Alla scoperta del tatuatore comasco, amante del nero e dell’horror, che nutre un bel sogno: rivisitare in chiave black i full back iconici che arrivano dall’Oriente.
Ciao Pif, ho visto una tua foto molto tenera, di te bambino in compagnia di tuo nonno, sulla tua pagina Instagram. Sbaglio o senza la sua presenza tu oggi non faresti questo mestiere?
Beh, quand’ero bambino mio nonno aveva il suo studio tessile a Como e io passavo le giornate sdraiato sui tavoli a disegnare i miei mostri, mentre i suoi dipendenti disegnavano i loro soggetti per la seta.
Se è vera la storia che siamo determinati da ogni dettaglio del mondo che ci circonda, direi che mio nonno, i miei genitori, i miei amici e la mia famiglia, sono tutti fattori imprescindibili che mi hanno portato a voler seguire questa strada legata alla tattoo art.
E poi senza le tonnellate di carta e inchiostro che mi ha sempre sponsorizzato mio nonno, non sarei come sono oggi.
Di lui ho sempre ammirato l’incoraggiamento a creare e a sviluppare un mio modo di disegnare, il suo esempio indipendente e risoluto.
Riesci a descrivermi lo stile dominante dei tuoi tatuaggi? Per me c’è un uso assoluto del colore nero, svariate influenze horror, inquietanti maschere Oni e una tendenza ad “appuntire” molti soggetti, quasi a renderli ancora più spigolosi/pericolosi. Ti ci ritrovi?
Sì, ho un amore assoluto per il colore nero, soprattutto nei tatuaggi; e poi mi piace interpretare il lato oscuro dei soggetti che mi ispirano. Appuntirli a piacimento, adattare le forme del disegno per vestire il corpo ecc. Le influenze per le mie creazioni arrivano da tutte le parti. La natura, ad esempio, è già davvero metal di suo! (ride) Adoro questo suo lato, anche se in netto contrasto con il mio carattere o la mia “vibe” in generale.
Perché hai questa attitudine così dark nel ritrarre il mondo animale?
Perché fin da piccolo sono sempre stato attratto dal disegnare il grottesco e il mostruoso. Ricordo che da bambino mia mamma mi portò a vedere una mostra di Bosch. Forse quelle scene infernali su tela si sono appiccicate al mio subconscio…
In fondo mi hanno sempre “gasato” i mostri, le varie creature dei cartoni animati e dei fumetti, le bizzarre visioni dei graffiti della mia città o delle altre che visitavo. Crescendo sono rimasto stregato da talmente tante cose che, nel mio caso, è difficile trovare un singolo fattore. A me sembra semplicemente la somma di tutti gli input collezionati lungo il mio viaggio.
Anche se siamo in piena estate – e Natale è passato ormai da un bel pezzo – sono rimasto colpito delle tue storie su Instagram riguardo alla realizzazione dei tuoi cosiddetti “Tattoo Gift Card”. Mi racconti meglio questa tua idea?
L’arrivo del Natale scorso è stata perfetta per produrre una sorta di mini-video promozionale per la mia giftcard natalizia. Ho chiesto al mio collega, il mitico Bruce, di far finta di svenire dopo aver spacchettato la giftcard in modo da ottenere una clip simpatica. Lui – shop manager e stuntman per l’occasione – è caduto di faccia talmente bene che diversi clienti, dopo aver visto il video, mi hanno chiesto la giftcard esclusivamente per fare degli scherzi alle madri o ai parenti! (ride)
Al momento immagino tu sia più reperibile tra Milano (“Milano City Ink”) e Como (“Ueo Tattoo Factory”), ma vorrei che mi spiegassi anche qualcosa del tuo ruolo presso il “Der Grimm Tattoo” di Berlino…
Come hai detto bene tu il “Der Grimm Tattoo” è uno studio internazionale dove ho la fortuna di tatuare quando mi trasferirò in Germania. M’ispira il suo ambiente creativo e non vedo l’ora di tornare a viaggiare regolarmente. Al momento vivo a Como, mi appoggio da “Ueo Tattoo Factory” e condivido molti progetti con amici e colleghi della zona. Una zona davvero piena di artisti bravissimi che, col loro esempio, mi aiutano a crescere artisticamente. Vengo anche regolarmente a Milano. Al “Milano City Ink” è sempre stimolante tatuare con Alan e Chri e tutti quei guest decisamente stilosi!
Mi sveli l’espressione artistica che ti ha colpito di più in questi ultimi tempi e che potresti sublimare in qualche tuo futuro lavoro su pelle?
I miei futuri lavori su pelle dipendono esclusivamente dai miei clienti. Sono loro difatti a portarmi l’ispirazione tramite soggetti di film, libri o input che, in generale, rappresentano le loro storie.
Io resto stregato ogni volta dal concetto di certi full body orientali: la possibilità di piazzare soggetti oversize e vestire di conseguenza il corpo.
L’uscita dell’ultimo, interessantissimo libro di Filip Leu www.tattoolifestore.com/filip-leu-the-book/ mi ha ovviamente ispirato e sto studiando soggetti iconici orientali da rivisitare in chiave black. Perché, sai, adoro la massima “semplice è il contrario di facile”…