Abbiamo intervistato il tatuatore del “Sorry Mama” di Pomezia che, anni fa, ha avuto la fortuna di studiare da vicino l’arte del grande Koji Ichimaru. Restandone folgorato.
Domenico, ormai sono già passati 13 anni da quel tuo viaggio in Giappone che ha dato una svolta alla tua vita da tatuatore. Vuoi ricordare quell’esperienza per noi?
Sì, direi che ne è passato di tempo. Il primo dei miei tanti viaggi in Giappone è stato un passo fondamentale per la mia crescita di tatuatore.
Mi feci fare il mio primo tatuaggio, con la tecnica tebori, dal Sensei Horitoshi I e là conobbi pure di persona Koji Ichimaru, grandissimo artista che mi ha letteralmente cambiato la vita. Lo stesso Koji, proprio durante quella mia prima trasferta, mi fece da guida nel sud del Sol Levante permettendomi di fare esperienze che, altrimenti, non avrei mai fatto in vita mia.
Continui periodicamente a recarti in Giappone per affinare le tue tecniche oppure tale tatuaggio, una volta imparato a fondo, riesci comunque a migliorarlo tramite il tuo lavoro svolto in Italia?
Oggi, con l’aiuto di internet e dei social network, il mondo è diventato un posto decisamente più piccolo.
Si possono avere scambi culturali con molta più facilità, ma l’atmosfera che si respira in terra nipponica (intendo i posti che si visitano, le persone che si approcciano, i colleghi che si incontrano ecc.) dà decisamente un input in più ed una rinnovata voglia di crescita.
Tu sei uno dei pochi artisti italiani specializzato nella tecnica tradizionale “tebori”. Ce la presenti?
il tebori, insieme al meno conosciuto “shamisen bori”, è la tecnica di tatuaggio Tradizionale Giapponese. Si tatua con una bacchetta che ha degli aghi legati sopra.
E quello era il tatuaggio per antonomasia prima della nascita delle macchinette elettriche!
Si tratta di una tecnica affascinante e, al contrario di quel che si può pensare, anche molto meno dolorosa dell’uso della stessa macchinetta.
Che cosa ti ha fatto innamorare del “tebori” rispetto ad un uso più tradizionale di una semplice e banale macchinetta ad aghi?
Beh, di sicuro l’aspetto tradizionale della tecnica. E tutto il fascino che da essa ne consegue.
Il tuo soprannome “Horidome” che ormai fa un tutt’uno con Domenico Marini come nasce?
Fu lo stesso Koji Ichimaru a darmelo.
Il tuo studio, il ‘Sorry Mama’ a Pomezia è da anni una location importante per lo sviluppo della cultura italiana del tatuaggio, vero?
il ‘Sorry Mama’ (IG: @sorrymamatattoostudio) è frutto di un duro e ripetuto lavoro che va avanti da quasi due decenni. Questo luogo ha ospitato artisti di alto livello e spero che continui a farlo anche in futuro. Di sicuro è un posto che mi rende felice ogni singolo giorno.
Hai in programma delle convention o dei guest spot importanti nel corso di questa primavera?
A breve per me ci sarà la convention di Bari e poco dopo avrò al ‘Sorry Mama’ un ospite dal Giappone: Hiroyuki Urta (IG: @hiroyukiurta2), allievo del grande Monta Morino (IG: @montamorino).
Dimmi la verità: ascolti ancora tutta quella musica (metal, punk, thrash ecc.) che ti ha portato, da giovane, ad avvicinarti al mondo della tattoo art?
Sì, certo. Senza musica non saprei come vivere. E sono decisamente troppi gli album fondamentali che mi porto nel cuore. Vuoi una lista? No, sarebbe troppo lunga da stilartela.
E le tue ultime parole famose sono… ?
Che dire… Questa la lascio volentieri alla vostra immaginazione! (sorride)