A colloquio col motivato artista del ‘South Ink Tattoo Shop’ di Pozzuoli. Una vita intensa, la sua. Un papà felice e il sogno americano sempre dietro l’angolo…
Fabio, parlami un po’ di te.
Guarda, sono cresciuto in un contesto difficile, ma da bambino ero continuamente affascinato dai tatuaggi che vedevo sulla pelle dei miei zii. Ti sto parlando di quei “pezzi” che si notavano a Napoli più di trent’anni fa, quelli fatti principalmente in carcere. Mi affascinava il potersi incidere addosso e per sempre gioie e dolori, odio e amore, famiglia e desideri.
Che tipo di percorso è stato il tuo finora?
Beh, con questa passione incisa nel cuore, ho cominciato i miei studi in campo artistico. Frequentando l’Accademia di Belle Arti, qui a Napoli, ho poi scoperto una forte propensione per l’insegnamento ed è stato proprio quello il mio obiettivo per un po’. In seguito, i fatti della vita più una perdita dolorosa mi hanno portato a tatuarmi.
Quel gesto dell’ago che incideva la mia pelle mi faceva stare meglio! Da lì la svolta nella mia esistenza…
Nel 2006 ho iniziato a tatuare e a frequentare le tattoo convention mentre, nel 2012, sono approdato al ‘South Ink Tattoo Shop’ (IG: @southinktattooshop) dove attualmente lavoro come resident artist.
Quanto è importante di questi tempi dedicare anima e corpo allo stile Traditional?
La verità? Credo fermamente che il Traditional non sia solo uno stile artistico, ma un vero e proprio modo di essere. Prendila come una chiave di lettura del tatuaggio. Un tattoo semplice, pulito ed essenziale che non trascura l’estetica e non segue mai la moda del momento. Gli unici diktat del Traditional sono quelli nati più di un secolo fa, tra pirati e galeotti. Il suo studio proviene dal passato, ma il suo disegno è ben calato nel presente!
Hai dedicato uno sketchbook ai felini. I tuoi tatuaggi aventi come soggetto una tigre sono praticamente un tuo marchio di fabbrica. La stessa tigre compare anche nel logo del ‘South Ink Tattoo Shop’. Quando nasce questa tua passione verso tali animali?
Ho sempre amato i felini e viaggiare mi ha fatto appassionare a tali esemplari ancora di più. Tra tutte le specie viventi penso che i felini abbiano davvero un fascino particolare, quindi ho iniziato a studiarne l’anatomia. Esattamente da qui nasce il mio sketch-book ‘Feline’. Il logo del ‘South Ink’, invece – e ti sto parlando di quello con la tigre – in realtà non è quello ufficiale, ma solo una mia reinterpretazione nata durante una collaborazione. Quella relativa al merchandising che ho realizzato assieme a Fabio Gargiulo (IG: @fabio_gargiulo) e a Cayo Kun (IG: @cayokun).
Ti va di parlarmi del ‘South Ink Tattoo Shop’ di Pozzuoli?
L’unico e solo proprietario del ‘South Ink Tattoo Shop’ è il già citato Fabio Gargiulo (IG: @ fabio_gargiulo) che negli anni è stato in grado di portare avanti due percorsi paralleli: quello della sua crescita personale come artista e quello dello studio che ad oggi possiede una propria identità come punto di incontro e condivisione tra tatuatori resident e ospiti vari.
Tutto ciò mi ha dato spesso la sensazione di essere all’interno di una convention standomene “a casa”, ma avendo l’opportunità di lavorare gomito a gomito con tattoo artist di fama internazionale.
Ragazzi che stimo tantissimo, tant’è che ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa ed è stato motivo e occasione di crescita
A proposito, che rapporto hai con le tattoo convention e i guest spot?
Com’è che si dice? “Non ci sono più le convention di una volta”… (ride) Guarda, alle tattoo convention partecipo ormai soltanto per un valore affettivo o perché ci si organizza tra di noi, per stare tra vecchi amici. Da questo punto di vista trovo che mi arricchiscano di più le Guest. Sono più intime, ecco.
Hai già segnato qualcosa in agenda tra la fine dell’anno e l’inizio del 2024?
Per questo fine 2023 mi dedicherò a fare il papà e basta (sorride), ma per il nuovo anno ho già in programma qualche Guest da recuperare e un paio di tattoo convention oltreoceano.
Qual è il paese dei tuoi sogni a livello di tattoo art? L’Italia o… ?
Di certo gli Stati Uniti d’America restano la patria del mio stile, il Traditional, e non ti nascondo che mi piacerebbe avere la chance di lavorare lì. Devo ammettere però che anche l’Italia mi dà ottime soddisfazioni e la possibilità di instaurare belle collaborazioni artistiche.
E le tue ultime parole famose sono (meglio se in napoletano)… ?
“Faccia tosta campaje, faccia moscia murette!”. Significa: “Osare sempre nella vita… sempre!”.