Il tatuatore astigiano di stanza al ‘Venerdì 17 Tattoo’ ci racconta della sua arte ispirata a Cartoon/New School e della sua missione di “creare mondi fantastici partendo dall’idea del cliente”.
Mirko, nella vita hai sempre voluto fare il tatuatore?
In realtà da piccolo volevo fare qualcosa che avesse a che fare con l’archeologia. Poi è arrivata la prima adolescenza ed i videogame mi hanno rapito e salvato la vita diventando la via di fuga da situazioni familiari complicate.
Solo dopo, quando ho capito che mi piaceva disegnare, ho pensato al tatuaggio, ma ti assicuro che tutto è partito dalla mia voglia d’evadere nel mondo del fantastico.
Sicuramente il fatto che mio fratello tatuasse mi ha aiutato anche se il desiderio di lavorare con la creatività è stato il vero motivo per cui sono approdato in questo mondo.
Di solito chiedo ai miei interlocutori spiegazioni dettagliate sul loro stile principale, ma nel tuo caso direi che una descrizione di tuo pugno come “Creo Mondi fantastici partendo dalle vostre idee” descriva già un po’ tutto alla perfezione, no?
Si, è una descrizione concisa ed abbastanza corretta. Voglio raccontare delle storie su pelle e cerco di farlo al meglio: il mio lavoro è essenzialmente questo.
Mi parli dei tuoi stili specifici?
Non so se faccio Cartoon, New School o tatuaggio Illustrativo. Sai, mi sono slegato dalle definizioni quando ho capito di non essere tagliato per eseguire un solo genere seguendo dei canoni specifici. Sicuramente ho delle influenze pop che convivono con una mia parte un po’ più oscura. La mia mano è in piena evoluzione al momento.
Pensi di avere avuto dei maestri o delle influenze principali per ciò che concerne le tue creazioni su pelle?
Assolutamente sì! Tempo fa guardavo con grande interesse i lavori di Nick Baxter (IG: @burningxhope), Victor Chill (IG: @victor_chil) e Luca Natalini (IG: @lucanatalini). Successivamente ho iniziato a cercare linee sempre più Cartoon-oriented e nel mio mirino sono comparsi altri artisti, in primis Jamie Ris (IG: @jamieris).
Ora sono più concentrato a sviluppare dei tratti personali forti e tendo a buttare l’occhio al di fuori del mondo del tattoo.
Mitch Leeuwe (IG: @mitchleeuwe), ad esempio, è uno dei disegnatori/illustratori che seguo maggiormente. Ispirarmi a lui ha contribuito a dare un taglio maggiormente “Cartoon” ai miei disegni.
Posso dirti che mi sembri molto “sofisticato” come tatuatore? Nei tuoi stencil riscontro guizzi, idee grafiche e non solo mere riproduzioni…
Non so se quello sia l’aggettivo in grado di descrivermi al meglio. Alle volte, forse, vorrei davvero esserlo “sofisticato”! (ride) Sicuramente do molta importanza alla fase preparatoria.
Mi creo un moodboard, guardo immagini e cerco referenze quando preparo le mie tavole, però non ricalco mai forme da foto o disegni già fatti da altri artisti. Sai, penso che evitare di copiare delle forme altrui mi aiuti ad essere maggiormente riconoscibile; e in questa fase voglio lavorare sulle impostazioni e la connessione tra i vari soggetti per dare maggiore armonia ai miei tatuaggi.
So che sei di Asti, ma non ho capito bene dove svolgi la tua attività da tatuatore…
Vivo ad Asti e collaboro dall’Età del Bronzo – scherzo, sono “solo” dieci anni ormai… – con i ragazzi di ‘Venerdì 17 Tattoo’ (IG: @venerdi17tattoo). Al momento mi trovate lì.
Mi sveli a quali guest spot e tattoo convention prenderai parte a breve?
Sicuramente parteciperò alla ‘Torino Tattoo Convention’ e penso di fare anche i due eventi principali di Milano. Poi mi piacerebbe tornare a lavorare in Spagna. Per quanto riguarda le guest il discorso, per me, è sempre stato complesso. Nel tempo ne ho programmate tante e ho sempre fatto fatica a segnare i miei appuntamenti. Probabilmente avrò un quadro più chiaro dopo la convention torinese in vista di eventuali ospitate italiane.
E le tue ultime parole famose sono… ?
Non saprei! (ridacchia) Non sono un fan delle citazioni o delle frasi ad effetto. Però posso dirti questo: la mia filosofia è quella di prediligere la camminata allo scatto, andare piano mi aiuta a riflettere e a fare delle scelte migliori. La competizione (o la percezione della stessa) possono essere spietate. Preferisco evitare una corsa sfrenata e cercare di migliorare passo dopo passo.
La trovo un’ottima mentalità.
Sì, accettare gli inciampi sul percorso, per me, resta la chiave principale. Quella e un po’ di versatilità.