Dalla piccola cittadina di Acquasparta alle guest di prestigio in mezza Europa. Conosciamo meglio la storia del tatuatore umbro e del suo stile davvero unico.
Nicolas, di solito chiedo ai miei intervistati che cosa gli ha fatto intraprendere la strada del tatuaggio in vita loro. Nel tuo caso, invece, vorrei conoscere come hai scoperto di possedere così tanta arte dentro di te…
Innanzitutto grazie mille per le tue parole! Ho iniziato a disegnare fin da bambino con mia madre e, dai racconti dei miei genitori, quella era la cosa che preferivo fare in assoluto. Successivamente ho svolto studi del tutto diversi (ragioneria ed economia) continuando comunque a disegnare come hobby. Sono quindi un autodidatta.
Poi cosa è successo?
Durante i miei anni universitari ho iniziato ad approcciare il disegno in modo diverso, utilizzandolo come mezzo di comunicazione e sfogo. Anche al tatuaggio sono arrivato in quello stesso periodo. Direi quindi che disegno da sempre, ma la mia “arte” nasce dall’idea che non avrei un senso senza quest’ultima.
Ti faccio subito la domanda più impegnativa di tutta la nostra chiacchierata: come descriveresti lo stile davvero originale dei tuoi tatuaggi e, soprattutto, cosa vuoi comunicare con le tue elegantissime figure femminili?
Uno stile immediato ed intenso, spero! (sorride) Mi piace molto l’approccio spontaneo e sperimentale. Difatti nel disegno non utilizzo mai la matita, ma la penna in modo da tenere l’errore come parte fondamentale dell’opera finale. In pratica non esistono cancellature né correzioni nei miei disegni: si tratta di un flusso unico di pensiero e azione. Il mio è solo il gesto immediato della mano sulla carta.
Perché tutto ciò?
Per comunicare la vita stessa, fatta di uomini e donne in carne ed ossa, di corpi che sentono e provano l’urgenza delle cose. L’emergenza espressiva è al centro della mia produzione, senza fronzoli né artifici di sorta. Adopero pochi tratti per lasciare spazio all’interpretazione dell’osservatore.
Una volta creata l’opera quest’ultima si distacca in parte da me per poter acquisire significati nuovi grazie all’incontro con altri occhi diversi dai miei.
A livello di influenze artistiche che cosa mi racconti?
Che c’è sicuramente tutto il periodo artistico della Secessione Viennese. Parto da lì per poi cercare una mia via per rappresentare determinati soggetti e concetti.
Cosa rappresenta l’eros per te?
Mi risulta difficile rispondere a questa domanda! Se si intende l’eros come pura tensione sessuale non è mio scopo rappresentarlo e non rappresenta nemmeno me.
Mi sveli le differenze tra l’Agus tatuatore e l’Agus pittore?
Diciamo che la pittura e il tatuaggio sono due percorsi e soprattutto due processi creativi del tutto diversi tra di loro. Credo che la pittura (o il disegno) sia una attività molto più egoistica che riguarda me e la tela o foglio che sia.
Il tatuaggio invece si fa in due… e per di più sulla pelle!
Una gran bella differenza.
Sì. Questo ovviamente rende l’approccio alla cosa molto diverso. Nel creare un tatuaggio tengo in considerazione in primis la posizione del corpo in cui andrò a realizzare il lavoro. Innanzitutto per cercare di seguire al meglio le forme e giocare con il corpo stesso. Il disegno viene poi comunque realizzato su carta in grandi dimensioni (sai, non mi trovo con i fogli piccoli) utilizzando reference fotografiche oppure disegnato freehand sul corpo.
Ci sono anche dei maschi tra i tuoi clienti oppure, data la natura dei tuoi soggetti, tatui al 99,9% esclusivamente su dei corpi femminili?
Effettivamente ho una clientela prevalentemente femminile. Su due piedi ti direi un bel 65% donne e un 35% uomini.
Il tuo luogo di azione mi sembra suddiviso tra l’Umbria e Milano. Mi racconti qualcosa di più?
Io sono originario di un piccolo paesino umbro, vale a dire Acquasparta. Qui ho un mio atelier di pittura, alias il mio spazio creativo. Tutto nasce dentro questo luogo: sia i quadri che i progetti per i tattoo. Non è però uno studio di tatuaggi. Questi vengono realizzati in alcuni tattoo shop che si trovano a Perugia e Terni. A Milano sono sempre al ‘Puro Tattoo Studio’ (IG: @purotattoostudio) dove ormai mi sento come se fossi a casa.
Hai già in programma delle tattoo convention e dei guest spot di prestigio per i primi mesi del 2023?
Non sono un fan delle convention. Sai, non riesco a stare troppo in mezzo alla confusione, quindi di conseguenza mi risultano veramente faticose. Preferisco piuttosto fare dei guest. In questo periodo della vita ne sto facendo molti in Europa per poi magari tornare nel mio piccolo paese e stabilirmi lì per il resto del tempo. Diciamo che sto sfruttando tutte le energie che si hanno da giovane! (ride) In ogni caso vengo da un 2022 con almeno un paio di trasferte al mese e ho gli stessi piani per il 2023. In programma ho dei guest a Parigi, Berlino, Amsterdam, Zurigo, Londra, Oslo e molte altre città europee.
E le tue ultime parole famose sono…?
Non sono granché bravo con le parole, ma direi un enorme grazie a tutte le persone che mi supportano e aiutano costantemente.