Alla scoperta del tatuatore Realistico che fa base al “Memorink Tattoo Studio” di Brescia. Amante del buon cinema e dei ritratti in generale. Leggi l’intervista!
Livio, la domanda che ti faccio è un classico delle nostre interviste: come ti scopri, in vita tua, tatuatore professionista?
Dipingo praticamente da sempre, come da sempre amo fare ritratti realistici. Il tatuaggio lo vedo semplicemente come una nuova tecnica che ho voluto imparare. Non ho avuto maestri fin qui. La mia crescita è data dal confronto con tutti quei colleghi che ho conosciuto finora.
Noto che realizzi dei portrait per niente scontati a livello di soggetti maschili o femminili. Pensi che questa sia una tua spiccata credenziale artistica?
In tutta sincerità capitano spesso richieste dello stesso personaggio, ma utilizzo ogni volta fotografie diverse…
Maneggi molto bene la profondità e le ombreggiature all’interno delle tue creazioni. Tanto che, all’occhio, i tuoi sono quasi tatuaggi in 3D…
Beh, si tratta del mio obbiettivo quotidiano. Con ogni tatuaggio, l’impostazione di luci e ombre, la posizione e la dimensione sono studiate al meglio per esaltare il cosiddetto “effetto 3D”.
Trovi che il successo di un film apra nuove strade alla tattoo art? Da quando nel 2019 è uscito “Joker” (per la regia di Todd Philips) non si contano più i tributi al personaggio di Arthur Fleck interpretato dal bravissimo Joaquin Phoenix. Non manchi neanche tu a questa lista. Che ne pensi?
Sì, il mondo cinematografico è una fonte inesauribile di reference. E io non posso che apprezzare le richieste che i miei clienti mi fanno, in relazione a dei nuovi film in uscita, anche considerando il fatto che il cinema mi appassiona molto.
Mi racconti la storia dietro al tattoo che un tuo cliente ha dedicato al calciatore peruviano Claudio Pizarro del Werder Brema (N.B.: giocatore con trascorsi anche al Bayern Monaco e al Chelsea, che si è ritirato nel 2020)?
Al contrario del cinema, il calcio non m’interessa minimamente. L’unica cosa che posso dire è che quella del cliente, più che la passione per un giocatore, è una sorta di ossessione verso quella squadra. Ogni singolo tatuaggio del suo corpo riguarda il Werder Brema.
Mi racconti della tua partnership lavorativa con Manuel Moretti? Cosa rappresenta per te la sua presenza artistica all’interno del “Memorink Tattoo Studio” di Brescia?
Manuel ed io ci conosciamo da parecchi anni, da molto prima che iniziassi a tatuare. Inizialmente lavoravo in un altro studio, ma quando Manuel ha aperto il suo “Memorink Tattoo Studio” abbiamo deciso da subito d’iniziare questa nostra collaborazione.
Nonostante i generi diversi, il continuo confronto e la sana competizione ci spingono a dare il meglio di noi stessi in ogni singolo tatuaggio che eseguiamo.
Ti attendono delle convention italiane o dei guest subito dopo l’estate?
In Italia non ho nulla in programma, per ora. All’estero invece mi attendono guest in Germania, Inghilterra e Francia: a fine ottobre c’è l’Evian Tattoo Show!
Ultima domanda: mi sveli il portrait realistico dei tuoi sogni? Il soggetto che non hai ancora tatuato, ma che vorresti eseguire a tutti i costi?
Sinceramente non ho una risposta a questa domanda. Non ho un soggetto preferito. Mi basta che sia un ritratto per essere entusiasta di realizzarlo!