Tatuaggi Realistici virati sul dark? Non solo. Nell’immaginario di James Pitbbull e del ‘Cerberofamily Tattoo Studio’ di Treviso c’è sicuramente di più…
Partiamo dal tuo nome d’arte: perché James Pitbbull?
Si tratta dell’unione di due soprannomi che mi vennero dati tanto tempo fa. “James” proviene da Jesse James e me lo affibbiarono alle scuole superiori perché suonava simile al mio nome di battesimo.
“Pitbull”, invece, era più utilizzato dagli amici che frequentavo al fuori del giro scolastico. Credo derivi dalla mia fisicità e dall’amore per gli sport di contatto. Sai, ai tempi venivo dal rugby e dal pugilato e la mia forza era un pochino superiore alla media. Quindi quel soprannome l’ho sempre trovato abbastanza azzeccato.
Perché “Pitbbull” con la doppia B?
Beh, c’è un lato un po’ comico dietro quella doppia lettera! Insomma, per fartela breve, quella era la mia firma per quanto riguardava quadri e aerografie e così un bel giorno decisi di tatuarmela. Ero ancora giovane, eh! (ride) Mi persi mille e passa volte a creare il lettering giusto e, al momento del dunque sia io che il tatuatore non ci accorgemmo che nel nome ci stavano ben due B…
Come hai reagito di primo impulso?
Panico, ovviamente. E poi pensai: «Ma sì, tanto meglio! Così di “Pitbbull” con la doppia B ne esiste solo uno.». L’idea del nome d’arte non è mai stata una cosa voluta e ricercata. Ringrazio i miei amici che mi han sempre dato questa identità. Una identità talmente reale che quella vera mi piace resti riservata fino a quando la gente non mi vede finalmente di persona.
Quando ti accorgi per la prima volta che il tatuaggio Realistico fa parte della tua vita?
Direi che è venuto da sé. Ho sempre amato la copia dal vero. Osservare ogni minimo dettaglio e cercare di riprodurlo con qualsiasi attrezzo o tecnica. Il tatuaggio, da questo punto di vista, è solo uno strumento che adopero su di un materiale già vivo e cosciente.
Sai, mi ritengo una persona eclettica, quindi direi che il Realismo non è la mia unica passione.
Adoro approfondire anche altri generi come il Tribale, Il Biorganico, il New School e il Black Work; e quando mi capita di cambiare stile è sempre un piacere.
Restiamo però in tema di tatuaggi Realistici: come hai scoperto di saperli declinare in maniera così notevole anche verso atmosfere cupe, pregne di nero e talvolta tendenti all’horror?
Tutto nasce dal fatto che c’è stato un tempo in cui ero parecchio dentro il Realismo francese, uno stile di per sé molto dark. L’ho mantenuto per un certo periodo, come sempre mi accade quando penso di aver trovato la “via giusta”.
Come ti ho detto, sento il bisogno di evolvere e di cercare costantemente nuovi stimoli.
Viaggiare mi porta molto a mettermi in discussione e, ovunque io sia, ciò che mi circonda può stravolgere da un giorno all’altro la mia intera visione. Una visione che abbraccia tutto ciò che faccio, che sono e che potrò essere.
Pensi di aver avuto dei modelli di riferimento nel corso della tua carriera?
Certamente. Tatuando da undici anni direi che di modelli ne ho approcciati parecchi. Il francese Eliot Kohek (IG: @eliot.kohek), ad esempio, è stato un maestro durante il mio periodo dark e ancora oggi lo ringrazio molto. Stesso dicasi di Sandry Riffard (IG: @audeladureeltattoobysandry), un altro che realizza lavori molto cupi, ma allo stesso diversi da quelli di Kohek. In quest’ultimo anno, quando ho deciso di prendere una strada diversa da quel tipo di Realismo oscuro, devo dire che ho trovato in Ralf Nonnweiler (IG: @ralfnonnweilerta2) un insegnante eccellente ed una persona splendida.
Altri nomi importanti per te?
Carlos Torres (IG: @carlostorresart) e Dmitry Samohin (IG: @dmitriysamohin). Assieme a Ralf Nonnweiler sono questi gli artisti che mi hanno lasciato di più. Se poi mi chiedi di uscire dalla sfera del tatuaggio, beh, ti direi i miei amati Walt Disney e Michelangelo Merisi.
Parliamo del tuo luogo di lavoro, ovvero il ‘CerberoFamily Tattoo Studio’ di Treviso. Come è nato quel nome?
Quello studio è un ricordo d’amore legato ai miei due amati cani. Purtroppo il maschio è morto prematuramente e, dato che eravamo cosi in simbiosi tra noi tre, mi veniva spesso in mente la figura di Cerbero. Ho deciso di dedicar loro questo posto, una pagina importante della mia vita. Esattamente a loro che sono stati la pagina antecedente a questa.
Che ambiente si respira tra quelle quattro pareti?
Beh, se avete mai letto o visto al cinema ‘Le Cronache di Narnia’ di C. S. Lewis, ecco, la sensazione quando entri al ‘CerberoFamily’ (IG: @cerberofamilytattoo) è quella di trovarsi prima in città e poi in un bosco autunnale! In pratica ci si ritrova immersi nella natura con tanto di cielo azzurro e nuvole al tramonto. Radici, tronchi e corteccia in legno predominano l’intero ambiente che pare una boccata d’aria fresca nel grigio cittadino.
Fai sessioni molto lunghe?
Sì, i clienti si fermano da me anche per dodici ore di fila, quindi oltre a passare molto tempo insieme è giusto che si sentano a loro agio con ciò che li circonda. Credo molto nello studio dei colori e ho preferito avere un ambiente luminoso, con dei toni che trasmettessero una sensazione di pace e relax. Insomma, non vi svelo troppo e vi lascio con la curiosità… di passare a trovarci!
A livello di tattoo convention so che sarai a quella di Parigi il 4, 5 e 6 novembre 2022, giusto?
Esatto. E dopo, a livello di guest, sarò in quel di Bordeaux al ‘Baron Noir’ (IG: @baron.noir.tattoo), lieta di riabbracciare i miei colleghi. Successivamente verrà la California ospite di mio “fratello/hermano” Ramirez Bryan (@bryanramirezart) e la Germania con una guest molto attesa dallo stesso Ralf Nonnweiler.
Sono semplicemente entusiasta. Poter viaggiare di nuovo e poter rivedere gli amici lontani: che meraviglia!
Ringrazio la mia famiglia per avermi insegnato a essere una persona di mondo. Sai, è stato grazie a loro se, fuori dall’Italia, riesco comunque a sentirmi a casa.
E le tue ultime parole famose sono… ?
Sono i dettagli che fanno la differenza.
Segui il ‘Cerberofamily Tattoo Studio’ su Instagram: @cerberofamilytattoo