Il suo mantra è “Focalizza l’obiettivo e poi raggiungilo”. E così finora ha fatto grazie alla forza dei suoi tatuaggi di natura Black Work realizzati a mano libera.
Ciao Lorenzo, come prima cosa mi andrebbe di chiederti come nasce il tuo alter ego artistico “Lorenoir”…
Beh, “Lorenoir” nasce in Australia dove mi sono approcciato per la prima volta al mondo del tatuaggio. È un incontro di parole francesi: “Lore” starebbe per Lorenzo, il mio vero nome, mentre “noir”, come tutti sanno, significa “nero” nella lingua di Napoleone.
Da lì il gioco di parole con “L’Or Noir” (l’oro nero). Quando parlo di “Oro Nero” mi riferisco ovviamente all’inchiostro che resta l’elemento più prezioso per il mio lavoro e la mia arte.
Mi racconti un po’ il tuo percorso fin qui?
Ho fatto molto sacrifici per imparare questo lavoro. Ho vissuto all’estero all’inizio di questa avventura e ho lasciato la mia professione precedente per dedicarmi completamente alla tattoo art. Perché? Semplice: perché ci credevo!
Sapevo che l’unico modo per realizzare il mio sogno da tatuatore sarebbe stato dare anima e corpo ad esso.
A proposito, ringrazio in maniera particolare Eleonora, la mia ragazza, che con grandissima pazienza mi ha supportato e aiutato davvero tanto… (sorride)
Nelle tue espressioni in chiave Black Work ti senti anche un tatuatore influenzato dal gotico, dall’horror e dell’oscuro in generale?
Sì, sono affascinato dal gotico, dall’arte medioevale e dalle sue varie litografie. Trovo inoltre sempre enorme ispirazione nei grandi artisti del passato – ti parlo di maestri come Gustave Doré – che hanno decisamente influenzato il mio percorso artistico.
Come avviene la creazione di un tuo tatuaggio?
Da qualche tempo mi cimento nella tecnica “freehand”. Ho compreso che, nel mio caso, il miglior modo di creare un soggetto su pelle sia quello di armonizzarlo direttamente sul corpo.
Il “freehand” è poter intraprendere un viaggio insieme al cliente.
Il tatuaggio diviene così un’opera condivisa e il percorso diventa importante quasi quanto il risultato stesso.
Mi racconti che tipo di studio è l’ ‘AbductionArt Tattoo’ di Pegli? C’è molto da imparare dai tuoi colleghi?
L’ ‘AbductionArt Tattoo’ (IG: @abductionart_t) è un luogo di scambio, confronto e supporto. Devo molto ai suoi due proprietari Thea Lionetto (IG: @theatattoo) e a Paolo Gnocchi (@paolotattoo) che mi hanno insegnato tanto e continuano ogni giorno ad ispirarmi.
Che rapporto hai con le tattoo convention e i guest spot?
Bellissimo. In generale ciò che amo del mio lavoro è lo stimolo del viaggio e dell’incontro con diverse realtà artistiche. Quindi ben vengano entrambe.
Hai già segnato qualcosa in agenda tra la fine dell’anno e l’inizio del 2024?
Sì, ho in programma molte guest; in particolare in Germania.
Qual è il paese dei tuoi sogni a livello di tattoo art?
Guarda, il mio stile è sicuramente influenzato dai paesi nordici. Non posso dire di avere un “luogo dei sogni” però mi ritrovo molto nella tattoo art francese, tedesca e polacca.
E le tue ultime parole famose sono… ?
Focalizza l’obbiettivo. Credici. E infine raggiungilo.
Segui lo studio ‘AbductionArt Tattoo’ su Instagram: @abductionart_t
Leggi QUI a Thea Lionetto, proprietaria del ‘AbductionArt Tattoo’ e specializzata in tatuaggi Dark Fantasy