Vi presentiamo l’artista del ‘Sinked Art’ di Pordenone, un talento che unisce la visione pittorica di Mark Rothko a tatuaggi definiti come “astratti” e “contemporanei”.
Ciao Stefano, mi spieghi come sei diventato tatuatore professionista?
Beh, quando ero bambino, non sapevo cosa o chi sarei voluto diventare da adulto; tuttavia ho sempre avuto la passione per il disegno. Da bambino accompagnavo spesso i miei genitori quando volevano tatuarsi e quindi ho sempre potuto osservare, stupito, tutto il procedimento di realizzazione del tatuaggio stesso.
E questo ti ha aiutato non poco, vero?
Sì. Credo che la curiosità che ho nutrito fin da giovanissimo nei confronti di questa espressione artistica mi abbia poi spinto ad approfondire la materia e in quale modalità inserirmi in questo ambiente professionale. Intendo anche tramite la partecipazione alla Scuola Internazionale di Tatuaggio Artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Udine.
Definisci i tuoi tatuaggi “astratti” e “contemporanei”. L’elemento astratto direi che si commenta da solo visto che certi tuoi lavori sembrano “pitture” vere e proprie, ma cosa intendi esattamente per tattoo contemporanei?
Definisco i miei tatuaggi “contemporanei” perché etimologicamente la parola significa qualcosa “che accade o vive nello stesso tempo”.
Le modalità di espressione artistica contemporanea riflettono un dialogo e un confronto costante con il mondo che ci circonda.
Quando disegno e progetto un nuovo tatuaggio mi ispiro a tutto ciò che mi fa provare un’emozione, una sensazione, un qualcosa che esiste “contemporaneamente a me”; ma anche che muta e non rimane mai uguale a se stessa, come gli schizzi e le pennellate che traccio.
Mi citi almeno tre artisti (non necessariamente tatuatori) che sono stati fondamentali per implementare la tua arte?
Ci sono diversi artisti che hanno influenzato il mio modo di disegnare e progettare un tatuaggio. Posso citarti, ad esempio, Mark Rothko. Tale pittore statunitense mi colpisce molto perché rappresenta uno dei precursori del “color field”. Nei suoi quadri troverai dei luminosi rettangoli colorati che sembrano stagliarsi sulla tela librandosi al di sopra della sua superficie.
Poi ti direi anche Rihard Zinon, in quanto le sue pennellate minimal ed eleganti suscitano in me una sensazione di armonia; e Pierre Soulanges per le modalità di accostamento tra nero e bianco sempre uniche e irripetibili.
E in ambito di tattoo art invece…?
Per quel che riguarda i tatuatori posso dire di essermi ispirato molto a Rich Harris (IG: @harristattooart), Walter Montero (IG: @waler_montero), Jay Freestyle (IG: @jayfreestyle) e a molti altri ancora.
Mi parli del ‘Sinked Art’ di Pordenone? Non un semplice tattoo shop, ma un “tattoo atelier” per fare fede alla definizione che compare sulla sua pagina Instagram…
Il ‘Sinked Art’ (IG: @sinkedartpordenone) è più di un semplice studio di tatuaggi. Lavoro affianco a tre grandi artisti che ho sempre apprezzato, non solo a livello tecnico (i loro lavori parlano da soli), ma anche a livello teorico.
Siamo quattro ragazzi molto giovani, abbiamo molto da condividere e su cui confrontarci.
E credo che sia proprio questa la chiave per poter crescere sempre di più.
Che tipo di 2025 ti immagini a livello di sfide personali?
Sono una persona che cerca di puntare sempre più in alto. Per il 2025 sto organizzando delle guest spot all’estero, e mi piacerebbe riuscire anche ad uscire dall’Europa con l’obiettivo di far conoscere la mia arte a più persone. Posso anticiparvi due guest spot di cui sono molto fiero: Berlino e Amsterdam, di cui presto sui social pubblicherò l’agenda e le disponibilità. All’inizio del 2025, invece, parteciperò alla ‘Milano Tattoo Convention’.
Hai una colonna sonora prediletta quando tatui oppure semplicemente preferisci concentrarti avvolto dal ronzio della macchinetta ad aghi?
Mentre tatuo o progetto opere ascolto principalmente musica classica. Penso che la musica classica sia la colonna sonora migliore per riuscire a trasmettere il giusto equilibrio tra concentrazione e ispirazione. Mi piace molto anche parlare col cliente, interagire e spiegargli di pari passo ciò che sto creando sulla sua pelle.
E le tue ultime parole famose sono… ?
“L’ossessione batte il talento, lo batterà sempre”. Credo che la forte passione (quasi un’ossessione per me) per il tatuaggio mi abbia aiutato a superare molte difficoltà. E a resistere “combattendo un centimetro alla volta”.