Dopo aver aperto i battenti a Milano il 6 ottobre 2019, esattamente tre anni dopo la ‘Claudia Ferrarini Art Gallery’ è tornata a fondere condivisione e creazione.
Si è svolto lo scorso 6 ottobre alla presenza di un folto pubblico appassionato presso la ‘Claudia Ferrarini Art Gallery’ di viale Abruzzi 11 a Milano l’esperimento artistico ‘Palingenesi’, vale a dire un’idea della stessa Claudia Ferrarini come celebrazione della rinascita intellettuale laddove l’arte ne diventa il linguaggio.
Sei artisti sono stati invitati per una sola giornata di lavoro a confrontarsi sul tema de “la Bellezza” e su dove inizia e finisce il bello. Ad essi si è poi aggiunto come mediatore Fabrizio Foresio, co-founder di Eccellenza Italiana, società che si occupa di valorizzazione del patrimonio culturale italiano a 360° sui canali social.
Tra gli artisti invitati vi erano Vale Lovette, specializzata nello stile Neo Traditional e Ornamentale ispirato all’Art Nouveau. Una artista chiaramente influenzata dall’urbanistica di inizio Novecento che ricorda la sua città, Varese, e che utilizza i dettagli per esaltare la figura umana. «Matita e pennello sono sempre stati compagni di viaggio», spiega la stessa Lovette.
Applaudita a sua volta, Caterina Molin, tatuatrice ispirata dallo stile Giapponese che ama sviluppare in tutte le sue sfumature di colori e forme. E che racconta di sé: «L’unico strumento per coltivare me stessa è sempre stata l’arte dato che ero incuriosita ad utilizzare qualsiasi supporto. Ho avuto la fortuna di incontrare il tatuaggio da giovane che mi ha permesso di alimentare la mia passione e stabilire connessioni splendide».
Presente all’evento anche Luca Natalini: «Il tatuaggio mi ha iniziato al mondo dell’arte e attraverso di esso ho modellato un linguaggio grafico che esce dalla finestra visiva del quadro. Così come il tatuaggio si modella sulle forme del corpo, l’immagine si modella alla forma della tavola e da essa viene determinata».
Interessante anche il punto di vista di Luca Perciabosco, altro gradito ospite: «La mia passione per il disegno e l’arte classica nasce fin da bambino. L’arte e il cinema americano hanno fortemente influenzato il mio percorso degli ultimi anni. Mi sono avvicinato al mondo del tattoo affascinato da quello che può esprimere e raccontare».
Determinante la presenza di Lady Sara (vale a dire Sara Liverani), 37 anni passati con i colori in mano perché «sono l’unica cosa che spegne il frastuono che ho in testa. Cerco linee e sentimenti per trasformarli in attimi eterni a prescindere dal supporto: dalle matite alle tempere, dalle bombolette spray alle penne a sfera, ancor meglio se tutti insieme».
Last but not least, Gabri Scriba, anche lui molto attivo e partecipe nella giornata di ‘Palingenesi’. Un grande amore per l’horror e le divinità egizie, il suo, più videogiochi, anime e fumetti. «Grazie al tattoo e alla mia passione per il mondo tribale, unito a tutto ciò che mi ha sempre appassionato e mi circonda, ho dato vita allo Scribalismo».
‘Claudia Ferrarini Art Gallery’ nasce quindi da un’idea di Claudia Ferrarini, tatuatrice e prima ancora pittrice con alle spalle studi di arte all’Accademia di Brera, e di suo marito Carlo Grossi, entrambi uniti dall’esigenza di proporre arte a 360° in un ambiente nuovo ed inusuale: un appartamento in un palazzo signorile Anni Trenta trasformato in spazio polivalente per accogliere mostre ed un tattoo studio.
Nelle intenzione dei due proprietari ci sono la pittura, il disegno e la fotografia viste come forme espressive che spesso si avvicinano al mondo del tattoo con collaborazioni e influenze reciproche, ma che in questa Art Gallery si vogliono riconoscere in quanto tali, offrendo al pubblico un nuovo spazio espositivo per le arti visive indipendente dai soliti canali istituzionali.