Intervista al simpatico resident artist del ‘Noa Ink’ che padroneggia sia Black and Grey che Chicano e si appresta ad un’ennesima avventura fatta d’inchiostro.
Ciao Antonio, quando hai iniziato esattamente la tua carriera nel mondo del tatuaggio?
Sono sempre stato attratto dal tatuaggio fin dalla più tenera età, soprattutto per via di mio padre che è tatuato da quando ne ho ricordo. C’è stato un momento, quando avevo all’incirca 11 anni, in cui l’ho visto tatuarsi e da lì è partito il desiderio di potermi avvicinare a questo mondo.
Nel 2012 sono andato a fare un’esperienza lavorativa in Inghilterra e – dopo mesi di mance nei ristoranti e grazie alla spinta di alcuni amici – comprai la mia prima macchinetta e semplicemente provai. Al rientro in Italia, nel 2013, mi iscrissi al corso regionale di Firenze prendendo la qualifica l’anno dopo. In pratica sono quasi 10 anni che mi sono avvicinato a questo mondo.
Qual’è il tuo background e quali sono stati gli step più importanti della tua carriera?
Ho sempre disegnato fin da piccolo seguendo l’istinto della passione. Sono sempre stato un autodidatta, non ho mai frequentato scuole d’arte e sempre preferito usare lapis e tonalità di grigio. Il primo step realmente importante è stato ricevere nel 2017 un messaggio da Noa Yanni (@noayanni) ed entrare in seguito a far parte del suo ‘Noa Ink’ (IG: @noaink), studio in cui lavoro tutt’ora e dove ho avuto modo veder lavorare tanti artisti e amici fortissimi, sia guest che resident.
Un altro passo interessante è stato quello di iniziare a girare per vari studi europei sia con il mio amico e collega Fabiano Romeo (IG: @fabiano_romeo) che da solo. Sai, do molta importanza a questa parte del mio lavoro perché ogni volta rientro in Italia con una bella carica e voglia di fare!
Come definiresti il tuo stile e quali sono i tuoi riferimenti?
Il mio stile lo definirei Black and Grey e Chicano. Come ho detto prima, ho sempre amato le tonalità di grigio e, con l’entrata al ‘Noa Ink’, ho avuto modo di concentrarmi sulle sfumature e su come portare avanti la mia idea di Bianco e Nero.
Sono molto versatile nei miei lavori e sempre in cerca di un legame con il mio progetto, quando mi è permesso.
I miei riferimenti nel tatuaggio sono sempre stati rivolti verso tecniche e artisti californiani, in primis Josè Lopez (IG: @joselopez_lowridertattoo) che con i suoi lavori mi ha dato modo di appassionarmi al mondo chicano. Per quanto riguarda la scena italiana, invece, potrei elencarne tanti, ma sicuramente tra i miei preferiti ci sono Ivano Natale (IG: @thygallerystudios) e Macko (IG: mackotattooshops) che seguo praticamente da sempre.
Come hai perfezionato la tua tecnica negli anni?
La mia tecnica la sto ancora perfezionando ed è in continua evoluzione! (ride) Sono sempre stato molto autocritico da questo punto di vista e cerco di approcciarmi ad ogni lavoro con le giuste intenzioni. Ho usato gli stessi aghi all’incirca per tre anni.
Quando a tuo parere un lavoro è ben riuscito?
Fondamentale è che il cliente rimanga pienamente soddisfatto. Come dicevo prima, sono un tipo molto autocritico, ma dal punto di vista tecnico un lavoro è ben riuscito quando c’è un bel flow e lega bene con la parte interessata del corpo. Soprattutto con un bel contrasto tra nero, sfumature e pelle vuota.
Quali sono i soggetti che prediligi e quali quelli che ti vengono maggiormente richiesti?
I soggetti che amo di più tatuare sono tutto ciò che riguarda il sacro, lo scultoreo e soprattutto i volti femminili, chicani e non.
Mi piacciono le linee morbide nei volti e, di conseguenza, cercare di infondere in essi le giuste espressioni.
Spesso cerco di aggiungere dettagli come gioielli, scritte e decorazioni sul viso in questione o altri oggetti cari ai miei clienti in modo da personalizzare ancora di più il progetto. Ah, come altre richieste, oltre a quelle già elencate, ci sono ritratti, animali e comunque tutto quello che riguarda il classico Bianco e Nero.
Vuoi parlarci dello studio in cui lavori?
Lavoro al ‘Noa Ink’ da circa 6 anni, come resident per due settimane al mese. Abbiamo ben tre sedi – Montecatini Terme, Lucca e Pietrasanta – e siamo all’incirca 15 artisti più vari guest e guest-resident. Si tratta di uno studio in cui si respira sempre una buona aria d’amicizia e di passione per ciò che facciamo. Possiamo dire di essere una grande famiglia, confrontandoci spesso e influenzandoci a vicenda. Il tutto è reso possibile dall’aiuto degli shop manager e da Noa stessa.
Posso dire che il suo è in testa agli studi con cui ho avuto modo di lavorare e collaborare. E credo di poter parlare anche a nome dei colleghi che hanno avuto modo di passare del tempo con noi!
Insomma, oltre alla parte divertente e artistica, tra queste quattro muore vige serietà, organizzazione ed assoluta professionalità.
Com’è la scena del tatuaggio a Montecatini Terme?
A Montecatini c’è un bel giro di persone che vengono sia da Firenze che dai paesi limitrofi; e in studio la richiesta per il Black and Grey è alta come per tutti gli altri stili che riusciamo a coprire. Sempre per via dell’alto numero di artisti differenti più i vari guest che lavorano con noi.
Quali progetti hai per il futuro?
Sicuramente quelli di portare avanti progetti attuali (nel senso di rapporti e guest già avviati) e magari riuscire ad allargarmi sulla scena americana. Chi lo sa? Prima o poi… (sorride)
So che stai lavorando anche al progetto di uno studio tutto tuo, vero?
Sì. I lavori sono quasi conclusi e spero di riuscire ad aprirlo presto. Il mio tattoo studio sarà ubicato a Colle di Val d’Elsa, in provincia di Siena, dove abito e sono cresciuto. In questo caso sarò affiancato da mio fratello Riccardo Giglio (piercer e aspirante tatuatore) e avrò una terza postazione dove cercherò di inserire altre persone con voglia di fare e sperimentare. Mantenendo chiaramente la collaborazione come resident con Noa Yanni presso il suo ‘Noa Ink’.
C’è qualcosa che vuoi aggiungere e che non ti ho chiesto prima di salutarci?
Credo di aver detto un po’ tutto. L’unica cosa che posso aggiungere è che mi ritengo molto fortunato a far parte in questo mondo del tatuaggio e poter, nel mio piccolo, dare sfogo ad una vera passione che, nonostante qualche insoddisfazione qua e là, riesce sempre a regalarmi sia stimoli che grandi soddisfazioni.