Abbiamo incontrato una delle dieci protagoniste del ‘Hard Times Tattoo’ di Torino. E scoperto quanto il suo cuore batta forte al ritmo dello stile Traditional.
Pamela, mi spieghi esattamente come ti sei avvicinata al mondo della tattoo art?
Mi è sempre piaciuto disegnare (in pratica lo faccio fin da quand’ero bambina) e quel che dico sempre è che il disegno mi ha davvero salvata. Sai, mi immergevo nel mio mondo e stavo bene.
Da ragazza ho iniziato ad acquistare le riviste di tatuaggi ed ero affascinata da questa forma d’arte così speciale. Poi è arrivato il percorso lavorativo vero e proprio…
Raccontami tutto…
Ho iniziato a fare qualche lavoretto qua e là, ho anche prestato servizio in fabbrica e in un supermercato, ma non ho mai abbandonato l’idea di provare a tatuare visto che per me restava un’attrattiva troppo forte ed intensa.
Un giorno mi hanno regalato la mia prima macchinetta ad aghi e non l’ho più mollata un secondo!
Da lì ho cercato di entrare in uno studio come apprendista e, quando finalmente l’ho trovato, mi sono alternata tra ben due lavori. Mi sbattevo tantissimo semplicemente perché volevo diventare una tatuatrice a tutti gli effetti!
Il tuo amore per il Traditional – che tu esegui in una maniera molto affascinante, simpatica e radiosa – come nasce?
Quando ho cominciato, più di dieci anni fa, pensavo che lo stile Realistico sarebbe stato quello più adatto a me. Studiavo tutti i generi e, girando anno dopo anno per le varie tattoo convention, notavo che i pezzi Traditional invece che perdere fascino, lo acquisivano!
Sembrava che più passasse il tempo, più diventassero belli ed apparissero davvero senza tempo. C’è anche un motivo legato alla musica visto che, più mi addentravo nella cultura rockabilly, più il tatuaggio non poteva che essere Tradizionale.
Qual è la formula, nel 2024, per portare la magia del Traditional anche presso le nuove generazioni?
Sicuramente, rispetto a qualche anno fa, la richiesta delle nuove generazioni sta principalmente virando verso uno stile più “minimal”. Nonostante ciò continuo a notare una nicchia di giovani appassionati che decidono fin da subito di avvicinarsi al Traditional.
Personalmente eseguo anche tipi di richieste lontane da questo stile e, quando ne ho l’occasione, cerco di indirizzare il cliente verso una “customizzazione” del soggetto, traducendolo in una chiave più affine al mio genere preferito. In parole povere credo che la magia possa avvenire quando proponi un Traditional diverso dai soliti schemi utilizzando tale tecnica per interpretare dei soggetti diversi dalla classica iconografia. E ti sto parlando di oggettistica, memorabilia, ritratti di animali domestici o di icone dello spettacolo. Anche cibo, perché no? (sorride)
So che sei un’amante dei gatti e della buona cucina. Fosse per te tatueresti solo felini e leccornie in stile Traditional?
Nella vita sono sicuramente un’amante dei gatti (ne ho due) e sì, anche della buona cucina! Nel tatuaggio, invece, non faccio preferenze. Mi piace tatuare tutti i tipi di animali: cani, gatti, gorilla, volatili ecc. Da questo punto di vista ho molte richieste che riguardano portrait, ma pure utensili da cucina e cibarie in generale.
Mi parli del tuo ambiente lavorativo presso l’ ‘Hard Times Tattoo’ di via Buniva a Torino?
Siamo un bel team da ‘Hard Times Tattoo’ (IG: @hardtimestattoo): dieci tatuatori/tatuatrici per la precisione. Un ambiente con molte persone al suo interno può essere a volte un po’ complesso, ma resta sicuramente qualcosa di stimolante che ti permette di confrontarti e crescere assieme giorno dopo giorno.
Difatti i miei colleghi sono tutti dei professionisti verso i quali nutro molta stima.
Ad agosto sei stata in Irlanda per un guest spot presso il ‘The Black Poppy” di Cork. Qual è il tuo rapporto con le trasferte lavorative?
Beh, mi è sempre piaciuto viaggiare e credo che sia una delle cose più belle al mondo! E poi questo lavoro mi ha dato la possibilità di conoscere un mucchio di persone e professionisti in grado di spronarti a migliorare/osare.
Ho avuto la possibilità di partecipare a diverse tattoo convention in Europa mentre ora sono più indirizzata verso i guest spot, ma non è detto che nel futuro prossimo non prenda in considerazione di partecipare ad altri eventi del genere. La cosa importante nella vita è muoversi, no? (sorride) In Irlanda, al ‘The Black Poppy’ di Cork (IG: @theblackpoppy.cork), mi reco spesso ed ormai anche lì mi sento un po’ come a “casa”. Ci vado per ritrovare amici e clienti e sono molto contenta di tutto ciò.
E le tue ultime parole famose sono… ?
Non credo di averci mai pensato e non penso neanche di averle queste benedette “ultime parole famose”. Eppure esiste un motto degli antichi uomini di spada, nonché dell’asso di spade delle carte trevigiane verso le quali ho un legame affettivo forte dovuto alle mie origini venete, alla mia infanzia e ai miei nonni. E questo motto è:“Non ti fidar di me se il cuor ti manca”.