Abbiamo conosciuto il proprietario del ‘Golden Hand Dojo Tattoo’ dove abbondano cultura giapponese, amore per i manga, cordialità e ottimi tatuaggi.
Ciao Frank, il prossimo 23 settembre compirai i tuoi primi quarant’anni. Quindi è inevitabile che ti chieda come hai deciso di diventare un tatuatore professionista, ma anche un piccolo bilancio di fronte ad un anniversario del genere…
In realtà tutto è nato per una necessità impellente di mettermi in gioco. Anni fa decisi di investire i miei ultimi cinquanta euro per comprare una macchinetta a bobine dicendomi che anche io potevo dire la mia. Da lì senza mai fare il passo più lungo della gamba e con infinite scorte di fiducia verso me stesso e gratitudine verso il prossimo, sono arrivato fino ad oggi.
Ora possiedo un ampio studio tutto mio e sono circondato da un team di fiducia con cui tatuo e faccio formazione ai ragazzi che vogliono intraprendere questo percorso.
Quest’anno sono già quaranta e sono davvero felice di dove sono arrivato, ma non ho di certo intenzione di fermarmi qui.
Allo stesso tempo sono già passati dieci anni dall’inaugurazione del tuo ‘Golden Hand Dojo Tattoo’ aperto nel centro di Cagliari. Innanzitutto complimenti per aver unito la filosofia del “Dojo” orientale alla tradizione del tattoo shop classico, ma se dovessi farti descrivere un luogo del genere, tu cosa mi diresti?
Ti direi che mi impegno giorno dopo giorno affinché il ‘Golden Hand Dojo Tattoo’ (IG: @goldenhanddojotattoo) sia un luogo in cui il cliente, una volta entrato, venga subito investito di vibrazioni positive. Mi immagino questo studio come una dimensione in cui si compie un rito di cambiamento per il cliente e dove c’è posto solo per chiarezza e trasparenza nei suoi confronti.
Nel “Dojo” il cliente viene accompagnato, passo dopo passo, nella sua esperienza e ci si impegna tutti assieme affinché ogni suo dubbio e incertezza venga fugato.
Inutile girarci troppo attorno: i tuoi sono veri e propri manga su pelle. Immagino che la tua clientela sia composta al 99% da gente che legge avidamente i fumetti giapponesi oppure la tua arte non conosce confini e nel tuo studio talvolta giungono anche dei “profani”?
Dici bene! (sorride) I miei clienti sono per la maggior parte degli “otaku/nerd” (e, bada bene, lo dico con accezione super-positiva), ma anche persone che non hanno la passione per la cultura pop asiatica ma che desiderano esporre la propria idea a un professionista. Vale a dire un tatuatore che sappia ascoltare ed entrare in sintonia empatica con loro.
La mia quindi è una clientela variegata, ma sicuramente distinta da un requisito comune: gentilezza e cordialità.
Quanto ti piace – perdonami il termine – “manga-izzare” le varie icone della civiltà occidentale? Ultimamente l’hai fatto con Freddie Mercury dei Queen e il risultato è stato notevole, no?
Mi piace parecchio. E se il risultato è giudicato “notevole”, beh, significa che si vede quanto mi sto divertendo a realizzare tattoo del genere! (ridacchia)
Tu comunque, a scanso di equivoci, non sei solo un tatuatore legato ai cartoon. Il tuo stile comprende anche il Realistico e i soggetti orientali in generale, vero?
Esatto. Ad oggi sviluppo principalmente progetti di cultura pop giapponese/asiatica (manga, anime e videogame, giusto per intenderci), ma non di meno soggetti della medesima cultura giapponese/asiatica sia Tradizionali che rivisitati, oltre che Realismo in bianco e nero.
A parte ciò, se mi chiedi una scritta o una stella, non mi tiro mai indietro. Non ho mai giudicato un lavoro per grandezza o complessità, ma ho sempre avuto rispetto per ciò che può significare per il cliente.
Hai già segnato in agenda alcune tattoo convention e dei guest spot di rilievo per quel che riguarda il prossimo autunno?
Sarò sicuramente alla ‘Cagliari Tattoo Convention’ (IG: @cagliaritattooconvention) in programma i prossimi 15, 16 e 17 settembre. Poi altro non ti so dire. Da due anni a questa parte ho intrapreso molti progetti nel mio nuovo studio che richiedono la mia presenza; e, oltre ad essere impegnato da essi, sono richiesto anche dai miei quattro meravigliosi figli e da mia moglie. (sorride) La famiglia, per me, resta la cosa più importante in assoluto. Tuttavia, in ambito professionale, il 2024 potrebbe riservare delle sorprese…
E le tue ultime parole famose sono… ?
“Ciao! Sei in anticipo di dieci minuti. Ecco a te un buono per il caffè, ci vediamo dopo!”