Trovare la propria dimensione all’ombra del Duomo e definire la propria arte ‘Milano Traditional Pulp Tattoo’: ne abbiamo parlato con la “gattara” Victoria.
I Dim Sum sono piccoli piatti cinesi destinati a saziare il cuore e non l’appetito di chi si siede a tavola. Si tratta dello stesso approccio che adotti tu con i tatuaggi? Voglio dire: pezzi d’inchiostro dalle giuste dimensioni che arrivano direttamente al cuore del cliente prima che al suo stomaco?
Grazie intanto per aver menzionato uno dei miei piatti preferiti, dal quale appunto arriva il mio nickname “Dim Sum”. Prediligo in effetti il concetto classico del tatuaggio scelto dai flash book o, come vuole la tradizione stessa, dalle tavole di flash dipinte a mano ed appese al muro.
Per me si tratta di un modo per mantenere la magia di certi tattoo shop di un tempo. Credo nell’amore a prima vista ed è quello che succede sfogliando il book.
Ti innamori del disegno scelto e, di pancia, lo senti che è tuo. Lo senti che era quello che volevi da sempre.
Mi racconti qualcosa di te?
Sono nata e cresciuta a Bangkok, in Thailandia. Tutti i miei parenti erano tatuati e i loro soggetti rappresentavano perlopiù preghiere e raffigurazioni sacre delle religioni animiste e buddhiste del Sud-Est Asiatico. Ero abituata a vedere corpi tatuati e sapevo perfettamente che mi sarei tatuata anch’io da adulta. Quando ho compiuto 18 anni ho fatto il mio primo tatuaggio e il luogo non poteva che essere Bangkok, dove sta tuttora il mio cuore e la mia essenza. Da quel momento è anche nato il desiderio di vedere i miei disegni tatuati sulla pelle degli altri.
Quali sono state le tappe più emblematiche del tuo percorso artistico?
Ho iniziato a farmi tatuare dai tatuatori che ammiravo di più e che stilisticamente erano affini al mio gusto estetico; non è stata una scelta voluta, ma la maggior parte dei miei tatuaggi sono stati eseguiti da donne. Tra queste Guen Douglas della ‘Taiko Gallery’ di Berlino, dove collaboro come guest; Kim Anh Nguyen del ‘Seven Seas Atelier’ di Eindhoven; Eva Schatz del ‘Mint Club Tattoo’ di Salisburgo; Alice Juno del ‘Juno Tattoo’ di Casale Monferrato; Wendy Pham del ‘Double Happy Tattoo’ di Melbourne e Miss Orange Som Nakburin di Sydney.
Cosa hai appreso da tutte queste “signore” del tatuaggio?
Beh, tatuandomi da loro ho avuto la possibilità di confrontarmi sulle tecniche di base. Questo fatto mi ha aiutato parecchio a mettermi in discussione e a imparare tutto quello che potevo osservando diverse modalità di lavoro. Dopo aver fatto un apprendistato alla vecchia maniera (vale a dire: gestione reception e calendario dei tatuatori, pulizia locali, pulizie ed igiene dei grip in acciaio, preparazione di disegni e stencil ecc.) in diversi studi di Torino e del Piemonte in generale mi sono trasferita a Milano nel 2019 dove ho lavorato per un paio d’anni da Amanda Toy.
Persona che ringrazio infinitamente, Amanda, per avermi accolta nel suo studio e all’interno della sua dimensione artistica.
Poi cos’è successo?
Da Amanda Toy ho conosciuto Samuele Tavazzi, Roberto Manq e Andrea Bombay Foor, dei colleghi diventati poi amici, i quali sono stati essenziali per il mio percorso da tatuatrice grazie al confronto quotidiano con loro. Da quest’anno, infine, ho iniziato la collaborazione con Eleonora del ‘Goodheart Tattoo’ di Cusago, alle porte di Milano, tatuatrice della quale ho sempre avuto una grossa stima a livello umano e stilistico.
Se uno vuole prendere appuntamento con te deve rivolgersi al ‘Goodheart Tattoo Studio’ di Cusago e al ‘Black Panda Tattoo’ di Bologna oppure hai a tua disposizione uno studio privato tutto tuo?
Per prendere appuntamento con me è possibile scrivermi in privato attraverso il mio indirizzo email visibile sul mio profilo Instagram oppure contattare direttamente lo studio ‘Goodheart Tattoo’ di Cusago che al momento è la mia base operativa. Altrimenti mi trovo come resident guest da ‘Black Panda Tattoo’ di XMartinoX, in quel di Bologna, dove collaboro da 4 anni. Per ora non conto di aprire una location mia perché vorrei approfittare ancora di qualche anno per “vivere lo studio” grazie al continuo scambio di idee tra colleghi e guest.
Definisci le tue opere “Milano Traditional Pulp Tattoo”. Per “Milano” e “Traditional” ok, non credo ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni, ma l’elemento “Pulp” invece come lo inquadreresti all’interno della tua arte?
Milano è stata una bella sorpresa per me visto che se ne sente parlare sia positivamente che negativamente. Per me è stata una boccata d’aria fresca per il suo mood multietnico ed è uno dei posti dove mi sento più a mio agio. E questa cosa la rivendico con piacere! Tant’è che ho voluto dare un nome alla mia personale interpretazione del tatuaggio Traditional.
Me lo descrivi?
Le linee sono bold, ma uso anche quelle sottili per i dettagli e i soggetti sono chiaramente pulp. Quindi espliciti, simpatici e d’impatto allo stesso tempo proprio perché molto influenzati dalle sottoculture musicali punk ed heavy metal più dal cinema horror in tutte le salse.
Ultimamente sto studiando molto lo stile giapponese aggiungendo sempre una mia firma.
Difatti scelgo soggetti come gli Yokai, vale a dire fantasmi, mostri e spiriti del folklore giapponese. Questo, appunto, per allargare il mio portfolio includendo progetti più grandi come mezze maniche e full sleeve.
Cos’hai provato a dedicare un tattoo “made in Dim Sum” all’indimenticabile Raffaella Carrà?
Quando i miei clienti mi chiedono di tatuare i personaggi più iconici, cerco di coglierne la loro essenza ed esplicitarne il carattere. E dunque Raffaella Carrà diventa riconoscibile nell’immediato con il suo caschetto biondo e la posa della mano. Quando lo vedi dici “Sì, è proprio lei!” e fai un sorriso divertito ed incuriosito dalla rappresentazione di questa personalità. Ecco, io voglio che la gente sorrida entusiasta della bellezza dell’iconografia tatuata. Ho realizzato anche un tatuaggio di Jessica Fletcher (la famosa ‘Signora in Giallo’. Ndr) qualche anno fa che mi ha dato molta soddisfazione.
Sbaglio o da brava “Cat Mama” i gatti abbondano all’interno delle tue creazioni?
Io sono una gattara: ho quattro gatti a casa che rendono la mia quotidianità un po’ più felice e giocosa. Qualità che poi cerco di trasmettere con i tatuaggi “a tema gatto” che realizzo.
Fatemi tatuare i vostri gattini in tutte le posizioni o attività e sarò la persona più felice in assoluto!
E anche voi sarete un po’ più felici con un gattino (o anche più di uno…) tatuato addosso, ne sono certa!
Mi sveli un tuo sogno nel cassetto da far avverare in tempi brevi?
Nel 2020 ho avuto la possibilità di lavorare come guest nello studio ‘Black Pig Tattoo’ di Luke Satoru a Bangkok. Tatuare fuori dal contesto occidentale per me è stata un’esperienza unica e forse l’emozione è data anche dalla mia grande passione per il tatuaggio e l’amore che ho per la “mia” Thailandia. Avevo programmato di andare almeno un paio di volte l’anno per lavorare là, ma poi c’è stata la pandemia e le conseguenze dell’evento le conosciamo tutti. (sospira)
Ci riproverai?
Sì. Voglio tornare assolutamente a tatuare a Bangkok. E poi desidero esplorare la parte rurale della Thailandia e osservare come tatuano i thailandesi fuori dalle grandi città. Mi piacerebbe, quando sarà possibile, portare avanti un altro progetto che ho con la mia amica del cuore e tatuatrice a sua volta, Michelle Nowhere: fare un giro negli Stati Uniti per visitare i tattoo shop storici del Tradizionale americano. Nel 2023 forse sarà la volta buona. Incrociamo le dita…
E le tue ultime parole famose, per concludere questa nostra chiacchierata, sono…?
Sta sò de dòs! (“Levati di torno” in milanese. Ndr). No, scherzo dai! (ride)
Tornando seri…
Non credo di essere l’essere umano più saggio in circolazione, ma nel mio piccolo credo che in questo mondo fatto di esteriorità sui social la cosa migliore che si possa fare è essere coerenti e leali verso sé stessi ed essere empatici e rispettosi verso il prossimo. Forse non ti farà essere uno dei più fighi in circolazione? Chissà…
Sicuramente ti farà dormire sereno la notte senza fare i conti con le maschere che hai indossato durante tutta la giornata.
E per rimanere in tema: disegnare disegnare e ancora disegnare! Le passioni vanno sempre alimentate, nel bene e nel male. Non permettere mai che siano gli altri a spegnere questa fiamma che ti tiene in vita.