Da un punto di vista musicale ci hanno sorpreso con le tante, tantissime melodie gothic rock contenute nel loro album di debutto ‘The End of an Era’. In relazione all’inchiostro, invece, abbiamo scoperto che la musica, il primo amore della sua vita, non ha mai abbandonato Carol, la cantante dei Never Obey Again, neanche quando è stato il momento di scegliere i suoi primi soggetti su pelle. Da Billie Holiday ai mandala passando per un grammofono spettrale e quel grido d’infanzia (“Rock ‘n’ Roll!”) che l’ha accompagnata fin qui. Contro ogni piccola o grande forma di insicurezza.
Carol, da quale universo arrivano i Never Obey Again?
La band è nata da un’esigenza profonda e, dopo tanti anni passati ad eseguire solo cover di brani altrui, abbiamo come sentito il bisogno di avere un progetto che ci rappresentasse al 100%. Sai, io faccio la cantante da nove anni ormai e solitamente lavoro all’estero per hotel di lusso e in Italia per serate nei locali o per degli eventi privati.
Adoro ciò che faccio, ma essendo anche una da birre e concerti, una un po’ “rude” nell’anima se vuoi, ecco che urgeva il cambio di direzione!
I tatuaggi come sono entrati nella tua vita?
Già da ragazzina andavo pazza per il rock e il metal e, di conseguenza, ecco arrivare anche i tattoo. Guardavo i cantanti sul palco e mi dicevo: «Accidenti se spaccano con tutto quell’inchiostro su pelle! Prima o poi sarà anche il mio turno…»
Mi racconti della tua prima esperienza in assoluto all’interno di un tattoo shop?
Il mio primo pezzo l’ho disegnato assieme al tatuatore di allora e ovviamente riguardava la musica. Ero elettrizzata a mille, è stata un’esperienza davvero emozionante. Mi chiedi della mia collezione? Ho tatuaggi lungo le braccia, uno sulla schiena, un altro sul costato, uno sulla caviglia e altri sui polsi.
E non ho nessunissima intenzione di fermarmi solamente a questi!
Parlami di quella cantante che sfoggi sul tuo braccio sinistro…
Quello è un tattoo in progress. Ero partita con l’idea di ritrarre Billie Holiday, la regina americana del jazz, poi Elisa Cebrelli, la mia tatuatrice che lavora al ‘Pineapple Art Studio’ (@tattoo.pineapple) di Voghera (IT), ha pensato bene di stravolgerlo completamente prendendo spunto dalla mia persona e dal mio mondo. Però, credimi, mancano ancora tanti dettagli. Sull’avambraccio interno invece ho un grammofono a forma di teschio mentre la pin-up raffigurata accanto, beh, sarei io!
Chi è la bambina bionda, con tanto di lettering “Rock ‘n’ Roll”, che compare sul tuo braccio destro? Un sospetto a questo punto ce l’avrei anche…
Indovina? Naturalmente sono io da piccola. Una bambina che gridava “rock’n’roll” e che poi è riuscita (almeno in parte) a realizzare i propri sogni infantili. Nel senso che sui palchi, alla fine, ci sono salita davvero.
Quei fiori che avvolgono qua e là le tue braccia sono semplicemente dei tatuaggi estetici oppure nascondono qualche messaggio particolare?
No, sono estetici e basta. Ho sempre amato le peonie abbinate ai mandala. Sai, si tratta di fiori che spesso vengono chiamati “rose senza spine”. E possiedono un bel significato: amore, pace, umiltà.
Ti piacerebbe dedicare un tattoo alla compianta Dolores O’ Riordan dei Cranberries (scomparsa nel 2018) dal momento che la traccia conclusiva del vostro primo album è una riuscita cover di ‘Zombie’?
Mi piaceva una come Dolores, ma non credo che le dedicherei mai un tatuaggio. Perlomeno non un Portrait. Magari un verso di una sua canzone, quello sì. Nel caso di ‘Zombie’ l’abbiamo scelta perché si tratta di un evergreen e, a livello di band emergente e con un primo album da promozionare, ci pareva la scelta più congeniale.
Parliamo del vostro debut album intitolato ‘The End of an Era’ e pubblicato da Scarlet Records: perché un titolo del genere? C’entra forse, osservando la sua copertina, il tema della guerra mai così attuale come in questo 2024?
La copertina può portare a questa deduzione, ma in realtà significa tutt’altro. La bambina, innanzitutto, rappresenta i Never Obey Again. Il nostro lato artistico. Lei, bruciando tutto attorno a sé, è un po’ come se desse fuoco anche al suo passato lasciando appunto spazio ad una “nuova era”. Prendila insomma come una sorta di rinascita personale.
Siete una band gothic rock al confine col metal non priva di diverse parti elettroniche/atmosferiche. E lo stesso ‘The End of an Era’ è dotato sia di un solido songwriting che di un’ottima produzione. La domanda a questo punto è: esiste ancora un pubblico giovane là fuori per delle sonorità che sono esplose tanti anni fa grazie a nomi come Evanescence, Nightwish ed Epica?
Guarda, mentirei a te e a me stessa se ti dicessi che abbiamo un pubblico composto da teenager, quando normalmente vengono a sentirci persone con un’età compresa tra i 25 e i 45 anni… Eppure, durante alcuni nostri concerti, abbiamo notato anche dei diciottenni/ventenni che ovviamente a inizio show non ci conoscevano, ma poi alla fine si sono comprati le nostre magliette!
Sono eventi come questi che mi fanno nutrire un pizzico di speranza.
Esprimi tre desideri: uno legato al soggetto del tuo prossimo tatuaggio, uno collegato ai Never Obey Again e il terzo lo lascio tutto per te.
Vorrei tanto tatuarmi il collo. Un’azione un po’ impegnativa, ok, quindi aspetterò di diventare famosissimi come band! Scherzi a parte, vorrei tanto dedicare un tattoo ai miei due gatti che amo come solo i gatti riescono a farsi amare. I Never Obey Again? Vorrei che fossero la mia vita al 100%, quindi stare in tour con loro tutto l’anno e conoscere più gente possibile. E per quanto riguarda me, mi auguro di trovare sempre la forza di andare avanti a testa alta. Di non arrendermi mai di fronte a situazioni come l’insicurezza e le auto-limitazioni. Forza Carol, forza!
Carolina Bertelegni – voce
Alessandro Tuvo – chitarra
Alex Pedrotti – chitarra
Cristiano Trappoli – basso
Matteo Malchiodi – batteria
Album: The End of an Era
Label: Scarlet Records