Il tatuatore del ‘Fronte del Porto Tattoo’ di Roma ci racconta i punti di forza del suo stile Neo Traditional. In attesa di divenire papà e trovare ulteriori stimoli.
Com’è successo che Claudio Erzi ad un certo punto della sua vita è diventato Erzi e basta facendosi riconoscere per il suo stile molte particolare?
Guarda, comincio facendoti le mie presentazioni. Mi chiamo Claudio, ho 27 anni, sono nato a Roma e amo fare il tatuatore.
Dopo quasi quattro anni di esperienze e lavoro presso il ‘Fronte del Porto Tattoo’, credo d’aver assimilato e digerito centinaia di consigli e critiche. Inoltre ho avuto la fortuna di lavorare in Europa con professionisti di alto livello che mi hanno aiutato a crescere artisticamente.
Restando però sempre sotto l’influenza dell’imponente movimento Traditional capitolino che vivo ormai da anni.
Tutto ciò ha influenzato il mio stile e il mio modo di vedere l’incredibile mondo del tatuaggio.
A proposito di stile: il tuo non può dirsi né Traditional né New School né Surrealistico. Magari fa tappa presso ognuna di queste categorie e se ne esce, di suo, con qualcosa di nuovo. Cosa ne pensi?
Beh, Amo il Neo Traditional proprio per questo motivo! In pratica, tatuando come faccio io, è possibile attingere da ogni altro stile e da ogni epoca storica trovando l’ispirazione un po’ ovunque e senza dover rispettare dei rigidi canoni imposti.
E poi, lavorando quotidianamente con ragazzi che masticano il Traditional, ho cercato soluzioni tecniche e grafiche che potessero avvicinare il mio stile ai canoni del tatuaggio Tradizionale senza però snaturarne il tratto del disegno.
Volto femminile ed animali esotici: perché la tua arte si sofferma soprattutto verso queste due rappresentazioni che tanto devono alla grande epopea della tattoo art?
L’indubbia bellezza dei volti femminili rende sicuramente più elegante e interessante il tatuaggio, assieme a tigri, aquile, serpenti e molti altri. La varietà dei soggetti che abbiamo a disposizione è infinita, ma non tutti vestono il corpo nella stessa maniera, no? I visi e gli stessi animali mi danno una libertà di movimento sul corpo che altri disegni più statici non mi permetterebbero essendo essi più rigidi. Tutto ciò ha sicuramente contributo alla scelta dei miei soggetti preferiti. (sorride)
Sbaglio o in un certo tattoo – che ho visto nel tuo portfolio – hai voluto omaggiare lo sguardo indefinibile della Monna Lisa?
Sicuramente i tatuatori da cui ho preso ispirazione hanno come punti di riferimento grandi artisti come lo stesso Leonardo da Vinci. Sai, adoperando per lo più statue per ricavare i modelli da utilizzare, prediligo quegli artisti che appartengono a un epoca più classica; o ancora più moderna come il Barocco, il Neoclassicismo o l’ancora più recente Art Noveau.
In una foto su Instagram ti ho visto goderti un libro dedicato all’arte del grande Fred Marquand, artista americano dello stato di Washington che tatuò dagli anni ‘30 fino alla sua morte avvenuta negli anni ‘80. Lo reputi un maestro pur non avendolo mai conosciuto di persona?
La cultura del tatuaggio Traditional è vastissima e l’impronta che ha lasciato un tatuatore come Fred Marquand lo pone sicuramente vicino ai grandi pilastri di questo stile eterno.
Lui, pur essendo scomparso da quarant’anni, riesce ancora oggi a colpire e a influenzare le nuove generazioni di tatuatori. Me compreso!
Mi citeresti altri libri/cataloghi che ti hanno insegnato tanto nell’ambito della tua carriera?
Le centinaia di raccolte delle opere di Alfons Mucha, fuoriclasse capostipite dell’Art Noveau. Oppure i tratti caratteristici dei volti di Charles Dana Gibson, un bravissimo illustratore statunitense. La Pop Art degli anni ‘60. Centinaia di sketchbook, e ogni cosa che in definitiva mi dia ispirazione.
Lavori presso uno degli studi più apprezzati d’Italia – il già citato ‘Fronte del Porto Tattoo’ di Roma – per quel che riguarda la cultura del tatuaggio. Eppure questo non ti basta visto che hai dei guest frequenti in Belgio, Spagna e Germania. Come ti spieghi questa tua “irrequietezza” artistica?
Viaggiare mi dà nuovi stimoli ed essere stimolato è fondamentale per il mio mestiere. Avere la possibilità di lavorare vicino a tatuatori di spessore internazionale non ha prezzo. Da questo punto di vista ho avuto la fortuna di poter rubare con gli occhi dai migliori e di confrontarmi con chi fa questo mestiere da una vita, con la stessa passione di sempre.
A che scopo?
Il solito. L’obiettivo comune è quello di rendere i propri tatuaggi riconoscibili e di qualità. Solo lavorando per migliorare ogni aspetto del mestiere possiamo alzare i nostri standard. Dalla prima linea tracciata al rapporto con il cliente fa tutto parte del “pacchetto”. E poi lo scambio con altri punti di vista diversi da quello italiano è uno stimolo costante ed importantissimo per alzare il livello del tatuaggio.
Vogliamo salutarci con un tuo proposito, personale e lavorativo, che ti porrai per il 2022?
A breve diventerò padre quindi non posso che sperare in un 2022 pieno di esperienze ed emozioni nuove. (sorride)
Congratulazioni!
Grazie. Non stiamo vivendo un periodo semplice, ma restiamo fiduciosi. Mi auguro un veloce ritorno alla normalità per poter vivere a pieno le nostre vite e il nostro lavoro. Anche per merito degli incredibili eventi e convention che riguardano questo nostro amato e insostituibile mondo del tatuaggio.