Siamo a Rimini, rinomata località balneare italiana, famosa per la movida notturna e per quel sapore di tradizione italiana che l’ha fatta amare nel mondo. È qui che Arianna Settembrino nel 2002 ha aperto il suo Skinwear Tattoo, negozio che rispecchia esattamente la sua personalità e il suo stile: artistico, rigoroso e sensibile…
Ciao Arianna sono 21 anni che sei nel settore del tatuaggio, quali secondo te sono i requisiti indispensabili per durare a lungo in un mondo creativo così ampio?
Sono ben 21 anni… Che sommati ai tre di apprendistato fanno 24… devo dire che mi fa impressione! Una parte di me ha conservato lo stesso entusiasmo di quando ho cominciato, e forse, parte del segreto del “successo” è proprio questo. Oltre l’entusiasmo occorrono grande disciplina, spirito di sacrificio, studio e applicazione, sia artistica che tecnica, spirito imprenditoriale e conoscenza del settore e, ultimo ma non ultimo, approfondita conoscenza della parte igienico sanitaria, fondamentale in questo mestiere.
Nel film che hai pubblicato sul tuo sito definisci te stessa e il tatuaggio come solidi e chiari. Come secondo te la tua personalità si riflette nel tuo lavoro?
Tantissimo. La cosa più bella è che nei tatuaggi riesco a far emergere la parte migliore di me, quella più intima, libera, artistica e sensibile. Ma anche il mio lato più severo contribuisce al risultato. Perchè la tecnica e la “pulizia” sono un tratto distintivo nei miei pezzi.
Il tuo tatuaggio è molto codificato dal tuo stile, evidentemente Traditional con potente outline, tanti simboli massonici, tarocchi e cos’altro oggi? Come è cambiato nel tempo?
Pur amando profondamente l’iconografia Traditional più classica ho sempre cercato ispirazione nella simbologia esoterica, e questo ha fatto si che i miei lavori ne fossero intrisi. Oggi continuo a studiare i simboli, e ad inserirli nei miei lavori, ma sto sperimentando su carta stili ornamentali, specialmente per progetti grandi (schiene, braccia e gambe) prendendo ispirazione dal tribale ma anche dalla geometria sacra e tibetana. Non vedo l’ora di mettermi all’opera su chi apprezzerà queste mie proposte… Nei prossimi mesi pubblicherò qualche idea.
Definisci il tuo lavoro come un tramite, perché fai affiorare su pelle quello che molte volte neanche il cliente sa di volere. Parliamo di questo aspetto così importante del tuo lavoro?
È vero, è un aspetto importantissimo. Mi succede spesso che l’dea iniziale del cliente sia piuttosto basica, fragile e confusa. E che io non abbia quindi tanti strumenti per interpretare. Non sempre le persone (inclusa la sottoscritta) riescono a tradurre in parole ciò che vorrebbero esattamente sulla propria pelle.
Quindi mi metto all’opera quasi “al buio”. Mi concentro sulla persona, basandomi su ciò che mi ha trasmesso durante il colloquio, o rileggendo i messaggi…
e da lì comincio a creare, guidata da qualcosa di “magico” che non so ben spiegare. Il processo del disegno è intenso, almeno 4 o 5 passaggi dalla bozza iniziale, finché non scatta qualcosa (io la chiamo alchimia) che può addirittura stravolgere la bozza iniziale!
Quando mostro il disegno al cliente (mai in anticipo, solo al suo arrivo all’appuntamento) è sempre un momento speciale, adoro leggere nei suoi occhi lo stupore mentre dice che non se lo sarebbe mai immaginato così… Lo stesso vale per il risultato finale, perché non programmo quasi mai i colori in anticipo, creo tutto al momento sempre guidata dall’istinto.
È un processo del mio lavoro totalmente ispirato dal mio mondo interiore e dalla grande empatia di cui sono dotata (e pensare che all’apparenza sembro fredda e distaccata).
Ci tieni molto a sottolineare la vostra integrità nell’igiene e la professionalità del vostro lavoro sia nel tatuaggio che nel piercing, e il rispetto per il cliente. Quali sono le regole base dello Skinwear da questo punto di vista?
Grazie per la domanda. Ci tengo tantissimo perché noi tatuatori (e piercer) abbiamo una grande responsabilità non solo sul piano estetico, ma anche su quello igienico sanitario, in quanto lavorando a contatto con la pelle e il sangue delle persone, abbiamo il dovere di conoscere alla perfezione le regole per la prevenzione delle contaminazioni crociate. Abbiamo il dovere di seguire dei protocolli igienici per l’allestimento delle postazioni di lavoro e per le pulizie.
Abbiamo il dovere di conoscere alcuni aspetti di dermatologia e di imparare a riconoscere eventuali problematiche in modo da evitare di “operare” o chiedere prima un parere medico.
Oggi devo purtroppo dire che non sempre un buon esecutore è in grado di lavorare professionalmente sul piano igienico. Nel mio studio sono rigidissima su questo aspetto.
Vogliamo aprire le porte dello studio e fare un giro con te che ci descrivi la location, l’atmosfera, gli arredi etc?
L’ingresso vi accoglie in una comoda sala d’attesa (il nostro divano chesterfield è molto amato sia dai clienti che dagli accompagnatori). Le pareti sono adornate da numerose stampe d’autore e molti dipinti originali. Ci sono opere del mio amico Simone El Rana, che fin dall’inizio ha creduto in me e mi ha portato pezzi bellissimi per arredare, nonchè regalato alcune opere di cui sono molto gelosa. In vetrina c’é una sua bellissima chitarra realizzata per i premi della convention di Londra… è l’unico premio che tengo esposto perchè è veramente un bellissimo pezzo di arredo oltre che molto significativo per me, essendo stato vinto in tempi davvero gloriosi del nostro mondo tattoo (intorno al 2012).
Attraverso una tenda noren si accede alla grande stanza open space con tre comode postazioni. In questa stanza ho pensato all’aspetto pratico e igienico ma le pareti sono molto alte e ho potuto rivestirle di tavole magnifiche, dalla collezione “the wooden folder” al “traditional folder” a quelle straordinarie tratte dal primo volume di Spider Murphy’s (tutte vostre produzioni tra l’altro, complimenti).
Il terzo ambiente è la magica stanza del disegno, dove si trova una grande scrivania a L (che all’occorrenza diventa il tavolo per pause pranzo e merenda) e una libreria da perdere la testa. In vent’anni ho collezionato di tutto, i migliori sketchbook scambiati con i migliori, libri di reference d’autore, scrapbook dagli anni ‘20 in poi, una collezione della Dover con tutto l’inimmaginabile e molto altro.
In questa stanza c’è una cosa incredibile, che ha fatto letteralmente impazzire alcuni guest stranieri: scavi archeologici che risalgono al II° secolo dopo Cristo e mura romane originali in ottimo stato. Gli scavi sono protetti e coperti da pannelli in ferro corten, ma l’dea di camminare sopra la Storia incute un certo fascino…
Chi lavora con te al momento e chi ti piace ricordare tra gli innumerevoli ospiti che hanno varcato la soglia dello Skinwear?
Al momento al mio fianco ci sono Loris Bak, 29 anni con me da tre, versatile ma che predilige il nero, affascinato sia dal traditional che dal giapponese e Valentina Besutti, piercer professionista di alto livello, molto competente e molto amata dalla nostra clientela.
Vanessa la V, con il suo traditional moderno (cura dei dettagli e linee di due spessori) e romantico, è molto apprezzata e richiesta proprio per la sensibilità e l’originalità delle sue interpretazioni.
Andrea Playink ospite regolare di Skinwear da oltre un anno, specializzato in realistico black’n grey, artista talentuoso e persona fantastica, Deborah Ferranti, membro della Skinwear family ormai da 5 anni, è la più piccola, dotata di grande talento, amante del blackwork nelle sue forme più dark, ha realizzato la grafica della nostra ultima T-shirt, in stile metal, imperdibile.
Poi c’è Simone Gallo, una bomba di talento e adrenalina, che collabora con il mio studio principalmente per lo stile giapponese, ospite regolare.
Ultima ma non ultima Olimpia Quartieri, la nostra queen del traditional, collabora con Skinwear da oltre 5 anni, in studio su appuntamento.
Infine, tra chi è “passato” dal mio studio mi piace ricordare Spillo, uno dei migliori, se non il migliore tra i tatuatori italiani, ospite fin dal 2005 e mio grande amico, Gakni (Gallo, ex Manao tu papao di Modena) un pezzo di cuore, Marco Lari, Rudy Fritsch, Federica Marshmallows, Vale Lovette, Dane SOOS, Gaia Leone, Andrea Pallocchini (il mio primo special guest nel 2003), Samuele Briganti, Morg, Pietro Sedda, Stizzo, il grande Pino Cafaro, Chriss Dettmer, Didac, El Carlo, Donna Mayla.
E ricorderò sempre con grande affetto Christian Forrester, che ha lavorato con me allo Skinwear per 7 anni, e Koji Ichimaru, entrambi scomparsi prematuramente, mi mancano (R.I.P.).
Per concludere, in cosa ti senti sicura oggi e cosa invece ti ha annoiato del tuo lavoro?
Domanda difficile! La mia unica grande certezza deriva da me stessa, ed è una consapevolezza che ho raggiunto con il tempo e dopo varie delusioni. Ho imparato che ci sono cose che non posso controllare e che non posso infondere nel prossimo nulla che egli non abbia già: posso essere da esempio, quello si, ma l’entusiasmo e la determinazione non si possono insegnare.
Oggi sono una migliore imprenditrice, ho fatto errori in passato per non aver separato l’amicizia dagli affari, e questo mi è costato molto caro.
Oggi so che è necessario farlo e che non c’è nulla di male. Niente mi ha annoiato, sono sempre carica di energia e amo affrontare nuove sfide e cambiamenti. Quello che mi delude invece è la piega che il mondo del tatuaggio ha preso. Il libero mercato e la facilità di reperire strumenti, insieme alla facilità di accedere a studi di tatuaggi e Convention ha permesso alla massa di impossessarsi di un lavoro che in quanto Mestiere con la M maiuscola non è affatto per tutti. I social hanno creato l’illusione che sia tutto facile da conquistare, e in qualche modo questo è vero. La responsabilità è, in primis, di tutte le supply che hanno venduto senza ritegno e senza selezione, l’avidità ha vinto sul senso critico e sull’etica professionale.
E ancora, titolari degli studi hanno messo sotto a tatuare chiunque, i ragazzi non sono seguiti, basta che facciano un pò di cassa, non viene trasmessa l’etica professionale. Idem alle convention: in molte vengono venduti stand a chiunque paghi, mentre un tempo solo chi aveva esperienza poteva avere il privilegio di tatuare ad una tattoo convention, per il rispetto di tutta la comunità dei tatuatori e dei visitatori che pagavano per vedere il meglio.Questo ovviamente è un discorso generalizzato, e non vale per tutti.
Ma per chi come me resiste alla tradizione e ai valori è dura.
Siamo pochi e neppure uniti, così si disperdono le energie e ci lamentiamo di ciò che non va senza fare nulla per cambiare. Vale la regola del proprio orticello come unico interesse. Io non mi do comunque per vinta, anzi! Sono sempre pronta ad accogliere persone oneste, talentuose e sinceramente interessate ad intraprendere la strada del tatuatore. Ovviamente con le mie regole… ci vogliono regole e grande fatica, ma è una strada meritocratica, per lo meno da Skinwear!