Intervista doppia ai tatuatori Vanessa Corsale e Gianluca Artico, proprietari di una bella realtà capitolina dove lavorano assieme a loro figlio Edoardo (che svolge funzioni da “barber”).
Ciao Vanessa e Gianluca! Da quanto tempo esiste il ‘MetropolisShop’ di Roma, qual è stata l’idea nel fondarlo e perché avete deciso di abbinargli anche un’attività di barber shop?
(Gianluca) Beh, dopo il Covid ci siamo parlati e abbiamo pensato che era il momento di nascere dopo una rinascita. Mio figlio Edoardo voleva aprire una barberia… e da li è partita la nostra fusion!
(Vanessa) Era molto tempo che ne parlavano, dopo anni di lavoro in altri studi. Sai, nel 2020 abbiamo messo su famiglia e l’idea di mettere radici anche in uno studio tutto nostro, beh, ci piaceva! (sorride) La trovata di abbinarci un barbershop l’abbiamo presa da altri studi che avevamo frequentato durante le nostre varie guest. In pratica ci piaceva avere due attività in uno e di lavorare in famiglia.
Al ‘MetropolisShop’ vi occupate di parecchi stili (Tradizionale, Giapponese, Californiano, Cartoon, Realistico, Fine Line, Ornamentale e New Traditional). Vi fa di fare un po’ di ordine e specificarmi chi fa esattamente cosa?
(Gianluca) Vanessa tratta il Tradizionale da anni e l’ha mescolato al Cartoon. Per lo stile Giapponese abbiamo Lorenginho (IG: @lore_nginho) che è sulla scena da oltre venticinque anni. Nel Fine Line, invece, spicca di sicuro la nostra Federica Fratini (IG: @federicafratinitattoo) con una tecnica al di fuori del normale; mentre per quanto riguarda il resto ve lo faccio dire da Vanessa…
(Vanessa) Sì, siamo uno studio abbastanza poliedrico in modo da poter accontentare tutta la nostra clientela. Oltre i nomi citati da Gianluca, abbiamo anche Liam, artista top per quel che riguarda Chicano/Realistico e Lettering, ma anche Carlos per quel che concerne l’Iper-realismo. Poi c’è una nuova scoperta come Serena Daydreams che si occupa di Cartoon (e in particolare di soggetti legati ai Pokemon) e Manuela Giordano forte del suo inconfondibile stile “sketchato”. Siamo molto orgogliosi di tutti loro.
Spendiamo due parole anche sul servizio da barbiere presentando il vostro esperto in materia?
(Gianluca) Il barbiere, come ti dicevo, è Edoardo (IG: @edobiasix), nostro figlio. Ha ventotto anni e fa la gavetta da quando ne aveva diciannove. Ha lavorato presso una barberia famosa qui a Roma, in zona Montagnola, e poi è tornato nella sua zona imponendosi con una certa dose di personalità. Oggi, se non prenoti in anticipo un appuntamento, è quasi impossibile farsi fare i capelli da lui.
(Vanessa) Sicuramente è sempre un’ottima cosa prenotare un taglio da Edoardo se si vuole avere il suo servizio a disposizione… (sorride) Lui è davvero tanto richiesto ed è anche bravissimo con i bambini.
Mi piacerebbe che ora Gianluca dica a Vanessa qualcosa che non le ha mai confidato prima in relazione al ‘MetropolisShop’. E lo stesso faccia Vanessa nei suoi confronti…
(Gianluca) Cara Vanessa, è ora che tu ammetta al mondo intero che il nome ‘Metropolis’ l’ho scelto io! (ride)
(Vanessa) Caro Gianluca, è ora che tu sappia che i colori che avevi scelto inizialmente per lo studio erano semplicemente orribili! (ride) Meno male che sono intervenuta io con i miei gusti raffinati… P.S.: tu pensi di aver scelto il nome ‘Metropolis’. Già, ma lo pensi e basta! (ride ancora)
Cosa bolle in pentola per questa nuova annata 2024/2025 del ‘MetropolisShop’?
(Gianluca) A me piacerebbe organizzare delle giornate di pittura collettiva anche con altri tatuatori. Perché, sai, la natura di questo lavoro è basata sull’arte e ogni volta che facciamo dei workshop finiamo solo per migliorarci.
(Vanessa) Amerei poter continuare a collaborare a livello artistico con altri colleghi, magari organizzando qualche collettivo ad hoc. E poi vorrei poter iniziare una linea di abbigliamento incentrata sulla mia arte.
Qual è la colonna sonora che va per la maggiore al ‘MetropolisShop’?
(Gianluca) Io ascolto molto spesso gli Ozric Tentacles. E poi svario dai Cure alla musica reggae. Per far contenti tutti diciamo che non mi pongo limiti.
(Vanessa) Io sento tantissima musica anni Ottanta, punk californiano, ma anche musica italiana sempre di quel periodo. E poi litigo sovente con Gianluca per fargli togliere gli Ozric Tentacles! (ride)
Vi trovate a Roma in via Giambattista Pagano 16. Come pensate di essere inseriti all’interno della scena capitolina del tatuaggio?
(Gianluca) Ritengo che siamo già un punto di riferimento a Roma sia per ciò che riguarda l’accoglienza sia per via della qualità. Molti tatuatori mi scrivono di continuo che vorrebbero entrare nel nostro staff. I clienti tornano sempre soddisfatti dal tatuaggio precedente e parecchi altri vengono giusto per stare in nostra compagnia, senza neanche tatuarsi. E questa, credimi, è una vittoria importante!
(Vanessa) Per fortuna siamo già diventati una bella realtà. Conosciuta sul territorio romano, ok, ma anche nel resto d’Italia visto che abbiamo clienti che ci raggiungono un po’ da ogni parte, estero compreso. Insomma, siamo in continua crescita sperando di poter dare sempre di più a chi ce lo chiede.
Amate muovervi per convention e guest spot oppure prediligete dirigere il ‘MetropolisShop’ per buona parte dell’anno?
(Gianluca) Io adoro tornare ogni anno a Torino e, in tutta sincerità, partecipo alle altre convention dove mi invitano. Sono stato di recente a La Coruna, in Spagna, per un piccolo “expo” composto da dei tatuatori eccezionali. Nel 2025 sarò al ‘Mondial du Tatuage’ a Parigi per la seconda volta in vita mia. Penso sia tra gli eventi più belli di sempre
(Vanessa) Sì, abbiamo delle convention a cui siamo molto affezionati e dove ci piace sempre andare. Quest’anno vorrei visitare qualche altro evento all’estero. Vediamo dove ci porterà il cuore.
Ultima domanda: pensate che esista una frase in grado di sintetizzare la vostra missione come proprietari del ‘MetropolisShop’?
(Gianluca) Io ripeto sempre un concetto: siate coraggiosi nella realizzazione di qualcosa. Spingete al massimo, non siate banali e mettete in campo la vostra personalità!
(Vanessa) Spero sinceramente che il ‘Metropolis’ possa diventare un punto di riferimento: non solo artistico, ma anche umano. Già, vorremmo essere in primis umani. E continuare a credere nei nostri sogni.