Il titolare dello studio “Electric Wave Tattoo” di Milano (gestito assieme a Martha Blek) a ruota libera tra Giapponese, jiu jiutsu e nuove sfide.
Emanuele, mi spieghi come un ottimo tattoo artist specializzato in Giapponese può anche essere un campione di jiu jiutsu brasiliano?
Credo che le due cose possano coesistere solo se si è disposti a “sacrificare” gran parte del proprio tempo.
Il jiu jitsu e la tattoo art scandiscono le mie giornate da sempre: sono due facce della stessa medaglia.
La mia passione per la lotta nasce innanzitutto come valvola di sfogo. Avevo 25 anni quando ho iniziato e me ne sono subito innamorato; da lì la decisione di intraprendere la carriera agonistica parallelamente alla mia attività artistica di tatuatore.
Trovi che ci siano delle affinità tra lo stesso jiu jiutsu e il metodo del tatuare?
Il metodo è uguale: attenzione, cura e costanza sono esattamente le stesse, sia in studio che in palestra. Credo che non ci siano differenze sostanziali in quanto sono due discipline profonde che richiedono concentrazione e studio. Cambia semplicemente il “terreno di gioco”!
Hai avuto dei maestri per quel che riguarda i segreti dello stile Giapponese o ti sei formato da solo, leggendo e guardando, migliorando te stesso quotidianamente?
Disegno soggetti da che ho io ricordi mentre mi sono avvicinato allo stile Giapponese pian piano. In questo lungo percorso non ho avuto maestri, ma molte persone dalle quali ho appreso davvero tanto. Quello che ricordo con più affetto, il primo che ha creduto in me, è Marco Ruffa, compagno di viaggio e amico. Il mio stile si è formato disegno dopo disegno ed è tutt’ora in continua evoluzione.
Oltre alle schiene e alle maniche, pensi che l’aver disegnato un serpente black’n’grey sull’intera parte frontale di una tua cliente possa essere annoverato tra le tue imprese maggiori?
Quello è stato sicuramente uno dei lavori di maggior impatto visivo, ma tecnicamente non è tra i più difficili che ho realizzato. Penso che sia molto più complesso trovare un equilibrio tra soggetto e sfondo; come di solito accade nella composizione di un intero arto o di un full body.
Mi parli dell’ambiente in cui lavori? Vale a dire l’“Electric Wave Tattoo”, lo studio privato di Milano dove dividi il tuo percorso artistico con Martha Blek che invece mi sembra più specializzata in Traditional/New School…
Lo studio privato nasce in primis dalla necessità di creare un concept che più si avvicina al mio metodo di lavoro.
Tutti i miei soggetti sono disegnati direttamente sul corpo, processo che richiede un ambiente in cui regnino serenità e calma.
Al “Electric Wave Tattoo” il concetto di tempo non esiste e sì, la persona con cui divido questo bel progetto, è Marta Blek che si occupa di tatuaggio Tradizionale. Lei è in totale sintonia con il mio metodo lavorativo
Ultima domanda: le tue sfide future quali saranno?
L’impegno maggiore finora è stato trasformare questo rece periodo buio e pieno di incertezze in un laboratorio di studio e di idee. Sto sfruttando il tempo (forzatamente) libero per concentrarmi nella ricerca stilistica attraverso la pittura e l’incisione.