Pietro Sedda tatuatore di fama internazionale, rinomato nel mondo del tatuaggio come anche nei settori legati a moda, arte e interior design, ha presentato il suo nuovo progetto editoriale: Rosacenere, volume che riunisce in più di 200 pagine illustrazioni, tatuaggi e fotografie.
Un viaggio visivo che ripercorre le storie di chi ha affidato a lui il proprio corpo. Dall’ispirazione creativa alla sua matericità fisica, espressa tramite un tatuaggio. E quindi sì il nome Rosacenere, dalla pelle al suo epilogo, attraverso forme diverse di bellezza.
Lo abbiamo incontrato nel suo studio, il Blueroom, nella sede di Milano, appena arrivato da Cabras, in Sardegna – sua amata terra di origine – dove ha aperto l’altra sede del suo studio, cabinet of curiosities in cui immergersi con lui.
Pietro iniziamo dal titolo: Rosacenere perché?
Rosacenere è un percorso circolare che si snoda all’infinito tra la pelle (rosa) e il suo naturale epilogo, la cenere. La pelle è in questo libro la manifestazione di un corpo liberato da ogni giudizio e rivelato con orgoglio.
La cenere, nostra essenza sacra, tramuta in rito l’esperienza del corpo. La cenere è ciò che siamo nel senso più sacro e originale di noi stessi.
Attraverso le pagine del libro compiamo un viaggio attraverso mondi diversi, accompagnati dalla tua creatività. Cosa incontriamo?
Incontriamo la bellezza, in forme diverse. La bellezza di creature marine che nuotano nello spazio di balene in bilico, di meduse oscure dallo sguardo umano, e altri animali, rappresentati nel loro habitat o in contesti surreali. Incontriamo la bellezza di esseri fantastici e metamorfici, di figure della tradizione cristiana e di divinità mitologiche. E ancora, ricami e visioni cosmologiche intrise di simbolismo.
E volti…
Sì, con grandi occhi visionari: sono “volti-sorgente” da cui sgorga acqua, “volti-faro” che emanano luce, volti fioriti, deformati o liquefatti come nei quadri di Dalì.
Insieme ai tuoi lavori hai riunito anche delle fotografie che hai scattato nei tuoi viaggi. Come mai questa scelta?
Rosacenere per me vuole essere anche un memoir fotografico attraverso i Paesi dalla bellezza scandita dalla luce che ho visitato. È anche il potere dell’ignoranza di creare meraviglia.
Un viaggio fisico attraverso strade colme di sguardi mai visti e odori mai sentiti, colori e trame di tessuti rari e antichi, paesi dove il tempo è relativo e la luce ne scandisce la naturale bellezza. Gente, strade, sguardi, luci, architetture…
Tutto quanto porta in sé il ricordo dell’uomo nella sua quotidianità, magari inutile e sciatta, anonima e alienante, per me emozionante memoir raccolto grazie alla fotografia. Tutte possibili fonti di ispirazione, nonché un mio invito al viaggio, alla curiosità della scoperta dei mondi nuovi che sono alla radice di questo libro e ancora prima, e da sempre, del mio lavoro.