Abbiamo conversato con il proprietario (assieme alla sorella Daria) del ‘Venerdì 17 Tattoo’ di Asti: un tattoo shop che non bada in alcuno modo alla superstizione.
Nik, come hai capito una volta per tutte che nella vita avresti fatto il tatuatore professionista?
Beh, è stato tutto un susseguirsi di eventi che, per fortuna, mi hanno portato a intraprendere questo mestiere semplicemente incredibile. Primo tra tutti ringrazio mia sorella Daria (oggi mia collega di lavoro e socia a sua volta dello studio) perché in un momento delicato della mia vita, un periodo dov’ero un po’ perso, ha saputo indirizzarmi in questo ambiente. Permettendomi di incanalare nell’arte ciò che provavo dentro di me.
Nutrivi dei dubbi all’epoca?
Sì, ho sempre visto questo mestiere come inarrivabile. E non saprei spiegarti perché, ma una volta che mi ci sono trovato dentro, mi è venuto tutto naturale. Lo sentivo mio. E sai quando l’ho capito? Quando, in maniera inaspettata, ho guardato negli occhi il mio primo cliente.
Cosa è successo quella volta?
Quel cliente era in lacrime. E poi mi ha abbracciato e ringraziato per il lavoro eseguito. Ecco, in quel determinato momento, quella sua reazione così spontanea mi ha fatto sentire davvero speciale e importante.
La gratificazione ricevuta è stata la benzina che ha alimentato il mio lavoro successivo.
E che mi ha fatto capire come questo non sia un mondo banale o superficiale fatto di solo “apparire”.
Il tuo nome d’arte da cosa nasce? Perché proprio il “lupo”?
In realtà “Wolf” è un nickname che mi accompagna fin dalla prima adolescenza. Un soprannome che mi è stato scherzosamente dato da una persona a me parecchio cara. L’ho utilizzato in varie occasioni prima di adottarlo anche in ambito lavorativo. E comunque il lupo resta un animale evocativo nel quale rivedo alcune caratteristiche che mi appartengono.
Perché proprio il NeoTraditional e non un altro stile a livello di ispirazione artistica?
Domanda difficile. Magari perché mi riesce bene! (ride) Scherzi a parte, tra me e il NeoTrad è stato amore a prima vista: vuoi per l’uso delle linee, vuoi per la morbidezza delle forme e dei colori e non solo per quello.
Di mio ho una predilezione per i lavori leggibili e puliti.
Il NeoTrad mi consente di trattare qualsiasi tipo di soggetto ottenendo un risultato moderno, ma anche duraturo nel tempo. Senza contare la sua adattabilità a figure, forme e colori che pochi altri stili possiedono.
Ti “accontenta” anche come stile?
No, sono sempre alla ricerca di qualcosa di più, di qualcosa che caratterizzi a fondo la mia arte. Spero di essere sulla strada giusta, anche perché nella vita mi piace cambiare costantemente, reinventarmi, scoprire cose nuove. La mia è solo una “fase”. Una piccola parte di ciò che sono e del contributo che posso dare in tale ambito
Come fai ad ottenere dei colori così vivi, nel senso di pregnanti e delicati allo stesso tempo?
Sono un buon osservatore. Riesco a fare mie alcune tecniche di lavorazione che negli anni ho avuto la fortuna di veder eseguite da altri colleghi che stimo profondamente. Questo, unito a dei corsi avanzati al quale ho partecipato in passato, mi hanno permesso di raggiungere la tecnica di saturazione dei colori che utilizzo al giorno d’oggi. Credo però – come ti ho già detto – che la strada sia ancora lunga e non si smetta mai di imparare. Anche grazie all’evoluzione dei materiali e dei pigmenti utilizzati.
Il tuo uso del colore mi sembra quasi “poetico”: che ne pensi?
Beh, sfortunatamente non ho mai avuto una Accademia d’Arte alle spalle e tutto ciò che so l’ho imparato improvvisando e lasciandomi guidare dai colori stessi. Forse questa mia “visione” mi ha permesso di trasmettere qualcosa in più ai miei lavori… Ad ogni modo stiamo parlando di un campo complesso al quale sto cercando di dare una leggibilità più chiara riportando sempre gli stessi toni, ma allo stesso tempo restringendo la gamma di colori utilizzati. La mia filosofia? Less is more!
Non mi sembri molto scaramantico dato che hai chiamato il tuo studio di Asti ‘Venerdì 17 Tattoo’. Perché quella data in particolare? Si è trattata di quella dell’inaugurazione?
Ci sei andato vicino! La data non si riferisce all’inaugurazione dello studio ma al giorno in cui tutto si è concretizzato con la sua registrazione in Camera di Commercio! (ride) Ero al telefono a litigare con mia sorella perché quei signori mi chiedevano di indicare un nome per lo studio stesso. Quando guardando il calendario ci siamo accorti che era venerdì 17, beh, abbiamo detto addio per sempre alla scaramanzia. Quello, in definitiva, era il nostro giorno.
Siete aperti da tanto?
Da quindici meravigliosi anni. E ogni venerdì 17 dell’anno organizziamo una giornata “walk-in” di beneficenza dove andiamo a donare il ricavato a vari enti locali. Il nostro è solo un piccolo gesto per ringraziare gli altri di ciò che abbiamo e ricordarci di quanto ci sentiamo fortunati.
Mi sveli i tuoi prossimi impegni estivi? Progetti, tattoo convention, guest-spot?
Mi sto mobilitando per guardarmi fuori dall’Italia e – perché no? – magari aprire uno studio all’estero. Attualmente non ho guest in posti fissi. Mi piace fare conoscenze nuove e muovermi tramite solide amicizie. Ringrazio luoghi come ‘Shade Tattoo Studio’ (IG: @shadetattoogallery), ‘Artigiano Tatuatore’ (IG: @artigiano_tatuatore), ‘Lo Scarabocchio Tattoo Studio’ (IG: @lo.scarabocchio.tattoo), ‘Lacrimanera Tattoo Saloon’ (IG: @lacrimaneratattoosaloon), ‘Alex De Pase Stores Roma’ (IG: @alexdepasestoresroma) e molti altri che mi hanno ospitato e spero mi ospiteranno ancora! Come convention mi auguro di partecipare alle prossime in programma a Torino, Milano, Cagliari e Bruxelles. Ho anche mandato la mia richiesta alla ‘Tattoo Planetarium’ di Parigi: per me sarebbe un sogno andarci!
E le tue ultime parole famose sono… ?
Semplice: ringrazio chi ha creduto e continua a credere in me. Supportandomi e dandomi la forza di migliorare sempre di più.