Tattoo realistici Black & Grey e colorati. L’arte del proprietario del ‘The Green Tiger Tattoo Gallery’ è cresciuta lavorando al cospetto di Pasqualin e Pregnolato.
Come germoglia, in Giacomo Bellato, il desiderio di diventare un tatuatore professionista? Pensi di avere, in tal senso, una storia interessante alle tue spalle?
In realtà non so quanto possa essere interessante la mia storia! (sorride) Ho sempre disegnato fin da piccolo tante ore al giorno, tutti i santi giorni.
Poi quando avrò avuto quindici o sedici mi trovavo nel pub del mio paese, dove andavo tutte le sere, intento a disegnare una carpa per un mio amico che la avrebbe successivamente portata dal tatuatore per farsela imprimere su pelle. Un altro mio amico, vedendo la scena, mi disse che avrei potuto provare a fare quel tipo di mestiere…
E tu come reagisti?
Inizialmente, al solo pensiero di diventare tatuare, dissi di no. Era qualcosa che non faceva per me. Poi, col tempo, ho iniziato a pensarci e ad essere sempre più attratto dal tatuaggio anche come forma di ribellione sociale. In fondo il tatuarsi è anche una presa di potere nei confronti del proprio corpo, dove siamo noi a scegliere cosa farne.
Hai mai avuto dei veri maestri a cui ti senti di dire grazie?
Assolutamente sì. Ho imparato moltissimo lavorando nei primi anni con Matteo Pasqualin e Marco Pregnolato: loro due mi hanno insegnato tantissimo e gliene sarò eternamente grato.
Due persone che tuttora stimo sia a livello lavorativo e non.
Il più grande insegnamento che ho acquisito è che, se si vogliono dei risultati, bisogna impegnarsi molto e spendere tanto tempo in quello che si vuole.
Tattoo realistici Black & Grey o colorati? Tu eccelli in entrambi gli stili, ma vorrei conoscere la tua opinione.
Eccellere, insomma… (ridacchia) Mi piacciono entrambi gli stili, ma per i colori a volte è un po’ difficile, abitando io vicino al mare e avendo molti clienti con la pelle abbronzata di per sé.
I tuoi sguardi femminili hanno un grande potere evocativo: come riesci ad infondere così tanta passione nelle tue donne d’inchiostro?
In realtà ho sempre disegnato donne (per lo più nudi di donna) fin da piccolo. Sono sempre stato attratto dal viso e dal corpo femminile, a livello prettamente artistico.
Mi racconti qualcosa del tuo luogo di lavoro, alias il ‘The Green Tiger Tattoo Gallery’ di Adria, in provincia di Rovigo? Cosa c’entra la “Tigre Verde”?
In realtà non ha un vero e proprio significato. Il nome è nato dal disegno del logo che volevo avesse una tigre New School al suo interno! Il “green”, invece, nasce dal fatto che avevamo addobbato lo studio di piante le quali nel giro di un anno o due… sono tutte morte! (ride)
Ormai il nome non possiamo più cambiarlo e comunque ci siamo affezionati.
Mi spendi qualche parola sul tuo collega Nicola Da Lio che mi sembra faccia dei lavori puntellinati pregevoli?
Nicola (IG: @nicola.da.lio) è ormai, oltre che un collega, un vero compagno di vita. Una mano pulitissima, la sua, unita ad una precisione incredibile. Sa fare soggetti sia grandi che piccoli mantenendo in ogni caso una “leggibilità” invidiabile.
Tant’è che io lo invidio molto! (ride) Soprattutto per le sue idee originali e per la pazienza che mette nella elaborazione dei suoi progetti riuscendo sempre a tirare fuori qualcosa d’originale e fuori dagli schemi. Se fossi un cliente di Nicola, beh, esprimerei semplicemente l’idea o la tematica del tatuaggio che ho in mente lasciando poi a lui l’intera interpretazione.
Ultima domanda: dove si svolgerà, a livello di guest e convention, il tuo autunno/inverno 2022/’23?
Andrò per lo più in quel di Londra, Francoforte e poi la Svizzera.