Tempi di bilanci (assolutamente positivi) e anche un pizzico di nostalgia per il proprietario del ‘Luxury Tattoo’ di Grosseto che irradia stile Traditional fin dal 2003.
Gianni, posso chiederti, giusto per rompere il ghiaccio, come riassumeresti questi tuoi primi ventuno anni di carriera da grande professionista del tatuaggio?
Il tatuaggio è stato per me una bellissima avventura che mi ha regalato sia sacrifici che grandi soddisfazioni. Ho visto e vissuto sulla mia pelle tutta l’evoluzione e la commercializzazione di questo settore.
Non ho perso l’entusiasmo e la voglia di crescere, ma è inutile sottolineare come la scena sia totalmente cambiata da quando ho iniziato il mio percorso artistico. Io comunque riassumerei tutto in tre parole: “una grande passione”.
Perché la scelta di diventare tatuatore, Gianni?
Beh, quando mi sono approcciato al tatuaggio come “carnefice” non pensavo proprio sarebbe diventato il mio lavoro! (ride) Ho iniziato quasi per gioco visto che in quel periodo ero aerografista ormai da anni e disegnavo esclusivamente su moto e caschi.
Col passare del tempo mi ci sono appassionato a fondo; e, dopo qualche anno, ho mollato tutto per dedicarmi solo a questo: alla tattoo art.
Perché questo tuo amore viscerale per le radici più autentiche del tatuaggio, vale a dire lo stile Traditional?
Sai, sono un tatuatore con una educazione da “Vecchia Scuola”. In pratica cerco di fare un po’ di tutto. Mi presento al pubblico come artista “esperto in Traditional” perché è quello lo stile che mi viene più naturale fare.
Contaminare il Traditional – tramutando in soggetti tradizionali (esemplare il tuo Freddy Krueger da questo punto di vista) personaggi nati in un’epoca decisamente più moderna – è un modo per tenerlo sempre vivo?
Sì, mi piace molto rivisitare in chiave Tradional soggetti che non fanno parte dell’iconografia classica. Lo faccio perché, appunto, mi viene più naturale disegnarli così. Mi capita anche di fare lavori adoperando altri stili, se mi viene richiesto, ma faccio più fatica e – da questo punto di vista – mi devo sempre “violentare” un po’! (ridacchia)
Sei autodidatta o hai avuto anche tu un mentore in vita tua?
Sono un completo autodidatta. Negli anni in cui ho cominciato non era per niente facile entrare nelle grazie di un tatuatore. Non esistevano apprendistati e per quei pochissimi che riuscivano a trovare dove farlo era davvero dura!
Immagino…
Si parlava di affiancare e basta un tatuatore, spesso per anni e anni prima di prendere in mano una macchinetta ad aghi. Nel mio percorso ho avuto parecchi punti di riferimento: di sicuro, all’inizio, i tatuatori storici della mia zona e poi la “Vecchia Scuola” di Roma.
In seguito ho trovato molte altre ispirazioni iniziando a viaggiare sia in Svezia che in Finlandia.
Tu tatui dal “lontano” 2003. La storia del ‘Luxury Tattoo’ di Grosseto, invece, come si è sviluppata?
Ho aperto il ‘Luxury Tattoo’ (IG: @luxury_tattoo_grosseto) nel 2007 e all’inizio ero da solo a gestire il tutto. Poi si è presentata la necessità di avere un aiuto: la mia lista d’attesa toccava ormai quota sei mesi ed era diventato pressoché impossibile prendere appuntamento con me! Quindi ho coinvolto un mio caro amico e, in seguito, altri collaboratori per far scorrere meglio il lavoro e riuscire a distinguerci in diversi stili.
Ti va di trarre un piccolo bilancio?
Il ‘Luxury Tattoo’ (IG: @luxury_tattoo_grosseto) è cresciuto molto in tutti questi anni e per parecchio tempo lo staff è rimasto praticamente lo stesso. In seguito gli studi di tatuaggi si sono moltiplicati sul territorio e con l’organico dello stesso ‘Luxury’ non riuscivo più a riempire tante agende. Tant’è che adesso collaboro con dei professionisti che hanno il proprio pacchetto clienti.
Che ne pensi, dall’alto della tua esperienza, di tattoo convention e guest spot?
Provo molta nostalgia per le tattoo convention di Londra e Parigi. Ho avuto la fortuna e l’onore di frequentarle più volte nel corso della mia carriera e di conseguenza mi piacerebbe poter partecipare ancora in futuro ad eventi di questo livello,
Continui a muoverti con una certa frequenza?
Beh, devo dire che a quarantaquattro anni è sempre più dura assentarmi ed allontanarmi da mia moglie Ira e dalla nostra meravigliosa figlia Eva! Ecco perché ho iniziato a fare spostamenti mensili in due studi italiani dove lavoro parecchio e solo con pezzi miei. Sono l’ ‘Aseptic’ di Trento (IG: @asepticstudio) e l’ ‘O.Ink Tattoo’ di Agropoli (IG: @o.inktattoo).
E le tue ultime parole famose sono… ?
C’è sempre da imparare! (sorride)