Abbiamo conosciuto il proprietario del ‘Ink Factory’ di Bergamo. Un tatuatore Black-n-Grey che tra luce e ombra prediligerà sempre gli effetti della prima.
Achille, su Instagram ti sei presentato come “artigiano” al posto di “artista”: vogliamo partire proprio da questo concetto?
La parola “artigiano”, a mio parere, è un magnifico aggettivo che descrive perfettamente il lavoro che faccio. Un termine nobile che con gli anni ha perso un po’ il suo vero significato.
L’etimologia ha la provenienza dalla parola “Arte” (dal latino “Ars”) che indica ogni abilità manuale e spirituale. Sostanzialmente la differenza tra artista e artigiano è proprio la finalità di quello che stai creando.
Concetto interessante, il tuo.
L’artista, sempre se si può definire tale parola, lavora in totale libertà senza schemi o dogmi da rispettare. In pratica cerca un concetto da trasmettere, una idea. Io, da tatuatore, ho prima di tutto la persona davanti da capire, da ascoltare, un corpo da rispettare.
E soprattutto non mi sento in obbligo e non voglio concettualizzare quello che sto facendo.
Mi capita spesso di avere carta bianca, ma mi capita anche di avere delle indicazioni precise. Il mio compito è quello di dare qualcosa di mio, ma sempre in condivisione con la persona che sto tatuando. Il mio è un creare con un fine ben chiaro: quello di esprimere al meglio ciò che vorrà portarsi per sempre sulla pelle la persona che mi ha scelto.
Quanto ti è stato utile, in relazione al tuo percorso da tattoo artist, frequentare in passato l’Accademia “Carrara” delle Belle Arti di Bergamo?
L’Accademia mi ha aiutato molto a vedere le cose sotto diversi punti di vista, ad essere eclettico e ad aprire la mente.
Questo penso sia il maggior valore aggiunto che mi possa aver dato quell’istituto. Le tecniche pittoriche, grafiche e la manualità in generale nel comporre qualcosa, invece, credo siano solo frutto della propria autodeterminazione, del buon gusto, della dedizione, della pratica e del continuo approfondimento.
Solo il duro e continuo lavoro può portarti ad ottenere risultati sempre più elevati, indipendentemente da quello che hai fatto o studiato prima.
Ti definisci tatuatore “eclettico”: quindi, sempre nell’ambito del Black ‘n’ Grey, possiamo dire che il tuo stile è libero dagli schemi e non propriamente definibile…
Bella domanda. Me la faccio spesso anch’io e ad oggi non sono ancora in grado di darti una risposta ben precisa. A volte invidio chi ha una strada ben chiara e definita. Non capisco se sono alla continua ricerca di uno stile o se è proprio la cosa in cui non mi voglio fossilizzare.
Cos’è che ti piace maggiormente del tuo mestiere?
Di certo amo sperimentare, mi metto continuamente in discussione e alla prova. Attualmente lavoro molto con il nero anche se amo i colori: mi piacciono i contrasti decisi, ma anche la delicatezza delle sfumature leggere. Forse un giorno troverò un canale ben identificativo, ma adesso voglio provare più strade senza pormi troppi schemi.
Tra la luce e l’ombra, artisticamente parlando, che cosa scegli?
Non esisterebbe ombra senza luce quindi indubbiamente la luce. Amo gli effetti della “Luce” nelle zone scure. Un po’ come i quadri di Caravaggio, tra l’altro il mio pittore preferito. Il contrasto tra luce e oscurità rende sempre la luce protagonista in grado di dare importanza a dei dettagli che in un contesto totalmente illuminato non avremmo mai osservato. La luce assume importanza fondamentale in tutti i disegni, è in grado di portare la nostra attenzione dove vuole lei, di dare vita a tutto, anche alla stessa ombra.
Mi parli del tuo luogo di lavoro ovvero l’ ‘Ink Factory’ di Bergamo (di cui sei anche proprietario)?
L’ ‘Ink Factory’ (IG: @/ink_factory_tattooshop_) di Bergamo è stato aperto nel 2014. In questi anni ho avuto la fortuna di lavorare accanto a tatuatori fantastici da cui ho imparato molto vivendo esperienze indimenticabili. Sono davvero grato del successo che abbiamo ottenuto finora, frutto di un continuo lavoro e dalla totale empatia che coltiviamo con le persone che varcano la soglia dello studio. Sono passate tante teste e ognuna di loro ha lasciato qui qualcosa.
Mi spendi brevemente qualche parola sui tuoi colleghi Lipsticks Steven e Valeria Rassu?
Sì, oggi lavoro a fianco di Lipsticks Steven (IG: @lipstickssteven) e Valeria Rassu (IG: @vale_rassu_tattooer). Stefano (Lipsticks) è un tatuatore molto preciso, tecnico, a volte quasi maniacale. Ha un ottima base di disegno e questo lo porta ad affrontare molti progetti con spontaneità. Ha un efficace utilizzo del chiaroscuro, lavora tendenzialmente in modalità Black and Grey con un tratto fine ed elegante.
Valeria, invece, porta un po’ di colore in studio. Rivisita i classici tradizionali con un tratto solido e un forte impatto nella saturazione vivida dei suoi pezzi. Tatuaggi ben marcati con personalità ed uno stile chiaro e conciso. Con entrambi ho creato un ottimo legame e sono felice di condividere il mio lavoro con loro.
Ho visto che hai in programma – a fine giugno – un guest-sport al ‘Fronte del Porto’ di Roma…
Già, a fine giugno tornerò con molto piacere per tre giorni a Roma al ‘Fronte del Porto’ (IG: @frontedelportotattoo). È uno studio dove si respira una fantastica atmosfera e lì ci sono tatuatori che ammiro molto. Condividere del tempo con loro per me è un valore aggiunto. D’altronde viaggiare per lavoro e fare guest oppure convention è quantomeno fondamentale. Ogni volta che torno a casa mi sento arricchito, decisamente motivato.
Altri tuoi appuntamenti estivi segnati in agenda?
Quest’estate credo che me ne starò tranquillo a Bergamo perché ho viaggiato abbastanza negli ultimi mesi, ma da settembre ho già in progetto diverse convention e guest parecchio interessanti.
E le tue ultime parole famose sono… ?
Continua ad avere la curiosità e la voglia di imparare. Cerca di guardare il mondo con l’entusiasmo con cui lo farebbe un bambino!