Il proprietario del ‘Vinz Art’ di Salerno esegue opere in stile Giapponese e Realistico. E sogna un mondo del tattoo finalmente libero dalle mode del momento.
Vincenzo, domanda essenziale per saperne di più sul tuo conto: come sei diventato tatuatore in vita tua?
Beh, di mio ho iniziato ad appassionarmi al mondo della tattoo art quando ho avvertito la necessità di uno sfogo artistico differente. Cercavo un diversivo dalla pittura ad olio, una tecnica che ho sempre adoperato fin da piccolo.
Tu, oltre che tatuatore, sei anche “maestro di tatuaggi”, giusto? Nel senso che organizzi dei seminari presso il tuo tattoo studio ‘Vinz Art’ di Salerno…
Esatto. Da un po’ di tempo, considerato l’aumento di richieste in tal campo, ho deciso di intraprendere anche questo nuovo percorso lavorativo.
Io stesso in passato ho partecipato a diversi seminari e quello che mi ha segnato artisticamente più di tutti è stata la ‘Worldwide Tattoo Conference’ del 2014 di Venezia. Evento – per la cronaca – dove ho avuto l’onore di conoscere, ascoltare e apprendere tecniche dai miei tre artisti preferiti a livello mondiale. E ti sto parlando di Shige (IG: @shige_yellowblaze), Jeff Gogue (IG: @gogueart) e Carlos Torres (IG: @carlostorresart).
Da cosa deriva il tuo amore sia per il tatuaggio Giapponese che per quello Realistico?
La passione per lo stile Giapponese è scaturito da un mio viaggio in Oriente; viaggio dove sono stato affascinato dalla cultura e dal simbolismo della dottrina asiatica iniziandone di conseguenza a studiare le varie forme.
Discorso diverso, invece, per il Realistico dove quasi per gioco ho voluto mettermi alla prova visto che per me, all’epoca, era ancora una tecnica sconosciuta.
E lì ti sei accesa la classica lampadina, vero?
Sì, in maniera immediata il Realistico mi ha trasmesso degli input positivi in termini di qualità e di resa. Tant’è che mi sono chiesto: perché non miscelare i due stili Giapponese e Realistico cercando di creare qualcosa di veramente unico? Ecco perché in tutti i miei lavori ricerco l’originalità e in ognuno di essi vi è la costante ricerca dell’eccellenza.
Come sta la scena del tatuaggio in quel di Salerno? Ho sempre pensato che le città marinare abbiano una marcia in più in tal senso: confermi?
Salerno negli ultimi anni ha dato vita a numerose realtà in ambito artistico e sempre più studi di tatuaggi sono nati nei vari quartieri e rioni della città. Quella salernitana è una piazza ricettiva dal momento che la clientela resta molto esigente e pretende estrema qualità. Ecco perché confermo il tuo punto di vista: le città affacciate sul mare possiedono sicuramente una marcia in più se parliamo di inchiostro!
Al ‘Vinz Art’ di via Robertelli 56 a Salerno, oltre a te, ci lavorano anche Kuria e Gabbro…
Beh, con Gabbro – vero nome Gabriele Aprea (IG: @_gabbbro_) – collaboriamo già da circa due anni e lui è un ragazzo che predilige lo stile Lettering. Si tratta di un artista molto ambizioso e, nel suo campo, possiede già una padronanza da veterano.
Con Kuria, invece, lavoro ormai da undici anni. Abbiamo aperto assieme il primo studio ad Eboli dove lei svolgeva il ruolo di shop manager.
Da sempre appassionata al mondo del piercing, Kuria ha conseguito l’abilitazione nel 2020 cominciando a muovere i primi passi in questo mondo ed oggi, dopo solo quattro anni, la reputo tra le migliori in circolazione.
Hai già segnato in agenda qualche tattoo convention o guest spot a cui tieni particolarmente?
In tutta onestà non ho ancora deciso se parteciperò a qualche convention in quest’ultima parte del 2024/inizio 2025. Sai, è da molto tempo a cui manco a questi eventi, forse perché gli ultimi a cui ho assistito da semplice visitatore non mi hanno trasmesso granché. Credo che la motivazione stia nel fatto che ormai ve ne sono parecchi e forse non sono tutti, come accadeva in passato, così tanto esclusivi.
Quale sarebbe dunque l’evento dei tuoi sogni?
Mi piacerebbe tanto partecipare al ‘Tattoo Planetarium’ di Parigi e conto un giorno di arrivarci…
Ho visto che sulla homepage del tuo sito vinzart.tattoo hai scritto “Prima che sulla pelle un tatuaggio va inciso nella propria anima”…
Già. Purtroppo sono un po’ nostalgico e, avendo sempre vissuto poco l’epoca del tatuaggio senza l’avvento dei social, si tratta di una frase che racchiude completamente la visione che ho del tatuaggio stesso. Il che mi porta ad un’altra considerazione. Dovremmo davvero tornare ad assegnare al tatuaggio il giusto significato senza soffermarci sullo stile del momento soltanto perché “fa hype”.