Il tatuatore di Alba, presenza fissa al ‘Korpus Domini’, ribadisce che solo il duro impegno e il costante miglioramento contano per far strada nella tattoo art.
Ciao Nikk, partiamo dal tuo nome: si tratta di un soprannome legato al fatto che tu sia un poco “testardo”?
In pratica si, il mio soprannome deriva proprio dalla mia testardaggine. Forse è legato anche al segno dell’ariete e rimanda ad un bel capoccione che nella maggior parte delle situazioni mi ha aiutato molto.
Iniziai ad usarlo per scherzo ancor prima di intraprendere il lavoro da tatuatore. Poi gli amici hanno iniziato a chiamarmi di continuo così e quindi l’ho mantenuto anche ora che faccio tattoo art. Inoltre questo nome è legato anche ad un gioco di carte e ad un formaggio che amo, prodotto nella mia zona di Alba.
Ti posso definire un tatuatore che ama la strada?
Si, mi piace molto viaggiare. Non nego che sia stancante (soprattutto in questi anni di pandemia), ma resta allo stesso tempo molto stimolante essere sempre in movimento e aver la possibilità di conoscere persone nuove e confrontarsi con vari amici del mestiere per poter imparare ogni volta cose nuove.
Il bello di questo mestiere è quello di non fermarsi mai, cercare sempre di migliorare e ogni tanto provare strade diverse.
Hai svolto dei guest in tre posti differenti (Roma, Alba e Milano) e poi so che stai per partire per delle nuove avventure all’estero. Mi racconti tutto?
Attualmente in Italia ho una guest fissa al ‘Korpus Domini’ di Alba, vicino a dove abito, in compagnia di Paola Currado e Freak Dado.
A Milano, presso il ‘Puro Tattoo’, sono stato resident assieme a Marco Matarese, Gilberta Vita, Santhelia, Alba Buscemi e Gino Sorgente mentre a Roma, allo ‘Scrimshaw Tattoo’ di Serena Caponera, ho prestato servizio assieme a tutto il suo team composto da Mercuriocromo, Davidedot e Francesco Ruggeri. Adesso che la situazione è migliorata sto iniziando a viaggiare di più all’estero.
Ci terrei a pianificare dei guest in varie nazioni tra cui la Germania, l’Inghilterra, il Belgio e l’Austria, ma sto già pensando di aggiungere anche altre mete.
Come definiresti la tua arte? C’è tantissimo uso del nero, ok, ma anche un ottimo uso delle linee, dei dettagli e delle sfumature per sottolineare i caratteri dei tuoi soggetti…
Bella domanda. Negli ultimi anni in tanti mi hanno chiesto il nome del mio stile e sinceramente ancora oggi non so dare una risposta ben precisa. Non ha un nome, è una cosa che nasce di getto e che vedo solo nella mia testa. Lo so, viste le tante linee non sono molto a posto mentalmente, ma mi piace dare forma alle cose a modo mio e sembra che alla gente piaccia abbastanza! (ride) Un mio amico l’ha definito “Flowing Sketch”, vale a dire uno schizzo che scorre, ma in per semplificare tutto dico che rientro nelle categorie del blackwork e del fineline.
Da dove trai l’ispirazione?
I miei disegni trovano ispirazione nei soggetti organici. Avendo io una base di disegno sia tecnico che meccanico, ho cercato di interpretare questi stessi soggetti, uniti ad elementi astratti, con una visione matematica formata da linee e geometrie. Durante il mio percorso formativo ho sperimentato molti stili e tecniche, cosi da poter avere una buona conoscenza in tutti i campi e successivamente poter perfezionare il mio “marchio di fabbrica”.
Tant’è che ora, tramite i miei disegni, cerco semplicemente di trasmettere emozioni e sentimenti creando un ornamento per il corpo che possa anche seguire e risaltare la forma di esso.
Hai avuto dei maestri o delle influenze ben specifiche per raggiungere il tuo status di artista?
Tutte le persone con cui sono stato e sono tuttora in contatto mi hanno influenzato e continuano a farlo. Ogni giorno si può imparare qualcosa di nuovo: dal parlare con un altro tatuatore al provare una macchinetta o sperimentare qualcosa di inedito nei propri disegni.
Per me essere tatuare è stata prima una passione/sogno, poi un lavoro a tratti ossessivo e adesso dopo dieci anni e tanti sacrifici, è diventato un piacere in continuo aggiornamento.
Posso dire che la buona sorte di fare le cose giuste nel momento giusto unita alla mia grandissima testardaggine e all’immancabile duro lavoro, mi hanno dato la possibilità di realizzare tanti piccoli obiettivi. Da questo punto di vista posso ritenermi molto fortunato.
Senti musica quando disegni per conto tuo progettando nuovi tatuaggi?
La musica è una cosa che amo davvero tanto, diciamo quasi che odio il silenzio. Sicuramente la categoria di musica che ascolto di più è il rock e tutti i suoi derivati, ma se ti facessi ascoltare la mia playlist, ti sembrerebbe di essere in presenza di una personalità multipla perché c’è davvero di tutto: rock dagli anni ‘60 fino ai giorni nostri, punk, metal, nu metal, indie, alternative, blues, jazz, classica stile Beethoven e Vivaldi, fino a chiudere in bellezza con le sigle o le colonne sonore dei cartoni animati.
E le tue ultime parole famose sono…?
Che dire, il mondo del tatuaggio è bellissimo perché puoi riuscire a realizzare tantissimi progetti, ma le persone che si buttano nella tattoo art devono sapere e accettare il fatto che c’è da sudare veramente tanto. Soprattutto bisogna mandare giù tante delusioni mettendo spesso da parte l’orgoglio personale.
A parte l’aiuto dei social bisogna mantenere l’idea che per raggiungere gli obiettivi prefissati è necessario lavorare in continuazione e fare molti sacrifici per tantissimo tempo. E solo alla fine ti tornerà indietro quello che hai sognato per tutta la vita.