Il proprietario del ‘Trap Tattoo’ di Piove di Sacco (vicino a Padova) è in pista da oltre venticinque anni ed eccelle in uno stile sempre innovativo come il Trash Polka.
Ivan, so che tatui da oltre un quarto di secolo. Di conseguenza mi verrebbe da chiederti cosa ti abbia ispirato per lanciarti in un’avventura artistica simile…
Beh, sono un “ragazzo” di cinquantuno anni, appassionato d’arte, motori e mare. Ho una bella famiglia con la quale condivido molte delle mie passioni ed anche alcuni colpi di pazzia.

Passo le mie giornate chiuso nel mio studio al terzo piano di un palazzo a vetri (cosi controllo il tempo e mi sembra di essere all’aria aperta) a cercare sempre qualcosa di nuovo che mi appassioni.
Adopero tutte le varie tecniche – dalla pittura al disegno fino al tatuaggio – ed ora sto studiando anche la serigrafia.
Ho iniziato spinto da amici che mi vedevano “aerografare” le loro moto e volevano che iniziassi questo percorso. A me però metteva un sacco di paura ed ansia perché non potevo permettermi di sbagliare. Finché qualcuno mi disse: “Fidati, fallo su di me!”. Ed io ovviamente lo feci. In pratica è così che ho cominciato nel lontano 1997.

Come ti sei “innamorato” sia del tatuaggio Realistico Black-n-Grey che soprattutto di uno stile innovativo come il Trash Polka?
Beh, dopo aver visto su di una rivista per biker il ritratto di un indiano tatuato, mi sono innamorato di quelle sfumature velate e di tutti quei dettagli. Da quel giorno mi sono imposto l’obbiettivo di arrivare a riprodurre una foto su pelle.

Successivamente mi sono iscritto alla scuola d’arte internazionale di Venezia ed ho avuto la chance di studiare col maestro Lodi che, di suo, dipingeva già in maniera realistica i suoi soggetti con l’ausilio di varie tecniche (graffite, pittura ad olio, miste ecc.) e li contestualizzava poi con sfondi e altri soggetti grafici. In quel modo il Trash Polka si è rivelato essere molto vicino a tutto ciò che avevo già visto in studio eseguito dallo stesso maestro Lodi. La cosa, in pratica, mi è venuta in maniera del tutto naturale. Potevo fare ciò che avevo sempre studiato ed osservato in atelier. Solo che stavolta ero io a crearlo su pelle… ed è stato subito un successo!

Ti consideri un tatuatore autodidatta al 100% oppure, nell’ambito della tattoo art, anche tu hai avuto un maestro?
Purtroppo (o per fortuna) ho dovuto sempre faticare da solo. Mi ricordo ancora il primo ordine a Mikey Sharp eseguito via fax con la speranza che arrivasse tutto il materiale: gli aghi da saldare e lucidare, le macchinette da settare ecc.

Poi, una volta imparato quelle tecniche, sono piombate sul mercato le forniture già pronte all’uso, le rotative e tutto ciò che vediamo normalmente al giorno d’oggi. Alla mia epoca le uniche persone che ti aiutavano erano i veri tatuatori: quelli più umili, dal cuore sincero, senza social e che incontravi alle convention.
I loro insegnamenti erano oro colato!
Quindi non ho avuto maestri, ma un sacco di persone che mi hanno trattato male e messo alla porta; e altrettante persone che mi hanno regalato tanta energia positiva in grado di condurmi fino a qua.

Pensi che ci sia stato un punto di svolta eloquente nella tua carriera?
Quello è avvenuto quando mi sono reso conto che fare tatuaggi Realistici non mi piaceva del tutto. Mi mancava quella visione dura e pesante del colore pieno, le grafiche delle scritte che vedevo nello studio di pittura… A quei tempi mi vedevo solo come un “riproduttore di fotografie” e sentivo il bisogno di altro. Con la scoperta del Trash Polka ovviamente cambiò tutto.
Potevo aggiungere degli elementi realistici e, allo stesso tempo, esplorare a fondo il Trash Polka unendo in pratica le due cose.

Il tuo studio ‘Trap Tattoo’ di Piove di Sacco (vicino a Padova) esiste fin dal 1999. Pensi d’aver rappresentato qualcosa di eloquente nel tuo Veneto per ciò che riguarda la cultura del tatuaggio?
Non lo so, non ci ho mai pensato a fondo. So che molti appassionati di tatuaggi mi seguono, sanno chi sono e cosa faccio. Ho clienti che mi vengono a trovare da ogni parte del mondo.

Credo anche d’aver rappresentato la prima ondata di artisti del tatuaggio, vale a dire chi contemporaneamente sapeva disegnare e amava la tattoo art. Il ‘Trap Tattoo’ (IG: @traptattoo_officialshop) oggi è uno dei più longevi della regione Veneto e continua a vedere il tattoo come una sorta di opera d’arte. Da noi si viene su appuntamento e ci si ritrova in un atelier dove il tempo viene speso a parlare con le persone e a rappresentare sulla loro pelle la propria storia personale. Ogni singolo tatuaggio viene “cucito” su pelle come se si trattasse di un abito sartoriale.

Hai già segnato qualcosa d’importante in agenda per quanto riguarda le tattoo convention e i guest spot?
Sono in programmazione delle date future a Trieste, Pordenone, Milano ecc. Poi altre all’estero dove, oltre al tatuaggio tipico del ‘Trap Tattoo’ (IG: @traptattoo_officialshop), promuoveremo la nostra macchina innovativa e rivoluzionaria. Si tratta di un progetto che ci ha tenuto impegnati per quattro anni e a breve sarà finalmente portato a termine. Tutto ciò mi darà la possibilità di conoscere altri grandi artisti.

E le tue ultime parole famose sono… ?
Quando vedo i miei allievi o collaboratori preoccuparsi eccessivamente del lavoro o farsi troppi ragionamenti o programmi (uso dei social compresi), spiego sempre loro che la visione del problema è sempre più grande del problema stesso… Perciò, poche menate mentali e tanto inchiostro! Tradotto: pensare di meno e fare di più!