Uno dei soci fondatori del ‘HurtMeBabe’ ci parla della sua esperienza personale a stretto contatto con la tattoo art e della prossima tattoo convention novembrina ‘Padova Ink Show’.
Alex, partiamo dalle cose basiche: mi racconti qualcosa di te? Da quanti anni tatui a livello professionale?
Tatuo professionalmente da quasi quindici anni. Ho avuto la fortuna di iniziare da subito la gavetta in uno dei migliori studi della mia città, Padova, approcciando così fin dai primi passi il mondo della tattoo art in modo serio e professionale. L’ispirazione, invece, è arrivata in maniera più istintiva o casuale. Io sono parecchio nerd e, a modo mio, decisamente introverso. Fin da piccolo il mio mondo è stato in gran parte composto da manga, anime, illustrazioni e fumetti americani come Marvel e DC Comics. Io e un mio amico, ai tempi delle elementari, passavamo ore a disegnare personaggi e storie in stile Dragon Ball sognando di diventare “mangaka”: un’impresa abbastanza complicata in Italia! (ride)

Il primissimo approccio con la tattoo art, invece, come è avvenuto?
Grazie al video di ‘Stay Together for the Kids’ dei Blink-182 e ai tatuaggi del batterista Travis Barker (IG: @travisbarker) che mi fecero immaginare il me stesso futuro… altrettanto tatuato! (ride). Da quel momento mi sono innamorato dei tattoo, del punk rock e dei Blink-182 che ancora oggi restano un elemento chiave del mio essere e del mio immaginario. Anni più tardi questi aspetti si sono collegati un po’ per caso fino a portarmi dalla parte del tatuato a quella del tatuatore.
In quale maniera?
Beh, capitava che disegnassi ogni tanto per alcuni amici delle idee o delle bozze che poi si facevano tatuare da altri tatuatori qui in città. Finché un bel giorno un mio amico mi disse: “Questo tatuaggio potresti provare a farmelo tu?”. A quel punto la mia prima fidanzata, sentendoci parlare, mi regalò una di quelle valigette “kit completo” con del materiale non esattamente di ottima qualità… (sorride) Provai, mi spaventai e lasciai perdere per circa un anno.

Sei stato prudente nel concretizzare la tua arte…
Sai, al tempo non c’erano tutorial, informazioni online o guide facili. Io, ad esempio, non avevo idea di come settare una macchinetta a bobine o diluire un nero. Pensa che all’epoca si usava ancora la carta per il grommet degli aghi e, senza insegnamenti alla base, non era così scontato arrivarci! I tatuatori o gli studi a cui avevo chiesto di fare apprendistato non mi presero nei loro shop e dunque inizialmente mi scoraggiai. Un anno dopo mi feci tatuare da un ragazzo che fu più disponibile a darmi qualche bella dritta. Così ripresi in mano il mio materiale e riprovai da capo. Quella volta andò molto meglio e, di conseguenza, da lì non mi sono più fermato.

Il tuo è uno stile che mi andrebbe di definire “Japanese New School”. Nel senso che prendi ispirazione dalla tradizione orientale classica, ma successivamente la rileggi in una forma più contemporanea e “pop”. Che ne pensi?
Direi che forse l’hai descritto meglio di come avrei fatto io! (ride) Ogni tanto mi viene da chiamarlo “Neo Japanese” per via della influenze NeoTraditional del mio percorso. Onestamente faccio ancora fatica a pensare al mio come a uno stile definito; anzi direi che mi sento di essere ancora alla ricerca della mia vera impronta personale.
Sono cresciuto con una formazione “vecchia scuola” dove il tatuatore doveva prima di tutto imparare le tecniche e poi trovare la propria voce.
Chi erano i tuoi punti di riferimento agli inizi?
In quegli anni ero completamente innamorato del NeoTraditional di artisti internazionali come Eckel (IG: @_eckel), Antony Flemming (IG: @antonyflemming), Lus Lips (IG: @lord_lips) o degli italiani Brando Chiesa (IG: @brandochiesa), Fulvio Vaccarone (IG: @fulviovaccarone), Vale Lovette (IG: @valelovette) e Giulia Bongiovanni (IG: @giuliaghil), giusto per citarne solo alcuni. Per molti anni ho puntato a imparare proprio quello stile.

Allo stesso tempo, però, il mio maestro era (ed è) un esperto nello stile Giapponese. Inevitabilmente la sua influenza mi ha portato ad amare anche quelle caratteristiche e suggestioni che ritrovo ancora oggi nei manga che leggo e nelle cose che mi piacciono. Quando successivamente ho aperto il mio studio e preso la mia strada, sempre più clienti mi chiedevano soggetti Giapponesi. Tant’è che mi sono ritrovato nella condizione di sperimentare maggiormente tale stile finendo per amarlo e fonderlo con quella che era l’impronta studiata fino a quel momento.

Ti senti fedele alla tradizione Giapponese tout court?
No, onestamente non credo di rispettarne tutte le regole canoniche, ma mi va bene così. Mi piace esprimere quello che vivo e che amo a modo mio. La parte contemporanea e “pop” – di cui parlavi prima nella tua domanda – penso derivi dalla musica, dai manga e da ciò che mi lascia un segno o che mi colpisce anche in altri ambiti artistici, non per forza visivi.

Pensi che ci sia stato un punto di svolta eloquente nella tua carriera?
Forse il vero punto di svolta per me deve ancora arrivare; e in ogni caso, al momento, non saprei individuarlo con grande precisione. Se però penso a qualcosa per cui essere grato o ad un punto fondamentale del mio percorso, sicuramente ti citerei i miei anni spesi nella formazione o in quelli passati presso l’ ‘Extempora Tattoo’ di Franco Iasoni (IG: @franco_iasoni_tattoo). Credo che gran parte di questo mondo si tramandi di persona in persona; e quindi io ringrazierò sempre Franco Iasoni per ciò che mi ha insegnato e trasmesso.

Mi descrivi il tuo regno lavorativo, vale a dire lo studio ‘HurtMeBabe’ di Padova?
L’ ‘HurtMeBabe’ (IG: @hurtmebabetattooshop) è sempre stato un’estensione della mia personalità e della mia visione (con tutti i pregi e i difetti annessi…) oltre che un sogno ed un traguardo raggiunto di cui sono molto orgoglioso. Ed è anche molto di più grazie al supporto e alla presenza del mio socio e amico di sempre Alberto Dogo (IG: @il_dogo), shop manager e pilastro insostituibile dello studio. Senza di lui non saremmo mai arrivati a ciò che siamo oggi. La mia idea originaria, nel 2018, era quella di creare un collettivo di artisti giovani, talentuosi ed emergenti. Una realtà che portasse qualcosa di nuovo in città.
Una visione innovativa e fresca rispetto a ciò che c’era, ma che restasse anche fedele alle fondamenta tramandate dagli insegnamenti della “vecchia scuola” padovana.
Tanti colleghi della mia generazione hanno creduto in noi e in questo nostro progetto, seguendoci e facendo nascere lo stesso ‘HurtMeBabe’ (IG: @hurtmebabetattooshop). Da questo punto di vista cito con piacere Marco Tasy (IG: @marco_tasy) che resta una parte importante della nostra storia e che tuttora è un collega che stimo oltreché un grande amico, anche se le nostre strade si sono divise. Ad uno come Marco augurerò sempre il meglio.

Hai già segnato qualcosa in agenda per quanto riguarda le tattoo convention e i guest spot?
Ho sempre girato e viaggiato molto. Penso che le convention e la possibilità di lavorare in giro per il mondo, anche come guest artist, siano tra gli aspetti più belli di questo nostro lavoro. Ho avuto la fortuna ed il piacere negli anni di partecipare a convention o fare guest in città come Singapore,

Barcellona, Londra, San Pietroburgo, Helsinki ecc. Negli ultimi anni però mi sono concentrato di più sulla crescita dello stesso ‘HurtMeBabe’ (IG: @hurtmebabetattooshop ) e quindi mantengo fissa solamente la ‘Stockholm Ink Bash’ (IG: @stockholminkbash) che ormai è diventata un appuntamento immancabile per me. La novità più grande, inoltre, è il progetto a cui stiamo lavorando da più di un anno e che è stato presentato ufficialmente da poco. Vale a dire ‘Padova Ink Show’ (IG: @padovainkshow) che si terrà dal 27 al 29 novembre 2026, dopo quasi trent’anni di assenza di una tattoo convention nella mia città.

Parlamene in maniera più approfondita…
Beh, mi sembrava assurdo che un luogo come Padova – vale a dire una tra le città più belle, artistiche, e culturalmente attive del Veneto – non avesse una propria tattoo convention. Per ‘Padova Ink Show’ (IG: @padovainkshow) avremo la fortuna di collaborare con artisti di enorme spessore e con Gigi Caramanna (produttore della serie ‘Italian Ink Master’ nonché uno degli organizzatori della storica ed unica edizione del 1997), con il comune di Padova e con l’Assessorato alla Cultura. Il poster ufficiale dell’evento è stato realizzato da Jee Sayalero (IG: @jeesayalero), icona del mondo del tatuaggio ed autore a sua volta di manifesti di tattoo convention importanti come Londra e Parigi. Questo per noi è un grande onore e ovviamente colgo l’occasione di invitarvi tutti in città!