“Quando Miki Vialetto mi ha chiesto di realizzare uno dei poster per l’edizione di questo Gods of Ink, ho pensato a come esprimere l’idea che ho diquesta convention: un appuntamento in cui tutto può succedere, in cui se si coglie la palla al balzo possono succedere cose imprevedibili…” Jose Lopez ha rappresentato in maniera divertente questo concetto, con un cane, un bassotto, che aspetta fibrillante che un uomo sdraiato in maniera annoiata su un vecchio divano gli tiri una palla da cogliere al volo.
Ma ognuno dei tatuatori presenti ai 350 stand del Gods of Ink sicuramente potrebbe ora, a bocce ferme e a qualche giorno di chiusura dell’evento più atteso dell’anno, rappresentare quella che è stata la palla che ha colto al balzo durante la tre giorni di Francoforte.
Un’edizione che ha sbalordito tutti i partecipanti per il numero di visitatori e per il lavoro indotto. Per i tatuatori presenti che hanno fatto una non stop per portare avanti i propri lavori, accomunati dal livello qualitativo altissimo, garantito da Miki Vialetto come direttore artistico. Per il pubblico che ha potuto godere di un’atmosfera corale coinvolgente e che ha potuto assistere alla creazione di centinaia e centinaia di lavori, dalla zona nel basement dedicata al tatuaggio tebori, a salire su fino al secondo piano.
Bello che in molti abbiano colto l’invito lanciato dallo stesso Miki Vialetto di dare spazio ai walk in e di non considerare questa convention come una mera vetrina in cui esporre il meglio. Un modo per coinvolgere e attirare un pubblico nuovo, assolutamente internazionale, che ha così iniziato un nuovo percorso – che in molti casi comporterà anche nuovi viaggi e nuove esperienze – con il proprio nuovo tatuatore prescelto.
“Questa era una delle cose a cui tenevo di più – ha detto Miki – perché è il pubblico il coprotagonista di una convention e non lo spettatore passivo a cui non è concessa alcuna possibilità di rapporto con i tatuatori presenti. Nelle mie convention non può esistere “Fully booked” come messaggio lanciato ancor prima che inizi una convention sui propri canali social. Ho apprezzato moltissimo chi ha seguito il mio invito a pubblicare “Walk-in welcome”, a cui in tanti hanno risposto.
E di qualità in giro se ne è vista tantissima, a partire dai numerosi body suit in stile orientale che i grandi nomi del tatuaggio asiatico avevano portato in convention. Difficile e poco corretto sarebbe fare dei nomi, in quanto la scelta del meglio era già stata fatta all’origine con i suoi inviti a partecipare. Pochissimi gli assenti – subito rimpiazzati – e stand attivi dalle 11.30 alla chiusura.
La location ha dato adito agli organizzatori di mostrare tutta l’efficienza tedesca: poca coda e solo ai food truck più applauditi dal pubblico, zone drink interne spumeggianti birra spillata continuamente e bagni pulitissimi, scale mobili e ascensori per spostarsi tra i piani in maniera veloce e senza sforzo.
Mega schermo al Ground Floor per seguire in diretta il grande spettacolo dei contest del sabato e domenica, vetrata sovrastante il Ground Floor al primo piano per una visione d’insieme su tutti gli stand dal merchandising ai tatuatori, la musica dei rinomati deejay invitati a suonare nel main stage allestito al secondo piano, solcato dalle immancabili Fuel Girls che, sarà perchè ormai si vedono in Europa una volta all’anno (solo al Gods of Ikk), sarà per la loro potente e coinvolgente ecletticità scenica, hanno conquistano il podio come lo spettacolo più seguito dal pubblico.
Giù dal palco l’intrattenimento continuava nell’ampia galleria dedicata alle art exhibition con i dipinti di Chris Guest e il suo art show dal vivo, la photo exhibition di Sakiko Nomura dedicata all’Horimono, le foto di Ransho Mandala by Masoto Sudo. I dipinti di Mike Dorsey con il suo genere di Reinvented Japanese e Ukyo-e e i dipinti a olio realistici di Alfredo Mojo. E per rimanere in Italia molto apprezzata la mostra Italian Hustla focalizzata sul black and grey e lettering tutta di matrice italiana con anche comparsate dei grandi interpreti di questi due generi così diffusi.
“Take Me Back to Me” di Jee Sayalero ha incuriosito e divertito il pubblico con la sua rivisitazione del tatuaggio in stile pop con personaggi del mondo cartoon che ha decorato con grafiche del tatuaggio, presentando da Winnie the Pooh a Hello Kitty alla pantera rosa.
E lo show nello show come sempre è stato vivere la convention, incontrarsi tra gente dello stesso settore o che condivide la stessa passione, scoprire, rileggere il tatuaggio, appassionarsi a seguire un incredibile lavoro in progress.
Vivere il tatuaggio, non tramite uno schermo nel proprio ambiente, ma con il rumore che ci piace di macchinetta continua, ritrovarsi in faccia con vecchi amici e condividere cene party e momenti divertenti in cui raccontarsi la propria vita, che non è fatta solo di tatuaggio fatto e finito ma di esperienze, di viaggi come questi che portano cose nuove e che fanno uscire dal guscio del proprio studio, un piccolo guscio rispetto al mondo del tatuaggio che in questa occasione ha mostrato tutta la sua forza imponente, come non capitava da molto tempo.
E allo stesso tempo la propria fragilità umana – per chi conosce la famiglia del tatuaggio impossibile non sentire la mancanza di Mao… – e la necessità di cogliere ognuno di questi attimi, di goderseli fino in fondo.
Chissà quanti hanno colto la palla al balzo e chissà che frutti nasceranno da questa convention. Noi come sempre raccoglieremo quanto possibile e accompagneremo tutti voi lettori a scoprire quanto abbiamo intercettato in questi tre giorni.
A partire da qui mostrandovi come doveroso i vincitori dei contest e poi più avanti quelle che saranno le idee dei tatuatori che avranno l’onore di dare al Gods of Ink un’identità grafica, realizzando i nuovi poster per l’edizione 2025. Stay tuned!
CONTEST DEL SABATO
CONTEST DELLA DOMENICA