Una carriera iniziata negli anni ’90, quando anche “reperire una macchinetta elettrica era un’impresa”, un colpo di fulmine per il Traditional e un’interessante evoluzione artistica che ha portato Gianluca Artico a elaborare uno stile inconfondibile. Conosciamo meglio, insieme…
Ciao Gianluca! Andiamo dritti al punto: come ti sei avvicinato al mondo del tatuaggio?
Ciao! Mi sono affacciato al mondo del tatuaggio nei primi anni ’90 e all’epoca, in Italia, non c’erano molte informazioni: per un giovane ragazzo l’unico modo per tatuare era la pratica hand poke… reperire una macchinetta elettrica era un’impresa!
In che modo la tua esperienza come pittore nel magico mondo del modellismo fantasy ha influenzato il tuo stile?
Verso la fine degli anni ’80 ho iniziato a dipingere le miniature del fantasy da 28 mm, e nel giro di pochi anni è diventato il mio secondo lavoro. Tant’è che ho dipinto modellini fino al 2011. Frequentare gruppi nerd e appassionarmi alle illustrazioni del fantasy ovviamente ha portato certe suggestioni nello stile con cui ho iniziato: l’american traditional.
Hai un mentore? Un insegnante? Chi sono le persone più importanti per te dal punto di vista professionale?
Più che un mentore ho avuto la fortuna di essere stato tirato fuori di casa da Francesca Bonetti! È stata lei la prima a darmi la possibilità di respirare l’aria di uno studio vero e proprio. Nel giro di poco tempo sono entrato a far parte della prima brigata di Fronte del Porto – lo studio capitanato da Fabio Onorini, dove ho potuto migliorare tecniche di disegno, pittura e tatuaggio.
Parliamo del tuo stile: in che modo si è evoluto dall’american traditional al californiano?
L’evoluzione è stata lenta e progressiva. Sono stato sei anni in uno studio dove emergeva in maniera forte il tradizionale americano e un po’ tutti ci siamo influenzati a vicenda.
Il problema era che il disegno non mi dava le giuste soddisfazioni.
Per questo ho iniziato a modificare alcune strutture anatomiche e a inserire i soggetti della cultura giapponese, che mi hanno permesso di spingermi un po’ di più con i colori.
Chi sono i tuoi artisti e tatuatori di riferimento?
In questo periodo sono molto attratto dagli artisti americani, specialmente quelli che fanno giapponese californiano. Mi soffermo molto sulle scelte di colore. Non posso farti i nomi, semplicemente perché la lista sarebbe interminabile.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti? E i più richiesti, invece?
Chi mi conosce sa bene che amo disegnare felini di ogni genere, ma sono anche molto attratto dai soggetti mitologici. Spesso mi capita di mettere insieme diversi soggetti, per realizzare lavori sempre più originali.
C’è qualcosa che ti sei rifiutato, o ti rifiuteresti di tatuare?
Sì. In passato mi sono rifiutato di tatuare ragazzi di 16 anni che volevano farsi lavori molto visibili, su mani e collo. Ho tre figli – uno di 24, una di 18 e una appena nata – e, da genitore, per una cosa del genere a quell’età, impazzirei.
Dove lavori in questo momento? Come vanno le cose dopo il lockdown?
Da un anno sono entrato a far parte del team Macko di Antonio Todisco. È un ambiente molto familiare, ricco di artisti di livello altissimo, e confrontarmi con chi fa stili completamente diversi dal mio arricchisce molto il mio bagaglio culturale.
Raccontami qualcosa di più di te! Per esempio: che musica ti piace?
Sono amante della musica anni ’80, quindi: Spandau Ballet, The Cure, The Smiths, Wham… Per poi passare al glam dei Mötley Crew e ai Guns N’ Roses.
Ci consigli un album da ascoltare, un libro da leggere e un film o una serie tv da guardare?
Album: assolutamente Disintegration dei Cure (1989)
Libri: ti confesso di non essere un gran lettore, quindi provo a vincere facile con “Il Signore degli Anelli”
Film: Ritorno al futuro!!!
Serie TV: senza dubbio “Cobra Kai” e “Dark”
Vuoi raccontarci come è nata l’idea del tuo eBook per Tattoo Life?
Tattoo ebook è una piattaforma veramente notevole e all’avanguardia che dà la possibilità agli appassionati di poter avere un libro del proprio artista preferito con un semplice clic. Ho avuto la possibilità di farne parte mettendo a disposizione una raccolta di 50 tavole elaborate in tre anni e per me è stato un onore!
C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che vorresti aggiungere prima di salutarci?
Voglio solo ringraziarti per questa intervista e dare un consiglio a tutti coloro che si sono approcciati da poco a questo mondo: disegnate e dipingete il più possibile, perché migliorerete! Non scegliete la via facile: bisogna fare grandi sacrifici per raggiungere i risultati.