Simpatico e conscio dei suoi mezzi. L’artista di Mede con base al “Mambo Tattoo Shop” ci racconta di come abbia portato la sua verve all’interno della tattoo art
Ciao Mattia, mi spieghi come sei entrato in contatto con la tattoo art e perché hai deciso di diventare un tatuatore professionista?
Partiamo dalla premessa che non ho mai scelto di diventare un tatuatore professionista, ma è semplicemente capitato… Finito il liceo dovevo cercarmi un lavoro e la prerogativa era di trovarne uno che avesse della creatività come base.
Casualmente ho comprato una macchinetta ad aghi per tatuaggi e mi divertivo a tatuare gli amici in attesa di trovare una di quelle professione cosiddette “serie”. Quando mi sono accorto che mi piaceva tatuare, il tempo e il caso l’hanno fatto diventare il mio obbiettivo principale. Ma appunto non è stato qualcosa che ho scelto. Semplicemente perché non ero inserito, non ero appassionato di tatuaggi ed ero molto distante da questo mondo.
Sì, è stata una scelta azzardata che però oggi posso dire abbia dato i suoi frutti.
Sui social ti definisci “l’inventore dello stile destrutturato”. Un’affermazione importante supportata dall’originalità delle tue opere. Come sei arrivato a forgiare un nuovo stile?
Anche in questo caso non c’è stato un processo nel quale sono arrivato a brevettare o inventare il mio stile; è stata più una questione di coincidenze e gusti personali. Mi piace la grafica e mi piace pure la semplificazione delle immagini e dei loghi. Quindi, al di fuori della sfera del tatuaggio, ero solito disegnare spesso flyer per eventi o loghi per piccoli brand di amici.
E da lì…
Beh, da lì ho casualmente portato i principi della grafica e della semplificazione delle immagini sulla pelle altrui. E così è saltato fuori il destrutturato!
Mi definisco inventore di questo stile, ma è un po’ come dire tutto e niente visto che si tratta di una cosa che ho creato e che sono l’unico a fare.
La sento mia e mi viene naturale. Anche il nome “destrutturato” – se ci pensi bene – vuol dire tutto e niente. Eppure credo rappresenti bene il concetto che sta dietro lo studio dei miei tatuaggi.
C’è una formula fissa dietro un tuo tattoo? Mi spiego: il marchio di fabbrica mi pare eloquente (un contorno nero che incrocia un elemento colorato che fa da soggetto principale), ma immagino anche che ogni tuo singolo lavoro sia una nuova sfida per te…
Guarda, per questa risposta mi ricongiungo a quella di prima. Nel senso che essendo una cosa solamente mia non ha riferimenti in altri campi. Sono sicuramente legato alla linea nera e alle forme di colore, ma d’altra parte sono totalmente libero di creare un soggetto come voglio io.
Tipo?
Tipo unirlo con tatuaggi Tradizionali, Giapponesi o Realistici e cambiare le forme a mio piacimento; ma anche di caso in caso, cioè in base a quanto il soggetto necessiti di essere elaborato o semplificato. Sicuramente la sfida che affronto ogni giorno è quella di cercare di trovare la soluzione più semplice possibile per rappresentare un’immagine che allo stesso tempo sia sempre fresca e originale.
Finora la tua clientela si è rivelata prettamente italiana oppure presso il “Mambo Tattoo Shop” di Meda è capitato a trovarti a che fare anche con qualche straniero colpito dall’originalità della tua proposta?
Diciamo che in situazioni normali (ti sto parlando della pre-pandemia) la clientela era più internazionale che italiana. Se dovessi farti delle percentuali direi 60% internazionale e 40% italiana. Poi, per evidenti limiti di spostamenti, nell’ultimo anno e mezzo sto tatuando più persone italiane che straniere.
Quanto l’elemento della simpatia fa parte del tuo mestiere?
Direi che è fondamentale! (sorride) Io, di carattere, mi ritengo una persona simpatica… o almeno così penso e spero d’essere! Perciò non ho costruito un personaggio intorno a quello che faccio. Anche i miei lavori sicuramente rispecchiano questa mia peculiarità: la simpatia.
Sono lavori colorati e spensierati. Qualsiasi sia il soggetto che tatuo è sempre fatto in chiave simpatica.
Questo d’altronde è quello che sono e che voglio trasmettere attraverso i miei pezzi. Sia dalla scelta del soggetto che dal modo di rappresentarlo in termini di prodotto finale.
Hai già segnato in agenda delle guest particolari o della convention imperdibili in programma nei prossimi mesi?
Ogni anno, per scaramanzia, segno sempre in agenda i miei obiettivi da raggiungere. Per esempio Londra è stata una meta che ho segnato (e sognato) per anni e fortunatamente, nel 2019, è finalmente successo di partecipare alla mitica London Tattoo Convention. Si è trattato di un grande traguardo per me. Un altro appuntamento importante che non manca mai nella mia agenda è la convention di Parigi… Sfortunatamente non ho ancora avuto l’occasione di parteciparvi, ma – sai com’è – ci spero ogni anno!