Diego ha 26 anni, vive a Napoli e lavora al Family Addiction Tattoo. La sua grande passione sono sempre state le lettere: per come “si muovono” e riescono a diventare tatuaggi fluidi e bilanciati. Scopriamo insieme il suo Lettering attraverso questa interessante intervista…
Ciao Diego e grazie per questa intervista! Come ti presenti ai nostri lettori?
Ciao a tutti! Mi chiamo Diego e ho 26 anni, sono di Napoli e attualmente vivo nella periferia nord della città. Amo il tatuaggio e tutto quello che ci ruota intorno, come viaggiare e conoscere nuovi artisti.
Qual è il tuo background?
Dopo la scuola ho deciso di dedicarmi al mondo dell’arte, mia grande passione fin da piccolo, frequentando l’accademia di Belle Arti di Napoli. Volevo darmi la possibilità di studiare e approfondire argomenti di cui non conoscevo molto. Ho frequentato il corso di Pittura, mentre già iniziavo a muovere i primi passi nel mondo dei tatuaggi, frequentando convention come visitatore e facendomi tatuare da amici e artisti che stimavo.
Nel mentre ho iniziato ad avvicinarmi al mondo delle lettere, della tipografia e delle locandine di inizio ‘900, che mi hanno rapito fin da subito!
Così ho iniziato a studiare, facendo tanta pratica, leggendo libri e cercando di capire il più possibile in che modo si muovessero le lettere, per arrivare poi a creare composizioni che fossero sempre più fluide e bilanciate.
Quando hai iniziato a tatuare e perché?
Ho iniziato a tatuare circa 6 o 7 anni fa e, credo un po’ come tutti, in maniera abbastanza amatoriale. Ho fatto tanta pratica su amici e persone che si sono fidate di me fin da subito, mettendoci anche una bella dose di coraggio (sorride NdR). L’input mi è stato dato dalla mamma di un vecchio amico, molto tatuata, che inconsapevolmente mi ha spinto a cominciare, conoscendo e apprezzando la maniera in cui disegnavo da piccolo.
A questo proposito, ci sono delle figure di riferimento nella tua storia di tatuatore, dei maestri o delle guide che ti hanno sostenuto in questo percorso?
Non ti nascondo che all’inizio del mio percorso ho trovato tanti muri e tante porte sbattute in faccia, anche per le giuste ragioni. La mia fortuna è sempre stata quella di accogliere le batoste in maniera positiva, trovando nuove spinte per riprovarci. Attualmente devo ringraziare i ragazzi con cui sono in studio da quasi 5 anni, che mi hanno accolto come un fratello – dandomi dritte e facendomi capire dove sbagliavo – così da poter migliorare e arrivare al punto in cui sono ora (che non è un punto di arrivo, sia chiaro, ho ancora tanto da imparare!).
Come mai hai scelto il Lettering e quali sono le tue influenze?
Il Lettering è stata una scelta molto naturale, è una propensione che ho avuto da sempre. Inconsapevolmente ho sempre disegnato lettere, a partire dai primi approcci al Writing con gli amici, per passare poi allo studio della tipografia in maniera più seria negli anni dell’università. Sicuramente le influenze più grandi che ho avuto, a partire dal tatuaggio e passando dagli artisti, sono sicuramente Stefano Cacciatore, mio grande amico, Rae Primo, maestro Italiano assoluto, Luca Barcellona e molti altri.
Ci sono dei lavori che ami particolarmente? Perché?
I lavori che preferisco di più in assoluto, attualmente, sono i lettering negativi. Forse sarò un “letterista” atipico, ma amo il ragionamento che si fa nei tatuaggi tradizionali. Cercare la solidità e la durata nel tempo del tatuaggio è fondamentale: evito sempre dettagli inutili o troppo articolati, che ne comprometterebbero la riuscita con il passare del tempo. Apprezzo le linee solide, il nero e le sfumature, dove hanno senso di esistere, scartando linee troppo sottili.
Ovviamente ragiono sempre in base alla zona del corpo, al cliente e la qualità della pelle.
Quali sono le regole per realizzare un buon tatuaggio nel tuo stile?
Allacciandomi al discorso che facevo prima, sicuramente capire la tipologia di pelle su cui si sta andando a lavorare è fondamentale, così da valutare dove sia il caso di fare più o meno dettagli. Personalmente ritengo anche che gli aghi, le macchinette e l’inchiostro facciano tanto nella riuscita di un buon lavoro. Ovviamente alla base deve esserci la comprensione del lettering che si sta andando a fare, conoscendo tutte le regole che rendono bilanciata una composizione – dall’inizio alla fine – senza improvvisare, grazie a uno studio approfondito delle lettere e del modo in cui si muovono.
Vuoi parlarci dello studio in cui lavori? Che atmosfera si respira al Family Addiction Tattoo?
Lo studio dove lavoro è una gabbia di matti, in senso buono ovviamente (ride, NdR). Siamo molto affiatati, dentro e fuori lo shop: alla base ci sono grande stima e un rispetto reciproco, senza nessuna malizia, cosa che al giorno d’oggi credo sia molto complicato da trovare. Maurizio Gobbo, Enrico Widler e Marco El Nigro sono dei maestri nei loro rispettivi stili, e avere l’opportunità di confrontarmi con loro ogni giorno mi rende orgoglioso, e mi dà la possibilità di crescere e capire molto, non solo sul mondo del tatuaggio. Il Family Addiction ha grandi progetti per il futuro, sicuramente ne vedrete delle belle.
Com’è la scena del tatuaggio nella tua zona, invece?
La scena del tatuaggio attualmente è diventata globale, con internet e i social tutta la comunicazione e il confronto sono diventati super semplici! Ho tanti amici e colleghi qui a Napoli, persone che stimo e che fanno bene il loro lavoro. Colgo l’occasione per salutarli tutti.
Quali sono le tue più grandi passioni oltre al tatuaggio?
Ti dirò… amo in particolar modo la cucina! Dopo un’intensa giornata di lavoro, mettermi ai fornelli mi rilassa, mi piace veramente tanto. Quando sono in viaggio per lavoro o per piacere, cerco di ritagliarmi sempre del tempo per assaggiare il cibo locale, in buona compagnia.
Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Certo! Vi ringrazio tanto per avermi dato la possibilità di scrivere un po’ di me, ne sono veramente onorato. Colgo l’occasione per ringraziare la mia compagna, i miei colleghi, gli amici e i clienti, che fortunatamente mi supportano nel mio lavoro, dandomi la possibilità di esprimermi come meglio credo. Grazie a tutti!