L’artista, in forza al “Ladies and Gentlemen Tattoo Shop” di Vicenza, ci proietta nel tatuaggio delle origini e ci illustra quanta forza possieda un volto femminile.
Guido, partiamo da un tuo recente progetto. Da zero a cento quanto sei stato soddisfatto della pubblicazione di ‘Guido Gb Sketchbook’ e quanto ci hai lavorato per portare a termine questo tuo primo lavoro editoriale?
Direi cento! (sorride) Sono rimasto molto contento del risultato ottenuto visto che parecchie persone l’hanno acquistato e mi hanno scritto oltremodo soddisfatte. Inoltre, essendo un libro in PDF, il formato si presta parecchio a tutti quelli che viaggiano e vogliono portare con sé delle references veloci. Per realizzare ‘Guido GB Sketchbook’ mi ci è voluto qualche mese. Ho selezionato i disegni più interessanti dopodiché li ho sistemati, ordinati ed impaginati.
SKETCHBOOK BY GUIDO GB
Traditional style with a poetic twist: these are the words which best describe Guido Gb’s tattoos, and his collection of flashes. His graceful female figures seem to come straight out from an ancient novel, as well as roses, eagles, tigers, butterflies and mermaids…
“Traditional” e “Poesia”: sono davvero queste le parole chiave per entrare nel tuo mondo artistico fatto di sketch legati a donne, rose, tigri, farfalle, sirene ecc.?
Sì, penso siano due parole alle quali sono molto legato. “Traditional” perché tutti i miei tatuaggi sono una reinterpretazione dei soggetti tradizionali delle origini, seppur riadattati e customizzati. “Poesia” perché trovo un enorme stimolo dalla poesia stessa, sia essa prosa, musica o arte nelle sue varie forme.
Sai, cerco di volta in volta di ricreare questa benedetta poesia tramite delle immagini.
Disegnare e sviluppare delle idee su carta, per me, è una sorta di spinta trasversale assolutamente fondamentale.
Fammi un esempio pratico.
Beh, molti dei miei disegni degli ultimi due anni sono nati dopo aver ripreso in mano una raccolta che mi è molto cara: l’ ‘Antologia di Spoon River’, vale a dire una serie di poesie in forma di epitaffi che raccontano la vita e la morte degli abitanti di questa località immaginaria chiamata Spoon River. Allo stesso tempo potrei citarne a centinaia di racconti stimolanti a livello di creatività e relativo immaginario: da ‘Il maestro e Margherita’ ai testi degli Smashing Pumpkins.
Tu ti definisci specializzato in tattoo esclusivamente “romantici”. Inevitabile perciò che ti chieda cosa rappresenta per te il romanticismo in senso artistico…
Sì, sono sempre stato affascinato dal Romanticismo nell’arte. Intendo proprio dalla sua potenza di significato ed espressione che poi, nel Tardo Romanticismo e nel Decadentismo, ha portato ad una poesia rara tipo quella dei Preraffaelliti. I temi della passione, della vita, della morte e della natura sono sempre stati i miei preferiti. E il mio intento è quello di proporli il più possibile all’interno dei miei tatuaggi.
Una tua personale definizione di “tattoo romantico”?
Quando parlo di “tatuaggio romantico” mi riferisco esclusivamente al tatuaggio delle origini. Quel tipo di tattoo che rappresentava i grandi temi della vita delle persone: gli amori perduti, le passioni vive, le paure. Spesso mi capita di scrivere “Romantic tattooing only” per indirizzare i miei clienti verso questo tipo di immaginario. E ormai da un paio d’anni ho cominciato un progetto che ho chiamato ‘Tales from the Lake’, vale a dire una serie di disegni che partono dalla figura letteraria di Ofelia.
Parlamene più approfonditamente.
In sostanza sono dei volti di donna che galleggiano sull’acqua. A volte questi volti hanno gli occhi chiusi e dormienti, altre volte aperti. Altre volte ancora queste figure sono adornate da fiori o foglie oppure sono legate.
Che reazioni ha avuto ‘Tales from the Lake’?
La cosa più affascinante di questo progetto è stato vedere il significato che i clienti davano a tali soggetti e come questi disegni scatenassero, di volta in volta, le reazioni più disparate. Intendo anche molto contrastanti tra gli stessi spettatori di quei miei disegni!
Ecco, per me il romanticismo è legato alla capacità di trasmettere attraverso un’immagine la passione, lo stupore e il mistero nei fatti della vita stessa.
Da quanti anni tatui e per cosa sta “GB”?
Tatuo professionalmente da otto anni, ma ho cominciato molto prima attraversando varie vicissitudini, abbandoni e ritorni. La sigla “GB” è un segreto che purtroppo non posso svelarti. Mi è stata data da una persona anni fa ed è rimasta con me fino ad oggi.
Hai avuto dei maestri lungo il tuo percorso?
Il mio vero e proprio periodo di apprendistato è stato molto tecnico e, sotto il punto di vista artistico, i miei maestri sono alcuni amici che mi hanno semplicemente aiutato a crescere. Un’enorme influenza sul mio modo di tatuare l’ha avuta, ad esempio, Lele dello studio “Blackwood Tattoo” di Modena, che mi ha dato fiducia e dal quale ho ricevuto sempre i migliori consigli e suggerimenti. Amanda Toy è stata sicuramente un altro grande punto di riferimento sotto il profilo della ricerca artistica e dello studio del colore. Difatti, quando qualcuno me lo chiede, mi piace definirmi di “scuola Amanda”! (ride) Infine devo molto a Deno sotto molti profili: ricerca della potenza nel tatuaggio, attitudine, irrequietezza e desiderio di viaggiare.
Domanda secca: cosa ti ha convinto a diventare un tatuatore professionista?
Quando ho cominciato a tatuare il vero dubbio era sulle mie reali capacità di tramutare questa mia passione dei tatuaggi in un mestiere vero e proprio… Intendo proprio un’attività con la quale sarei riuscito a pagarmi le bollette a fine mese! (ridacchia) Sai, ero già grande e vivevo da solo, quindi la mia priorità a quei tempi era semplicemente la sopravvivenza. Tant’è che ho mollato e ricominciato diverse volte inframezzando la mia esperienza con lavori di ogni genere.
Cosa hai imparato da quel periodo?
Che se non hai la fortuna di incontrare qualcuno che ti spinge e ti stimola a continuare e sei costretto a fare affidamento solo su te stesso, beh, a volte è dura, molto dura… Alla fine ho deciso che volevo seguire questa passione indipendentemente da tutto e ho fatto del mio meglio per tramutarla nella mia vita.
Trovi che il tuo sia uno stile riconducibile ad un Traditional puro al 100%. Oppure ti piace inserire degli elementi spuri mettendoci una sorta di firma dell’artista?
Mi piace partire dall’immaginario Classico Tradizionale, spesso anche da reference classiche, ma poi preferisco svilupparle a modo mio per trasmettere le mie suggestioni e le mie idee.
Penso sia molto importante conoscere le proprie radici, ma credo sia decisivo anche utilizzare questa conoscenza per creare sempre qualcosa di nuovo e personale.
Gli stessi tatuatori Traditional classici, del resto, reinterpretavano i soggetti tradizionali a modo loro.
Sbaglio o se fosse per te tatueresti sempre e comunque figure femminili? Nel volto della donna trovi completa realizzazione artistica? Me ne parlavi anche prima citandomi il soggetto ricorrente di Ofelia…
Le figure femminili sono sicuramente quelle che prediligo perché attraverso di loro riesco a declinare nelle sue più varie forme quel romanticismo di cui abbiamo parlato in precedenza. I volti di donna sono un soggetto che sta sempre molto bene addosso alle persone, intendo proprio sulla loro pelle, perché è figurativo ma allo stesso tempo anche parecchio decorativo. Comunque mi piace molto tatuare anche i fiori (in particolare le rose), le farfalle, i pugnali, i felini e tanti altri soggetti in generale.