mai immaginato per un evento del genere, proprio nel cuore della Roma antica, uno dei siti monumentali più importanti del pianeta.
Sarebbero intervenuti gli artisti più bravi da tutte le parti del mondo. Il nome dell’evento non poteva essere più azzeccato: “L’asino e la zebra”. Semplice da spiegare: in effetti la zebra non è altro che un asino tatuato, e non esiste zebra che abbia gli stessi disegni di un’altra. Esattamente come nel tatuaggio, impossibile farne due uguali.
La mostra iniziò in primavera e Roma era più bella e affascinante che mai. Già qualche giorno prima della manifestazione s’iniziavano a vedere in giro personaggi stravaganti per le vie del centro, con creste, tatuaggi, orecchini… Stavano arrivando i mutanti!
Nel grande spazio dell’ingresso, ricordo un’enorme bacheca in cristallo con dentro un piccolo museo del tatuaggio, con oggetti quali strumenti giapponesi, thailandesi, neozelandesi, vecchissime macchinette elettriche, tavole di disegni datatissime, gran parte delle quali donate da Gippi (Rondinella, ndr) solo per l’occasione.
Subito dopo, sulla destra iniziava la parte del mercato dedicata alla vendita. In realtà nell’antica Roma, il Mercato di Traiano più che funzioni commerciali svolgeva funzioni amministrative, diciamo che poteva essere considerato uno dei primi centri polifunzionali moderni. Questa volta, a distanza di un paio di millenni, nelle antichissime nicchie in pietra si trovavano i più importanti artisti del tatuaggio del globo.
Quella mostra fu per me linfa vitale, ancoro ricordo gli odori e l’atmosfera magica che si poteva respirare guardando tatuare persone di quella caratura artistica e culturale.
Per il nostro mondo penso che quello fu il punto di divisione tra il prima e il dopo, ma chi avrebbe mai potuto prevedere la fine che avrebbe fatto il tatuaggio nel dopo?
Sono cresciuto come tatuatore alla fine degli anni ‘70 quasi per gioco, ma dopo “L’Asino e la Zebra” la mia strada è stata chiara davanti a me: volevo tatuare cercando di rispettare sempre delle regole non scritte, di aggiornarmi, leggere e continuare a migliorare, e vale tuttora nonostante l’età al di là delle mie capacità.
Preservare quelle atmosfere e la cultura del tatuaggio è forse l’unica arma possibile che abbiamo affinché non si perda tutto nel dimenticatoio a causa dell’eccessiva velocità dello scorrere del tempo.
L’idea di organizzare una serie di eventi come “THE LAST PIRATES IN ROMA” mi è venuta quasi per caso, rileggendo per l’ennesima volta il catalogo di quella mostra romana. Riavere nel mio studio certi personaggi, dopo quasi 40 anni, e ristabilire una connessione con la passione per il tatuaggio, mi sembrava cosa buona e giusta per il tatuaggio.
Sdebitarmi con Lui (il tatuaggio) per tutto ciò che mi ha dato in tutto questo tempo, denaro, amore, famiglia, amici, cultura, dolori, continuo a ritenerlo doveroso, perché ricevere e basta molto spesso non può essere sufficiente, specialmente per chi ama.
Ho chiamato in modo quasi sfacciato Hanky Panky, Dennis Cockell, Gippi Rondinella, Gian Maurizio Fercioni e Marco Pisa per i primi due eventi e ancora sono sorpreso per il loro entusiasmo nel dirmi: “si, noi ci siamo!”.
In questi due eventi – che si sono tenuti a ottobre e a novembre – ancora una volta sono rimasto sorpreso dal tatuaggio per la sua capacità di aggregazione. Sono venuti tatuatori, semplici clienti, appassionati e collezionisti da ogni parte d’Italia.
Davvero mi è difficile descrivere quello che abbiamo vissuto: un passaggio temporale che tutti hanno avvertito, “back to the future”, tatuaggi, chiacchiere, musica, birra, cene… Siamo riusciti a ricreare una micro Convention degli anni ‘80/‘90, incredibilmente non c’erano rockstar, nonostante la caratura dei presenti.
Non nascondo che ritrovarmi a parlare e a confrontarmi con chi ha dato la sua vita a questo mondo mi ha letteralmente emozionato e ha messo nuova benzina nel mio vecchio motore.
Aver visto Gian Maurizio e sua figlia Olivia lavorare sullo stesso pezzo mi fa essere più sereno sul mio futuro; capire le ragioni per cui Marco Pisa non è mai stato sotto i riflettori che meriterebbe apre nuove visioni nella mia testa; l’etica di Gippi nel vivere il tatuaggio la porto dentro da sempre, l’amore viscerale per il tatuaggio di Hanky Panky dovrebbe essere un esempio per chiunque si dichiari un semplice appassionato, l’energia e la gioia nel tatuare di Dennis mi ha spiazzato letteralmente e mi ha fatto capire che il tatuaggio non fa invecchiare l’anima.
Penso che questo sia il modo giusto per nutrirsi di ciò per cui viviamo; confrontarsi guardandosi negli occhi ristabilendo le connessioni umane che gli schermi lcd ci stanno velocemente togliendo come se tutto non fosse mai esistito. Questo è lo scopo di “THE LAST PIRATES IN ROMA”.
Far conoscere e far innamorare di nuovo la gente di un mondo che inevitabilmente è diventato mainstream e hype forse anche un po’ per colpa nostra. I “vecchi” sanno di cosa parlo, i “giovani” lo sapranno solo vivendo certe emozioni, altrimenti “tutto si perderà come lacrime nella pioggia” (cit. Blade Runner).
Un ringraziamento particolare a tutti coloro che sono venuti, senza di voi il tatuaggio non avrebbe ragione di esistere. Jurate Piacenti per la preziosa collaborazione. Body Supply per aver creduto in un progetto organizzato solo per amore. Louise Schiffmacher per le foto e l’amicizia dimostrata. Mio figlio Corrado per emozionarmi ogni giorno di più’. Mia moglie per sopportare le mie follie. Olivia Fercioni per avermi affidato un po’ della sua pelle. Luisa Gnecchi Fercioni per supportare una grande famiglia
Con rispetto, Gabriele Donnini