Sbocciata nel fermento di Stoccarda, Caterina ha trovato la sua casa in quel di Cagliari e in un atelier dove dispensa tatuaggi floreali, geometrici e ornamentali.
Caterina, ti va di raccontarci qualcosa di te?
Lo voglio e mi fa pure molto piacere. Mi chiamo Caterina Ghiani, ho 31 anni ed è da 11 che faccio questo bel mestiere.
Noto che sei molto tatuata. Quindi il tuo è stato l’inevitabile percorso dell’appassionata di tatuaggi che è passata (a tatuare) dall’altra parte della barricata?
Guarda, in tutta sincerità è stata una pura coincidenza il fatto che mi sia ritrovata a fare questo lavoro. Ok, la passione per l’arte vive da sempre dentro di me, ma il giorno che mi sono fatta il mio primo tattoo stavano cercando una apprendista proprio in quel determinato studio. Così mi sono detta: perché no? (sorride)
Il tuo stile di tatuatrice trasuda eleganza e ricercatezza visto che ti dedichi a lavori floreali, geometrici e ornamentali, tutti rigorosamente in bianco e nero…
Sono contenta che tu abbia scelto proprio queste determinate parole per descrivere le mie opere! In fondo l’eleganza è proprio la componente più importante all’interno dei miei lavori. Senza eleganza non potrei mai tatuare.
Come sei arrivata a tutto ciò? Talento personale o hai avuto dei maestri in grado di affinarlo?
Beh, dopo tre anni di gavetta classica e altri tre di lavoro presso quello studio di cui ti dicevo prima, decisi che per me era giunto il tempo di viaggiare.
Perché?
Volevo vedere all’opera altri artisti e trovare lo stile che mi avrebbe rispecchiata di più in relazione a ciò che mi piace trasmettere sulla pelle altrui. Così, piano piano, ho trovato la mia strada coinvolgendo bravi maestri e mettendoci tanto impegno, un bel po’ di passione e un pizzico di talento personale.
Mi parli della tua esperienza tedesca? Come sono andate le cose?
Guarda, anche se il mio cognome è sardo, io sono nata e cresciuta in Germania. La mia passione per i tatuaggi è nata lì e vi ho anche compiuto i miei studi artistici. Ho passato sei anni a tatuare in territorio tedesco e la mia città, Stoccarda, è un punto fermo dove torno spesso per fare dei guest.
Il tuo è un rapporto 50/50 con la clientela? Nel senso che loro portano l’idea e tu gli dai forma secondo la tua inclinazione artistica?
Direi di sì. Molti mi lasciano carta bianca, ma anche in quel caso c’è sempre uno scambio col cliente: per conoscerlo meglio e capire cosa gli piace.
Questa è una parte molto importante del nostro lavoro, secondo me, e non andrebbe mai tralasciata.
L’unica eccezione sono forse i progetti che propongo come “wanna dos”, ma quella è un’altra storia.
Visto che le tue opere sono abbastanza abbondanti a livello di porzioni di pelle, mi chiedevo se avessi mai avuto l’onore di completare un intero bodysuit maschile o femminile…
Allora, un bodysuit intero ancora no. In questo periodo sto lavorando su di un cliente che però di suo ha già una grande porzione di corpo tatuata non da me. Insomma, non vedo l’ora di trovare la persona giusta che si affidi nelle mie mani per un progetto simile!
Pensi che un mezzo come Instagram ti abbia aiutato a incrementare la diffusione dei tuoi lavori?
Assolutamente si. Da quando ho iniziato a viaggiare creandomi di conseguenza una nuova base a Cagliari, Instagram mi ha aiutato tantissimo. Ok, la pubblicità migliore resta sempre il passaparola tra le persone, ma se vai in posti dove nessuno ti conosce, beh, un mezzo del genere ti dà senz’altro una grossa mano.
Tra l’altro tu mi sembra che Instagram lo usi molto bene calibrando i tuoi post con foto efficaci: tanti tatuaggi realizzati e giusto un po’ di vita privata…
Sì, cerco sempre di tenere il giusto equilibrio tra le due cose.
Anche perché penso che sia bello saperne un pochino di più anche sulla persona e non solo sulla tatuatrice/professionista.
Ti definisci “based in Cagliari”. Nel senso che hai uno studio privato sull’isola?
Esatto. Sono felicissima d’aver aperto nel 2021 il mio piccolo atelier privato in quel di Cagliari. Si tratta della città in cui ho trovato il “mio stile” e che ormai chiamo casa.
Ma è vero che anni fa sei stata una brava ballerina di burlesque?
Sì, confermo! Come ti ho detto prima, l’arte è sempre stata la mia passione principale. Il burlesque era solo un altro modo per esprimermi visto che la danza lo è stata fin da quand’ero piccola. Si è trattato di un periodo straordinario, quello, ma un giorno ho capito che era giunto il momento di dedicarmi al 100% alla tattoo art.
E le tue ultime parole famose sono…?
Beh, proprio famose non direi! (ride) Sono molto grata di fare ogni giorno ciò che mi piace di più al mondo, ovvero tatuare. E mi ha fatto piacere parlare con voi!