Abbiamo intervistato questo artista veneto che fa base al Lido di Venezia, presso il suo ‘ManoTattoo’, apprezzandone la serietà e i dettagli decisamente minuziosi.
Ciao Marco, come hai scoperto che nella vita ti sarebbe piaciuto fare il tatuatore, vale a dire l’artista della pelle altrui?
Ciao, parto raccontandoti qualcosa di me. Sono nato e cresciuto al Lido di Venezia, ho frequentato il Liceo Artistico e successivamente l’Accademia di Belle Arti, sempre qui a Venezia.
Ho scoperto per caso i tatuaggi quasi venticinque anni fa.
Ho cominciato costruendo per gioco una macchinetta ottenuta da un semplice motorino di un rasoio da barba, una penna a sfera e un ago da cucito.
Una volta compiuto il primo esperimento ho realizzato che questa tecnica mi piaceva davvero molto. A quel punto ho lavorato per un’estate intera ed acquistato le giuste attrezzature.
Il tuo stile mi sembra un Realistico Black ‘n’ Grey che non si limita all’immagine stereotipata, ma predilige sempre soggetti decisamente più ricchi, compositi ed articolati. Che ne pensi?
Esatto, escludendo qualche piccolo tatuaggio che continuo a realizzare anche in altri stili, la maggior parte dei miei lavori sono in stile Realistico/Bianco e Nero.
Come in ogni opera figurativa, lo studio della composizione è fondamentale, e la realizzazione di soggetti estremamente dettagliati è al centro del mio interesse.
Quanto è importante la “reference” per te e quanto invece ami metterci semplicemente del tuo? Voglio dire: se tu tatui una natura morta tipo una macchina fotografica, i particolari aggiuntivi tipo la pellicola e le foto stampate sono farina del tuo sacco?
Non so dire se preferisco una linea guida ben definita o se prediligo avere carta bianca. Mi piace avere libertà di espressione e lavorare senza nessuna indicazione, ma allo stesso tempo trovo stimolante interpretare l’idea proposta dal cliente riguardo al soggetto. Solo sulla composizione richiedo totale libertà. (sorride)
Ho osservato alcune tue opere su Instagram e… come hai fatto a far stare nello spazio ridotto di mezzo dito un ritratto di Elvis Presley?
In questo caso, non dovendo fare nessuno studio sulla composizione, si è trattato solamente di scegliere l’immagine più adatta e ricopiarla il più fedelmente possibile. Sono abituato a lavorare su dettagli minuziosi, l’unica difficoltà in quel caso stava nel supporto.
Sai, lavorare sulle dita è sempre una incognita!
Il tuo è uno studio privato? Mi racconti qualcosa di più sul ‘ManoTattoo’?
Sì, lo studio è privato e si trova al Lido di Venezia. L’ho aperto nel 2008 ed ho sempre lavorato da solo. Mi piace la tranquillità e sono molto abitudinario. Per questo motivo non mi muovo mai, né per convention né per andar ospite in altri studi. Sto bene dove sto.
E le tue ultime parole famose sono…?
Serietà, professionalità e rispetto.