Alla scoperta dell’artista, specializzato in Realistico Black & Grey, in forza al ‘Sin Dolores’ di Roma. Ultimamente alle prese anche con una pittura di stampo emotivo.
Com’è che William Tucci nella vita decide di diventare un tatuatore professionista?
Beh, sono sempre stato attratto dall’arte e forse ancor di più dalla creatività che risiede dietro di essa. I tatuaggi, invece, mi hanno affascinato fin da giovane nonostante non conoscessi quasi nulla di questo mondo.
Poi cos’è successo?
Pian piano mi sono avvicinato a questa cultura e, insieme alla passione per il disegno, ne è nata una professione. Chiaramente il punto d’incontro nel mio caso è stato lo stile Realistico.
Pensi d’avere avuto dei maestri importanti oppure ti consideri un tatuatore che si è fatto completamente da sé?
No, credo che nessuno si faccia mai da sé: cresciamo e siamo influenzati da tutti gli eventi che ci riguardano.
Tatuo ormai da quasi dieci anni, ho avuto la possibilità di lavorare con molti tatuatori e ognuno, chi più chi meno, mi ha lasciato in cambio qualcosa,. Poi si possono ricevere insegnamenti inconsapevoli anche da persone al di fuori della tattoo art.
A me, ad esempio, è andata così. Sta a noi raccogliere questi preziosi input lungo la strada.
Quando scrivi sulla tua pagina Instagram ‘From inside to outside’ intendi che i punti di forza delle tue opere Black & Grey sono l’intensità degli occhi e la carnalità delle labbra?
Bella questa osservazione, non ci avevo mai pensato! Io, in realtà, mi riferivo semplicemente al processo creativo che c’è dietro ogni mio progetto artistico. Dall’interno di chi lo realizza verso lo sguardo esterno di chi lo osserva. Da dentro a fuori, insomma.
Da zero a dieci quanta potenza espressiva pensi che ci sia nell’uso delle tue ombreggiature per dare carattere ad un volto?
Non saprei proprio quantificarlo dato che sono molto severo con me stesso quando giudico i miei lavori! Sicuramente punto molto sui contrasti decisi, quello sì. Credo sia il modo migliore per “tenere in vita” un tatuaggio Realistico nel corso degli anni.
Mi descrivi il tuo luogo di lavoro, vale a dire il ‘Sin Dolores Tattoo Studio’ di Roma?
Il ‘Sin Dolores Tattoo’ (IG: @sindolores_tattoo) nasce dalla bella idea di Davide Tacconelli e Mattia Giks di aprire uno spazio lavorativo tutto loro, dopo anni di esperienza presso altre location. Esteticamente si tratta di un luogo diverso dai classici studi di tatuaggi ed io, personalmente, ne sono rimasto subito colpito.
Mi sembra che siate un bel po’ di artisti tra quelle quattro mura, vero?
Sì. Oltre a me, Davide e Mattia a tatuare ci sono anche El Tanque, Tephillah e Tiz. Poi abbiamo Debora Ddm per il PMU (il trucco permanente. Ndr) ed infine Mandy, la nostra piercer/shop manager. Il punto forte del ‘Sin Dolores’, oltre alla professionalità, credo sia il legame che sussiste tra di noi e che va ben oltre l’aspetto prettamente lavorativo.
Hai altri progetti al di fuori dei tatuaggi?
Oltre a tatuare dipingo sia con i colori acrilici che ad olio; ultimamente poi mi sono appassionato anche agli spray e agli stencil. Negli ultimi due anni ho partecipato a varie mostre e ne ho altre in programma a breve. Questo nasce dalla mia necessità di esprimermi in maniera ancora più personale, senza essere vincolato dalla singola richiesta di un cliente.
Cosa dipingi esattamente?
I miei soggetti principali sono persone, anziani, bambini. Quest’ultimi si trovano nella maggior parte delle mie produzioni. Le mie opere d’altronde sono legate alle passioni, all’emotività e ai legami in generale. Credo che il miglior modo per capire la realtà siano i sentimenti. Per fartela breve: l’intuizione e non l’intelletto.
E le tue ultime parole famose sono… ?
“Diventa quello che sei”. Solo che non sono mie. Le ho prese in prestito da Mezzosangue, un rapper romano. (sorride)
Segui il ‘Sin Dolores Tattoo Studio’ di Roma su Instagram: @sindolores_tattoo