Intervista al proprietario del “Seven Old Tattoo” di Venturina. Uno studio specializzato in vari stili che nasce dopo un lungo percorso di apprendimento…
Ciao Mirko, parliamo subito della tua figura di tatuatore: sbaglio o in te convivono più anime artistiche (Traditional, Giapponese, Ornamentale ecc.) e a volte, queste anime, ti piace anche contaminarle tra di loro?
No, non sbagli affatto. Il mio ruolo, nell’ambito della tattoo art, nasce principalmente come fan del Traditional, ma poi negli anni si è ovviamente evoluto. Sai, alla ricerca costante di crescita e miglioramento, ho cercato di portare i mie lavori a un livello che potessero anche minimamente competere con le bellissime opere (di amici o colleghi) che, col tempo, ho potuto ammirare in occasione di varie convention o durante le guest presso altri studi.
Talento a parte, come ci sei riuscito?
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico ho semplicemente cercato di assimilare il più possibile; in modo da avere delle basi che mi sarebbero poi servite per affrontare altri stili.
A livello artistico, invece, ho sempre creduto che una buona dose di inventiva non guastasse.
Non mi sono mai posto troppe remore a contaminare uno stile con l’altro, se il risultato finale poteva essere gradevole alla vista, oltre ad avere certi requisiti dai quali un buon tattoo non può davvero astenersi.
Riesci a grandi linee a fornirmi una breve biografia del tuo percorso artistico che, da semplice apprendista, ti ha portato a inaugurare il “Seven Old Tattoo” di Venturina (nei pressi di Livorno)?
Nasco con la passione del disegno già in tenera età. Per fortuna o per casualità – mettila come vuoi tu – riesco un bel giorno ad approdare nell’organico di un tattoo studio. Inizio la mia carriera da apprendista, mi attengo alle regole, che non sempre sono belle, ma quello è il giusto prezzo da pagare per poter diventare un artista professionista.
In quello stesso periodo ho la grande fortuna di lavorare al fianco di tatuatori bravissimi (sia italiani che internazionali), i quali mi insegnano molto, e grazie a loro riesco a capire l’importanza di tanti dettagli che compongono questo mestiere.
Poi, da lì, comincia il tuo lungo periodo itinerante…
Sì. Le circostanze mi portano ad allontanarmi da quello studio e a iniziare una strada completamente nuova. Inizio a collaborare con svariati studi italiani, sempre on the road – da nord a sud. L’ambizione intanto cresce e, dopo tredici lunghi anni di tirocinio, comprendo che è giunta l’ora di aprire il mio studio personale. Quindi metto in piedi il “Seven Old Tattoo” con la convinzione di poterlo far funzionare e di accogliere tutte quelle varie richieste che si presentano quotidianamente in un luogo del genere.
L’amore per il tatuaggio e la sua classicità espressiva, la sua purezza, come sono nati esattamente in te?
Sono da sempre attratto dal mondo dell’arte e da giovane mi dilettavo spesso con dipinti e caricature. Queste mie capacità innate mi hanno apero le affascinanti porte della tattoo art. Con in più la preziosa chance di poter provare a lavorare presso uno studio professionale. A quel punto ho sentito l’affetto genuino e la curiosità crescere intorno a me, e questo ovviamente mi ha appagato tantissimo. Da quel momento in poi ho promesso a me stesso che, per ripagare tale attenzioni, avrei messo lo stesso impegno e interesse in ogni singolo tattoo. Sia che si trattasse di una semplice lettera dell’alfabeto, sia di un drago a tutta schiena.
A proposito di schiene, tu finora ne ha realizzate di davvero impattanti. Nel senso che il soggetto principale di quei full back piece è – già di suo – di notevoli dimensioni oltreché inserito all’interno di una superficie cutanea bella ampia. Insomma, diciamo che in quanto a inchiostro ti piace comunque abbondare…
Grazie per il bel complimento. Esatto, diciamo che se vedo uno spazio di pelle libero, ho subito la tendenza a prendermelo tutto! (ride) Di conseguenza mi piace rendere il tattoo d’impatto e potente, molto potente.
Sai, credo fermamente che il cosiddetto “impatto” sia una delle caratteristiche principali che un tatuaggio deve possedere in maniera quasi obbligatoria.
Colori ben saturi, neri e solidi restano un obbiettivo che mi prefiggo da sempre; e, in quanto a inchiostro, non mi risparmio di certo…
Ultima domanda: c’è un progetto impegnativo che ti poni fin d’ora di realizzare in questo 2021?
Bella domanda. Progetto ne ho molti, anche se non tutti li posso ritenere così impegnativi. Mi interessa la quotidianità, quella sì. E fare in modo che il “Seven Old Tattoo” prosperi a lungo nella sua missione di valorizzare sempre e comunque la tattoo art.