Una intervista piena di aforismi interessanti, quella con il proprietario del ‘Krio Tattoo’ di Roma. A cominciare dal fatto che il pensiero non lo puoi mai imprigionare.
Mauro, mi racconti perché hai scelto di fare il tatuatore nella tua vita? C’è stata una circostanza che ti ha condotto sulla via della tattoo art?
Beh, tutto nacque nel periodo della leva militare. Mi ritrovai a sfogliare per caso delle piccole riviste di tatuaggi – principalmente soggetti tribali e immagini vettoriali – e posso dire che da lì, saremo stati al principio degli anni 2000, scattò la fatidica scintilla.
Come ti descriveresti al pubblico di Tattoo Life?
Personalmente non mi reputo un bravo disegnatore; anzi, raramente ho toccato matita e pennelli! (ridacchia) Eppure, se fossi nato nell’Ottocento, probabilmente sarei stato un ottimo falsario. Semplicemente perché io nasco come copiatore di immagini…
Me lo citi un tuo punto di riferimento quando pensi al mondo del tatuaggio?
Ci sono diversi artisti che stimo e alcuni di loro sono anche i miei preferiti: Neon Judas, Filip Leu, Paul Booth. Tatuatori totalmente diversi tra loro ma, avendo io fatto una gavetta molto eterogenea, fortunatamente sono riuscito ad approcciare più stili diversi.
Mi sembri uno che non si accontenta mai di ciò che raggiunge, vero?
Esatto. Ogni periodo della mia vita mi ha portato ad andare verso un nuovo stile e di conseguenza verso impostazioni e progettazioni diverse, rimettendomi sempre in gioco.
Questa è la mia indole dato che non riuscirei mai a rimanere su una stessa linea.
Nasco infatti con lo stile Giapponese, ma negli anni ho rivolto la mia attenzione anche sul Trash Polka e sul Realistico. Detto tra noi: li amo tutti indifferentemente, non c’è un genere che non mi piace eseguire. Di sicuro cambierò ancora in futuro buttandomi sempre su sfide differenti per non far annoiare la mia mente.
Appunto. Il tuo ultimamente è uno stile Black-n-Grey che passa volentieri dal Realistico fino ad un pizzico di Surrealismo concentrandosi spesso e volentieri sui volti femminili, sulle Payase di estrazione Chicana, sulle suggestioni Egizie e sul mondo degli animali. Ti piace come definizione oppure pensi che ci sia molto di più da aggiungere?
Come ti dicevo prima, i miei stili sono molto diversificati tra di loro. Non ho alcuna coerenza in ciò che faccio, ho stimoli diversi a seconda delle richieste della clientela e in base al momento della vita che sto vivendo.
Cosa noti nelle nuove generazioni che si approcciano a questo mestiere quando organizzi i tuoi seminari dal vivo?
Beh, quando valuto le nuove generazioni che si approcciano al mondo della tattoo art, penso di essere stato molto fortunato a vivere la sfera del tatuaggio… prima! Posso dire di aver sentito i veri odori del colore e il vero animo di quest’arte.
Però giustamente insegni, non ti tieni i segreti per te.
Sì, sono felice di trasmettere a questi ragazzi tutto il mio sapere durante i miei seminari. Allo stesso tempo però li lascio anche sempre liberi di esprimere al meglio la loro, di arte, senza stare a dettare troppe regole.
L’inchiostro in sé non ha né regole né logiche ed è questa la vera magia del nostro lavoro.
Leggo sulla tua pagina Instagram che sei un tatuatore “on the road” entro i confini della regione Lazio…
Confermo. Mi reputo a tutti gli effetti un tatuatore “on the road” e non ho punti di riferimenti pur avendo un mio studio, a Roma, aperto ormai da poco più di cinque anni.
Nonostante ciò, continuo ad avere collaborazioni in diversi altri studi perché non amo rimanere fisso in un unico punto. Mi sentirei troppo stretto! Questo è il motivo per cui mi definisco un cane sciolto: la libertà di muovermi rappresenta il mio vero essere.
Mi parli di questo tuo tattoo studio romano?
Si chiama ‘Krio Tattoo’ (IG: @krio_tattoo), si trova appunto a Roma e, ad essere sincero, mi sto già mettendo in moto per aprirne un altro… cambiando completamente zona! Te l’ho detto: mi piace troppo mettermi in gioco, avere sempre nuovi stimoli e far conoscere quanto più possibile il mio modo di lavorare.
Che ne pensi rispettivamente delle tattoo convention italiane ed estere?
In tutta onestà le tattoo convention non sono il mio forte. Le ho frequentate, ma preferisco rimanere nel mio.
Raramente mi espongo, di solito ci vado da persona curiosa e non da tatuatore professionista.
Prendilo come un modo per staccare dalla quotidianità del mio lavoro, ma nella vita mai dire mai!
E le tue ultime parole famose sono… ?
“Triste fu l’allievo che non superò il suo maestro”. Uso queste parole per farvi capire nel modo più efficace possibile di mettervi sempre in gioco e di godervela, questa benedetta vita! La vita è uno spettacolo con un tocco di colore in più… anche se il mio preferito rimarrà sempre il nero! (ride) In definitiva mi ritengo molto fortunato di essere un lavoratore della pelle umana.
Segui lo studio ‘Krio Tattoo’ su Instagram: @krio_tattoo