Un’ammirazione sconfinata per Matteo Pasqualin e l’orgoglio di avercela fatta in una città famosa per altre gioie da sfoggiare sul corpo. Vi presentiamo il proprietario del ‘Logan Tattoo Studio’ e la sua abilità nel Realistico Black ‘n’ Grey.
Stefano, parlami un po’ di te: è da tanti anni che tatui?
Tatuo da circa dieci anni e in precedenza mi sono dedicato a fare quello che è comunemente chiamato “disegnatore orafo”. Solo che, ad un certo punto della mia vita, mi sono trovato in una fase di smarrimento; ed è stato proprio ciò, questo smarrimento, che mi ha catapultato in una realtà completamente diversa!
In pratica ho trovato nell’atto del tatuare tutti quegli altri stimoli che mi erano venuti meno.
Quali sono state le tappe salienti della tua nuova vita da tatuatore?
All’inizio mi dilettavo a tatuare i miei amici e, così facendo, sono stato notato da una studio della zona. A quel punto ho trovato il coraggio di licenziarmi dal mio precedente lavoro e dedicarmi solo all’inchiostro.
Quand’è che il Realistico di stampo Black ‘n’ Grey si insinua definitivamente nella tua visione artistica delle cose?
Quello stile mi ha sempre affascinato nonostante, almeno all’inizio, non avessi ancora le capacità adatte a dedicarmici.
Quindi, all’epoca, tatuavo un po’ di tutto in maniera da potermi perfezionare ed approcciare di conseguenza anche il Realistico.
Durante quel periodo in cui cercavo di affinare la mia tecnica, ecco che alcuni clienti hanno cominciato a chiedermi più tatuaggi di quel tipo, realizzati in chiave realistica, ed oggi eccomi qui. (sorride)
Immagino che la reference fotografica sia basilare nel tuo lavoro e poi tu ci metti tutto il resto, ma qual è stato il soggetto Realistico più bizzarro che hai dovuto tatuare finora?
Un quadro di Remy Cogghe (pittore belga naturalista vissuto tra Ottocento e Novecento. Ndr), realizzato su tutta la schiena, che raffigura un combattimento di galli! Ti aggiungo solo che, quando mi è stato proposto quel tipo di tattoo, l’ho trovata una idea geniale e piuttosto differente dal solito.
Com’è tatuare a Valenza nel tuo ‘Logan Tattoo Studio’? Quella non è da sempre una capitale mondiale dell’oro più che dell’inchiostro?
Tatuare in una città rinomata per l’oro è sia una specie di rivincita sul mio precedente lavoro che una sorta di novità in una cittadina nella quale non esisteva nulla del genere. E non ti dico la mia soddisfazione nello scoprire che tale novità sia stata positiva anche agli occhi degli stessi valenzani!
Ti entusiasmano le tattoo convention e i guest spot oppure preferisci la tranquillità del tuo studio?
Mi piacciono entrambi, ma per ora non li baratterei con il relax che respiro nel mio ‘Logan Tattoo Studio’ (IG: @logantattoostudio).
Hai già segnato in agenda qualche tua partecipazione fuori da Valenza per quel che riguarda la primavera/estate 2023?
No, al momento non ho nulla in programma per quel che riguarda i prossimi mesi. Poi si vedrà…
Noto da Instagram che sei bello tatuato a tua volta, schiena compresa. Chi è il tuo collega di riferimento in tal caso?
Andrea Caldari (IG: @kaluf_pmt), un artista che apprezzo ed ammiro molto. Sì, è stato lui a taruarmi la schiena e la maggior parte dei tatuaggi che ho sul corpo, oltre a mostrarmi per primo questo mondo e dandomi di conseguenza pure alcune dritte preziose. Posso aggiungere una cosa in extremis?
Certo.
Vorrei citare e ringraziare anche Matteo Pasqualin che considero il mio punto di riferimento maggiore e, a mio avviso, il miglior artista in assoluto per quel che riguarda lo stile Realistico.
E le tue ultime parole famose sono… ?
Se vuoi ottenere quello che non hai ancora ottenuto, beh, fai quello che non hai ancora fatto!