Tatuaggi criminologia e fashion: sono queste le tre anime della tattoo model Lucrezia, italiana di nascita e con uno sguardo fisso a Los Angeles, sua patria del cuore, dove spera di tornare come stylist una volta conseguita la laura.
Ciao Lucrezia benvenuta su tattoo Life, vuoi fare un ritratto di te stessa ai nostri lettori?
Ciao Tattoo Life, è un piacere poter condividere qualcosa di me con i vostri lettori. Mi chiamo Lucrezia ma sono conosciuta anche come Cheyenne, un secondo nome che mio padre ha scelto e al quale sono molto legata. Ho “per sempre 21 anni” potremmo dire! E attualmente vivo a Roma, ma appena compiuti i 18 anni mi sono trasferita in Inghilterra dove ho trascorso un periodo importante per il lavoro, di crescita personale e per perfezionare l’inglese.
In questo ritratto i tatuaggi che ruolo hanno?
In realtà la passione per l’arte è sempre stata presente in me probabilmente grazie a mio nonno che era pittore. Durante la mia adolescenza mi affascinavano i cantanti rock tatuati e le immagini di donne tatuate che vedevo sulle riviste perché le vedevo più originali e fuori da ogni conformismo. È stato proprio durante il mio soggiorno in Inghilterra che è nato il mio interesse per i tatuaggi, osservando i vari stili e il modo in cui le persone usano la pelle come mezzo d’espressione.
A 16 anni ho iniziato a lavorare per un’agenzia di moda ma i rigidi standard richiesti mi sono sembrati troppo restrittivi soprattutto per una ragazza giovane come ero io, per cui ho lasciato questa strada e anni dopo, quando volevo tornarci, ero già troppo tatuata e ho trovato ulteriori ostacoli.
Ho letto che stai per terminare criminologia, una bella vocazione! Come mai?
Il mio interesse per la criminologia nasce da una passione per il mistero e per la complessità della mente umana. Mi sono sempre piaciuti i film gialli e i thriller e questo percorso di studi rappresenta per me una sfida stimolante e una nuova prospettiva per interpretare la realtà che ci circonda.
Sei anche un’amante dei viaggi vero?
Sono una viaggiatrice appassionata, amo immergermi in culture diverse che spesso mi ispirano nuovi tatuaggi. Negli ultimi anni ho viaggiato molto negli Stati Uniti e Los Angeles è diventata la mia città del cuore perché trovo che ci sia un ambiente più aperto e meno giudicante rispetto ad altre realtà. Posso esprimermi liberamente e sentirmi accettata.
Tornando al tatuaggio, sono estetici o hanno dei significati specifici che hai scelto apposta?
Ogni tatuaggio è legato a un ricordo o a una fase della mia vita, è una traccia indelebile sulla “tela“ del mio corpo. I miei tatuaggi spaziano tra diversi stili e artisti, ciascuno dei quali ha lasciato la propria impronta unica sulla mia pelle. Ad esempio, ho pezzi realistici di Michele Agostini, tatuaggi Old School di Rich Hadley e opere tradizionali di Tasso Tattooer, Viola Ceina, Daniele Tonelli e Simone Ruco.
Uno dei miei preferiti è il grande grizzly che occupa la schiena, affiancato da due cuori anatomici che rappresentano i volti di due persone importanti per me.
Ho anche lavori eseguiti a mano come quelli di Elena Borio. Mi piace mixare stili diversi, scegliendo gli artisti per come possano dare forma alle mie emozioni e ai miei ricordi. Credo che questa varietà rispecchi pienamente la complessità delle mie esperienze e la mia identità.
Programmi per il prossimo futuro e, perché no, sogni che ti piacerebbe vedere realizzati?
Dopo la laurea in criminologia vorrei tornare negli Stati Uniti e continuare a esplorare sia il mondo della criminologia che quello della moda, l’altra mia grande passione. Ho iniziato a lavorare come stilista e il mio obiettivo è riuscire a sviluppare entrambe le carriere, trovando un equilibrio in cui criminologia e moda possano convivere e magari ispirarsi a vicenda. Mi piacerebbe portare avanti queste due dimensioni della mia vita, scoprendo come ognuna possa arricchire l’altra.